Le reazioni italiane alla bocciatura francese del trattato
Il leader della Lega interviene nel dibattito sul no francese alla Costituzione: non si può andare contro il popolo
MILANO - Il terremoto provocato dal voto francese anima anche il dibattito nella politica italiana. «Il voto in Francia è la fine dell'Europa, di quell'Europa che hanno voluto fare contro il popolo. Adesso la cosa gli si ritorce contro, gli ripiomba tutto sulla testa». Implacabile, Umberto Bossi nel commentare il no francese alla Costituzione Europea. Per la Lega Nord, il più euroscettico tra i partiti della maggioranza, bisogna aprire una seria riflesisone dopo il risultato francese e il ministro Roberto Maroni ha già annunciato che proporrà alla segreteria del suo partito che «si faccia parte attiva per promuovere una consultazione referendaria anche in Italia». «Non bisogna mai aver paura del popolo sovrano - sottolinea Maroni - che, se è sovrano in Francia, non vedo perchè non lo debba essere anche in Italia». «I dati che arrivano dalla Francia - aggiunge il ministro delle Riforme, Roberto Calderoli - indicano una vittoria del no che noi avevamo atteso e che chiude una fase, quella dell'Europa nata a tavolino e dalla carta bollata. Ripartiamo dall'Europa dei popoli».
Il primo ad esprimere delusione è il leader dell'Unione, Romano Prodi, che fino allo scorso anno è stato presidente della Commissione Ue e che in questo ruolo ha partecipato alla firma del trattato europeo prima di passare il testimone al portoghese Barroso. «Se il risultato è questo - dice il Professore da Creta, dove si trova in vacanza con la famiglia - sono enormemente dispiaciuto. Bisogna riflettere e ascoltare questi segnali di disagio. Ma pur tenendone conto, bisogna far proseguire lo stesso con tenacia il progetto europeo».
Per Piero Fassino, segretario dei ds, è «una brutta battuta d’arresto che obbliga ad una seria riflessione sui caratteri del processo d’integrazione europea e sulla necessità di costruire l’unità europea su un più forte e convinto consenso dcei cittadini». Secondo il leader della Quercia, «sarebbe sbagliato pensare che si può fare a meno dell’Unione Europea, ma sarebbe altrettanto superficiale pensare che il voto francese sia solo un incidente di percorso». Il no francese alla Costituzione è «un colpo mortale alla Costituzione europea, ma non bloccherà l' Europa»: lo ha detto il presidente del Senato Marcello Pera a margine del Memorial Day celebrato al cimitero dei Falciani.
Anche da sinistra, però, arriva l'esultanza per il no francese. Ad esprimerla è il segretario di Rifondazione comunista, Fausto Bertinotti, che parla di «un fatto politico straordinario». «Un europeismo di sinistra e di massa - sottolinea il leader di Prc - ha preso corpo e ha vinto. L'Europa neoliberista del Trattato Costituzionale e di Maastricht è stata sconfitta dalla democrazia del popolo francese». Bertinotti lancia anche un appello: «Adesso lavoriamo per un'altra Europa: tutti i Parlamenti nazionali dei Paesi aderenti all'Europa, a partire dal nostro, vengano convocati per riaprire una discussione su quale Europa è oggi necessaria. Il Parlamento Europeo venga convocato per dare impulso alla riapertura indispensabile, dopo il voto francese, di un dibattito per la costruzione di un nuovo percorso istituzionale».
«Sono presidente di un Parlamento che, a larga maggioranza, ha ratificato la Costituzione Europea, pur considerando che essa è frutto di un compromesso al ribasso che non ha risvegliato alcun entusiasmo nei cittadini». Lo ha detto il presidente della Camera Pier Ferdinando Casini, commentando il risultato del referendum francese sulla Costituzione Europea, a margine del quinto convegno dell'iniziativa Adriatica-Jonica che si tiene a Sveti Stefan, in Montenegro. «A mio parere - ha spiegato Casini - l'Italia ha fatto la scelta giusta, ma adesso il voto francese va ascoltato. Non mi piace chi fa finta di niente, chi minimizza, né chi ricorre all'euroretorica che ormai non serve più all'Europa».
Soddisfazione per la bocciatura del trattato è stata espressa dall'ex presidente della Repubblica, Francesco Cossiga: «Il popolo francese ha votato contro una Ue velleitaria e astratta, burocratica e antidemocratica. Ora si cominci a lavorare per la vera Europa, in nome dei valori cristiani e della cultura giudaico-cristiana, eredi della filosofia e del senso del diritto ellenico e romano, sui quali essa si fonda».
30 maggio 2005