Finalmente!!
E porteranno l'iva al 21%, visto che le rendite finanziarie non si possono toccare ( nonostante siano tassate una miseria, il 12,5%) e le tasse sugli immobili ( seconda terza quarta casa etc) non si possono mettere ( perche'? boh...)
FILIPPO BURASCHI Scende l'Irap e aumenta l'Iva. La manovra fiscale che
dovrebbe essere presentata nel Consiglio dei ministri della prossima
settimana, sta ormai prendendo forma nei suoi vari aspetti. Compreso quello,
fin qui sfuggito all'attenzione dei giornali, della sua copertura.
Particolare che ovviamente non è secondario: a regime, e cioé nell'arco di
tre anni, dovrebbe essere eliminata l'Irap che grava sul costo del lavoro e
che ammonta a 13 miliardi (e non 12, come dice erroneamente il ministro dell
'Economia, Domenico Siniscalco). Come fare fronte a questa perdita di
gettito? Il pacchetto predisposto dai tecnici dell'Economia ha come piatto
forte l'innalzamento dell'aliquota Iva, che dovrebbe passare dall'attuale
20% al 21.
La logica del provvedimento è coerente con quanto richiesto da vari esperti
tributari e dalla stessa Confindustria: spostare cioè l'asse del prelievo
dal lavoro e dalla produzione ai consumi. Di norma, misure di questo tipo
generano timori dal lato dell'inflazione, ma in questa fase di prezzi
«freddi» è un'obiezione che può essere accantonata. Anche perché il ritocco
di un solo punto percentuale sposta cifre molto importanti: l'Iva è un'
imposta da oltre 100 miliardi l'anno e ciò significa che, a regime, l'
incasso si aggira sui 5 miliardi. Questa caratteristica la rende preferibile
a un aumento della tassazione sulle rendite finanziarie: la somma algebrica
di un riordino delle aliquote, per esempio, al 19% non garantisce un gettito
altrettanto elevato pur rappresentando un appesantimento consistente della
fiscalità (per i titoli di Stato del 50% circa). In materia di rendite
finanziarie c'è anche da tenere presente la contrarietà che ha sempre
espresso Silvio Berlusconi, sia perché gli interessi sui titoli di Stato
contribuiscono a rimpolpare una grande quantità di redditi medio-bassi (e
quindi l'aumento delle aliquote sarebbe molto impopolare), sia per i timori
che i capitali riprendano la via dell'estero.
Quindi, in teoria le due misure sono in alternativa, ma di fatto la scelta è
già stata compiuta ed è caduta sull'Iva. Il pacchetto di provvedimenti a
copertura dei tagli Irap è tuttavia piuttosto articolato. Sono previsti
infatti inasprimenti sulle imposte di fabbricazione dei carburanti, mentre
500 milioni dovrebbero arrivare dai Monopoli di Stato, attraverso i
concessionari dei giochi. Infine, un grande rientro: la lotta all'evasione.
Guardata sempre con scetticismo dal predecessore di Siniscalco, Giulio
Tremonti, che dubitava dell'effettiva capacità dell'amministrazione
finanziaria di conseguire gli obiettivi di gettito stabiliti, la caccia ai
contribuenti infedeli torna ad avere un ruolo importante in un provvedimento
del governo. Da questa voce dovrebbe infatti arrivare non meno di un terzo
(quindi nel primo anno circa 1,3 miliardi) della copertura dei tagli Irap.
http://www.finanzaemercati.it/
Bah, almeno l'irap andava alle regioni, l'iva indovinate a chi va?
Cristiano