«Ma come vi è venuto in mente
di dire ’sta stronzata... la storia
della calce? Si rende conto
che è una scemenza?» Vittorio
Bridi, novello consigliere della
Lega, è ormai stanato e messo all’angolo.
L’avvoltoio, anzi la Iena
Lucci, lo incalza con domande a
raffica. Quel «Io vicino a Mamadou
Seck non mi siedo. Piuttosto
sto in piedi per 5 anni» (al di là
che sia stato detto o no) ha fatto
il giro di tutt’Italia. È finito sui
giornali nazionali. E le Iene, la fortunatissima
trasmissione di Italia
1 che già dal nome è tutto un
programma, non poteva lasciarsi
scappare l’occasione.
Enrico Lucci, la iena più famosa,
ieri pomeriggio era in via Belenzani.
Completo nero d’ordinanza,
occhialoni impenetrabili,
sguardo da duro. Due riprese
in piazza Duomo e poi di gran
carriera verso palazzo Thun. Sulle
scale incontra l’assessore Rudari,
anche lui di scuro vestito e
pure i rayban. Quasi due gemelli.
«Chi è l’oggetto della visita?»
chiede ignaro il nostro. «Il Consiglio
» taglia corto Lucci, salito
a Trento per chiedere spiegazioni
a Bridi di quella triste frase. E
a tentare il grande gesto: la riappacificazione
davanti alle telecamere
tra il baffo del Carroccio e
il rifondarolo originario del Senegal.
«Si rende conto che è una scemenza?
» insiste Lucci. «Enorme»
risponde Bridi. «Non le ho dette.
Ma queste frasi che mi hai riferito
sono proprio una stronzata».
Fuoco di fila di domande: «Ha
paura che le attacchi qualche
malattia?» «Ci saranno problemi
per i leghisti a stare in aula con
un consigliere dalla pelle nera?».
«No, l’hanno votato. Sono sicuro
che proporrà cose buone». Si
difende bene il buon Bridi dalle
incalzanti domande del conduttore.
Ammicca, si destreggia, la
butta sul ridere. Sergio Divina,
che assiste da dietro le telecamere
temendo comportamenti
goffi del suo uomo, è soddisfatto.
La Lega recupera punti. «Enrico,
dal vivo sei più bello. E pure
meno cattivo» azzarda addirittura
Bridi.
«Gagliardo il fazzolettino della
Lega» risponde il conduttore.
«E Mamadou? Dove sta?» urla
in romanaccio la Iena. «Vieni qua
da Bridi». Seck la prende per il
verso giusto, regala un sorriso a
32 denti. Dice di essere tranquillo,
di non provare alcun risentimento
verso il collega d’aula. Il
leghista si avvicina, gli porge una
bandiera del Trentino con l’aquila
di San Venceslao. «Gliel’avrei
portata anche se non ci foste stati
voi». La sala del consiglio comunale
è una bolgia. Telecamere
che si urtano, fotografi che fanno
a botte per conquistare lo
scatto migliore, altri consiglieri,
gente comune, curiosi. È il momento
del gran finale. Serve il gesto
per suggellare la pace. Lucci
se li prende uno per parte i due
«omoni», Seck a destra, Bridi a sinistra.
Li abbraccia attorno al
collo e chiede la stretta di mano
per le telecamere. Lo impone lo
show. I due non possono tirarsi
indietro. Si guardano un momento
negli occhi e s’intendono. Mano
che cinge mano. La vicenda è
chiusa, la pace è sancita. «Bridi,
hai visto che è meno peggio di
quel che pensavi. Mi raccomando
andate d’accordo». Scatta
l’applauso. Ma pure la protesta
di chi (un pizzico d’invidia?) non
ne può più di telecamere che vanno
avanti e indietro. «Basta, è ora
di finirla con questo teatrino».
La frase perentoria della consigliere
di Trento democratica Ivana
Di Camillo dice che è ora di
spegnere i flash.
Ma tanto la missione della Iena
è conclusa. Lucci si attacca al
telefonino. Chiama la redazione
a Milano: «Questo è bello. È bellissimo.
Tienimi almeno tre minuti
e mezzo».
Ne è convinto anche Giorgio
Manuali che si fa riprendere, spilla
di Forza Italia compresa, mentre
stringe la mano al collega di
Rifondazione.
Domani sera lo vedremo tutti.
Su Italia 1, attorno alle 23.