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  1. #101
    memoria storica di PoL
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    Cool ... repetita iuvant...

    Grazie ancora all'amico Larth per l'interessantissimo contributo, sul quale prometto di ritornare. In fondo nel discorso di Freedman non vi sono clamorose 'novità' e tutte le 'verità' da lui 'rivelate' sono già note a chi ha avuto cura di seguire il trhead con attenzione. Tuttavia repetita iuvant e sono ben felice di far conoscere all'appassionato lettore le repetita contenute nell'articolo seguente

    Da www.effedieffe.com ... al solito... buona lettura!...


    Come soffrirono in Russia…

    di Maurizio Blondet



    L'ebreo Lev Bronstein, detto Leone Trotsky, il 4 maggio del 1917, all'età di 37 anni…

    Febbraio 1917: abdica lo zar, sale al governo una coalizione socialdemocratica, in un clima più anarchico che rivoluzionario. Il capo del governo, Kerenski, ha di fronte problemi angosciosi ed immensi. Le truppe austro-tedesche sono avanzate in un lampo, hanno fatto prigionieri due milioni di fantaccini russi. Pietroburgo è nel caos, piena di disertori ubriachi, che uccidono ufficiali e poliziotti. Si odono dovunque scariche di fucileria disordinate. Il nuovo governo non controlla nulla. Non sa come provvedere all’approvvigionamento delle città. I soldati rimasti al fronte restano senza ordini e l’armata si sfalda. Qual è il primo provvedimento di Kerenski?… Quello che ritiene più urgente e necessario?… La prima misura è questa, del 3 marzo: iscrivere i procuratori legali ebrei, ai quali prima era vietato condurre in proprio una causa, nel registro degli avvocati. E’ della sorte degli ebrei discriminati che più urgentemente, subito, bisogna occuparsi. Il 20 marzo Kerenski…
    … con la collaborazione dei membri dell’ufficio delegato presso i deputati ebrei alla Duma, abroga con legge ogni discriminazione per gli appartenenti a una confessione, ad una dottrina religiosa o ad un gruppo nazionale…

    E' il primo atto legislativo della nuova Russia…

    … su domanda dell’ufficio [dei delegati ebraici alla Duma…] gli ebrei non furono menzionati espressamente nella risoluzione…

    Il governo Kerenski dura poco.Lo caccia, con un colpo di stato, Leone Trotsky. Vanno al potere i bolscevichi. Qual è il problema la cui soluzione sembra più urgente al nuovo regime?… ‘La lotta all’antisemitismo’… così proclamano le Izvestia del 28 aprile [1918 … n.d.r.]. Lenin [anch’egli ebreo, come abbiamo appreso di recente… n.d.r.] dirama il seguente ordine ai Soviet…

    … portare la più estrema attenzione alla propaganda antisemita operata dal clero; prendere le misure più radicali per stroncare la contro-rivoluzione e la propaganda dei preti; misure preventive contro ogni manifestazione antisemita…

    Nello stesso 1918, Lenin registra un ‘discorso speciale sull’antisemitismo’ che viene diffuso con dischi da grammofono. Il 27 luglio 1918, il regime, che ha appena massacrato la famiglia dello zar, vara una legge speciale per ‘sradicare l’antisemitismo’…

    …il soviet dei commissari del popolo dichiara che il movimento antisemita è un pericolo per la causa della Rivoluzione…

    Il fatto è che a Cronstad operai e marinai pro-bolscevichi si erano rivoltati. Lamentando tra l’altro il trattamento feroce contro i ‘preti ortodossi’. Operai di Arkangelsk avevano scritto alla prava segnalando…

    … vengono profanate, sporcate e saccheggiate solo le chiese ortodosse, mai le sinagoghe. La morte per fame e malattie porta via centinaia di migliaia di vite innocenti tra i russi, mentre gli ebrei non muoiono né di fame né di malattie…

    Questi operai subiscono le ‘misure più radicali’ ordinate da Lenin, e si sa cosa voleva dire…

    Il grande filosofo e teologo Sergei Bulgakov confermerà con dolore nel 1941…

    … la persecuzione dei cristiani ha superato in Russia tutte le persecuzioni conosciute nella storia… benchè iscritta nel programma del bolscevismo, tale persecuzione ha trovato i più zelanti esecutori nei ‘commissari’ ebrei…

