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"POVERI CREDENTI, A RISCHIO DI SCOMUNICA"


01/06/2005 | Il Messaggero |
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Federica Re David
Emma Bonino: mi sembra di ascoltare la preghiera del venerdì dei fondamentalisti islamici

ROMA - «Tempi duri per i credenti: se la Chiesa arriva a spingersi fino a questo livello, mi domando quale sarà il prossimo passo. La minaccia di scomunica?». Emma Bonino gira l'Italia da un capo all'altro nel nome del referendum e s'indigna sempre di più. Per il 7 giugno sta organizzando, con il Comitato delle donne laiche e liberali per il sì, un concertone a Roma, a piazza Navona (per sostenere l'iniziativa si può chiamare lo 06689791 o andare su http://donneperilsi.yahoo.it). Quella sera ci sarà un filo diretto con con Bari, dove presidierà la piazza Nichi Vendola, e con l'Ambra Jovinelli di Roma, dove sarà mobititato il Comitato trasversale per il sì. Il tutto, per creare un maxievento che cerchi di colmare la "disparità di forze sul territorio" con il fronte dell'astensione.

L'ultimo affondo è la "perplessità" dei vescovi sui cattolici che voteranno sì. Lei parla di militarizzazione delle chiese e dei parroci trasformati in mullah. Perché?

"Messe, battesimi, matrimoni: ogni occasione è buona per spingere all'astensione. Mi ricordano l'imam di Al Ahzar (l'università coranica del Cairo, ndr), le prediche del venerdì sull'islamismo politico. Del resto questo cos'è se non cattolicesimo politico? Sono allibita che le istituzioni del nostro Paese non pongano un argine. Se c'è chi straripa, c'è chi si lascia straripare».

Ad esempio?

"Chi, come Prodi, se ne sta a al mare a Creta. E chi, ad arte, si appassiona e fa appassionare all'improrogabile questione della lista unica: chissà quante ne vedremo fino al 2006, ma intanto Rutelli non ci fa conoscere il suo pensiero profondo sul presente. Aveva detto che lo avrebbe svelato in 10 giorni, sono passati e lui tace. E nei Ds la base è più determinata dei leader, ma non ho visto un girotondo".

E chi altri, dovrebbe cercare di porre quell'argine?

"Beh, il presidente del Consiglio, ad esempio. Mettendo ordine nel quorum e facendo rispettare alle sue reti televisive le delibere della Vigilanza, che Mediaset ignora. Mi augurerei che qualcuno si ergesse a difendere questi poveri cattolici maltrattati".

Invece?

"Invece persino Pera e Casini, seconda e terza carica dello Stato e presidenti di tutti i deputati e senatori, attaccano l'istituto del referendum".

A chi affidarsi, allora?

"Occorre sparare un colpo in aria. Provo a dare ancora fiducia al presidente della Repubblica, che non manca di far conoscere il suo pensiero su tante cose: sarebbe il benvenuto se lo facesse anche sul rispetto della Costituzione di cui è garante".

E gli elettori?

"Loro hanno in canna il colpo più importante, il quorum. Va fermata questa deriva che ha portato a bloccare la pillola per l'interruzione di gravidanza, il divorzio breve, la pillola del giorno dopo. La Chiesa ha sempre avuto un atteggiamento nervoso nei confronti della scienza, salvo poi fare retromarcia come su autopsia e parto cesareo. Tutto è sacro, tranne Luca Coscioni o Amalia Rossi".

E l'embrione, secondo la legge 40, ha i loro stessi diritti.

"Veramente, se per salvaguardarlo si nega la libertà di ricerca scientifica, ne ha anche di più. Eppure c'è una sentenza della Consulta del 1975 che recita: "Non esiste equivalenza tra diritto, non solo alla vita ma anche alla salute, di chi è persona e dell'embrione che persona non è". Il nocciolo è sempre lo stesso, e il prossimo passo sarà l'attacco alla legge sull'aborto. C'è già chi ne parla".

I legislatori sostengono che le linee guida del ministero consentono una sorta di diagnosi pre-impianto. Si fida?

"No, ne ho discusso con degli scienziati. La semplice osservazione degli ovuli fecondati non consente analisi per valutare l'esistenza di malattie genetiche. E poi la normativa prevale comunque sulle linee guida, pochi mesi fa una sentenza a Catania lo ha confermato".

Lei dice che la campagna astensionista umilia gli elettori. Perché?

"Dicono "sulla vita non si vota", ma loro hanno votato. Perché non si sono astenuti in Parlamento? Cosa stabilisce che il loro voto è più consapevole del nostro? Viva la faccia di Ruini, che ha ammesso che il vero motivo per cui bisogna astenersi è che è il modo più semplice per vincere. Una scorciatoia miseranda».