    D.S. Pasmanik, storico ebreo della rivoluzione bolscevica, scriverà…

    … il bolscevismo diverrà, per gli ebrei affamati delle città, un mestiere, allo steso titolo dei mestieri precedenti, sarto, farmacista, esattore…

    Nel 1919, molti dei nuovi bolscevichi si trasferiscono a Mosca. Un tale David Abzel racconta nella sua biografia di aver lasciato la natia Chernigov, in provincia, per andare nella capitale, dove già si erano trasferite due zie ‘ricche mercanti’. Una delle zie, Liola, abitava adesso al National, una residenza per membri del partito [la Prima Casa dei Soviet…]. Un vicino di casa di nome Ulrich lancia una battuta di spirito…

    … perché non apriamo una sinagoga al National?… siamo solo ebrei…

    Comincia la fame comunista, dovuta alle esazioni contro i coltivatori diretti [kulaki…]. Le carestie dilagano sul Volga nel 1922. Non così nelle residenze dei soviet. Gli inquilini ricevono gli aiuti dell’American Relief Administration [ARA] creata dal presidente Hoover per soccorrere gli affamati in Russia. Nei pacchi c’è ’caviale, formaggio, burro, storione affumicato…non mancavano mai sulle nostre tavole…’. Ai bambini dei membri del partito, in quelle residenze sovietiche, erano servite ‘prime colazioni all’americana: riso al latte, cioccolato caldo, panini bianchi e uova al piatto…’. Lenin scriveva nel suo Sulla questione ebraica in Russia [prefazione Shimon Dimanstein, 1924…]…

    … il fatto che gran parte dell’intelligentsia ebraica si sia fissata nelle città russe ha reso un fiero servizio alla Rivoluzione… se siamo riusciti a impadronirci dell’apparato dello stato e a ristrutturarlo, fu esclusivamente grazie a questo nucleo di nuovi funzionari, lucidi, istruiti e passabilmente competenti…

    ’La sua eccellente organizzazione, il bolscevismo la deve all’azione dei commissari ebrei…’, nota il già citato Pasmanik. ‘La Ceka ucraina era composta all’80 % di ebrei…’, scrive Bruce Lincoln, storico americano della Rivoluzione bolscevica…

    G. Korolenko, socialrivoluzionario, nota nel 1919…

    … tra i bolscevichi gli ebrei sono in gran numero. La loro assenza di tatto, la loro presunzione colpiscono e irritano… specie nella Ceka, compaiono dappertutto fisionomie ebraiche, e questo esacerba i sentimenti tradizionali del popolo…

    L.V. Kritchevski, che nel 1999 ha contribuito all’opera storica collettiva Gli ebrei e la rivoluzione russa, pubblicata insieme a Mosca e a Gerusalemme, ha studiato i documenti, prima segreti, del personali negli apparati repressivi. Scrive…

    … all’epoca del ‘Terrore Rosso’ le minoranze nazionali componevano il 50 % dell’apparato centrale della Vetcheka, e circa il 70 % dei posti dirigenziali in seno all'apparato…

    Minoranze nazionali?… Molti lettoni, non pochi polacchi, ed ebrei. ‘Fra i giudici istruttori incaricati alla lotta alla contro-rivoluzione, la metà erano ebrei…’. Si sa che giudici fossero. Basta citare, fra le migliaia di nomi, Mathias Berman, che nel 1932 salirà fino a dirigere l’insieme dei Gulag e nel 1936, viceministro del NKVD, futuro KGB. O Jacob Agranov, cekista che diventa famoso nei ‘crudeli interrogatori dei partecipanti alla rivolta di Cronstadt…’. O Lev Ilic Injir, divenuto capo contabile di tutto il Gulag, portato a quel posto dal correligionario Iejov [‘un veterano del NKVD che punteggiava i suoi discorsi di citazioni del Talmud…’] che guidava, con Genrich Iagoda, l’enorme arcipelago…

    Quando nel 1933 è terminata la costruzione del canale Mar Bianco-Mar Baltico, dove sono morti a centinaia di migliaia prigionieri russi, asiatici, ucraini costretti al lavoro forzato a 50 sotto zero e alla fame, vengono premiati con medaglie e onorificenze gli artefici di questa grande, genocida opera del regime: Iagoda, commissario del NKVD; Matvei Berman, capo del Gulag; Semion [Shimon] Firin, direttore del BelBal; Lazare Kogan, capo delle costruzioni; Iakov Rappoport, suo vice; Naftali Frenkel, capo dei cantieri del Mar Bianco. Tutti sono ebrei. Se ne meraviglia lo storico ebreo Gabriel Landau…

    … siamo colpiti da quello che ci si aspettava di meno di trovare nell’ambiente ebraico: crudeltà, sadismo, violenza, che pareva così estranea a un popolo lontano da ogni vita guerresca. Coloro che ieri non sapevano ancora maneggiare un fucile, si sono trovati a fare i boia e gli aguzzini…

    Nel 1923 un altero ebreo, Bieckerman, scriveva…

    … oggi l’ebreo è dovunque, a tutti i livelli del potere. L’uomo russo lo vede a capo di Mosca, alla testa della capitale della Neva [Pietroburgo, allora Petrograd…] , alla testa dell’Armata Rossa, questa incomparabile macchina di autodistruzione… il russo vede nel giudeo il giudice e il boia; ad ogni passo, incontra dei giudei che non sono comunisti, ma che prendono tutto in mano ed operano a favore del potere sovietico… Non c’è da stupire che il russo si indurisca nell’idea che il potere attuale è ebraico, che è fatto per gli ebrei, che serve i loro interessi. E’ il potere stesso che lo conferma in questa certezza…

    La rivoluzione si estende nell’Europa dell'est, con gli stessi caratteri. In Ungheria, sui 49 commissari, 31 erano ebrei. Quando scelsero come primo ministro Sandor Garbai che non era ebreo, Rakosi ci scherzò sopra: ‘… occorre pure uno che possa firmare le esecuzioni capitali di sabato…’. A Mosca correva un detto popolare: per i russi la Siberia, per gli ebrei la Crimea - luogo di vacanza. La smetto qui. Chi domandi di sapere a quali fonti attingere, rispondo: Solgenitsin. Il suo libro che non apparirà mai in Italia [‘Deux siècles ensemble’, Fayard…] è corredato di tutte le note precisissime e vastissime, che qui tralascio. Solgenitsin ha avuto cura di citare quasi esclusivamente autori ebrei russi. Così soffrirono in Russia. Si domanda Solgenitsin se il bolscevismo avrebbe avuto la stessa ferocia, la stessa omicida indifferenza, ove i suoi dirigenti fossero stati semplicemente russi. Non risponde. Ma dice: i russi sono stati devastati…

    Almeno 60 milioni ne sono morti nei Gulag così ben diretti. Altri 22 milioni nella guerra contro i tedeschi, in cui questi morti salvarono coi loro corpi milioni di ebrei. La nazione russa è come mutilata, deformata per sempre, esaurita nelle sue energie da questa tragedia immane. Non sarà da celebrare anche il suo olocausto?… Solgenitsin chiede e invoca pentimento…

    … c’è pericolo che questo si ripeta?… E’ in questo spirito che il popolo ebreo deve rispondere dei suoi rivoluzionari assassini e delle colonne di individui che si misero al loro servizio. Non si tratta qui di rispondere davanti agli altri popoli, ma davanti a se stessi, alla propria coscienza e a Dio…




    --------------

    Nobis ardua

    Comandante CC Carlo Fecia di Cossato

  2. #102
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    buonasera, è da tempo che seguo questo particolareggiato racconto storico. è da tempo che sono interessato a leggere la storia, diciamo così, su questa linea.
    è da tempo che ho queste stesse convinzioni, le quali, solo con artificiosi sensi di colpa possono essere inibite.
    infatti, senza lasciarsi andare in escandescenze variegate, basterebbe prendere in considerazione solamente alcuni dati di fatto per almeno guardare in faccia la realtà odierna per rendere interamente il senso della maniera in cui ci si è finiti...

    mi rivolgo a lei che scrive qui per poter avere in un documento "word" che racchiuda tutti i suoi interventi. (con un messaggio privato, io non ho potuto scriverle perchè dovrei prima confezionare 50 interventi... troppo tempo, a meno che non digitassi a vanvera)
    leggerli e conservarli sarebbe molto per me.

  3. #103
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    capacità di sintesi? si può avere una versione in "edizione simone"? scusate ma non ho tempo per leggere tutto. sono cose molto interessanti. alcune già le conosco ma unbel riassuntonon sarebbe male.

  4. #104
    Forumista junior
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    Citazione Originariamente Scritto da stef68
    buonasera, è da tempo che seguo questo particolareggiato racconto storico. è da tempo che sono interessato a leggere la storia, diciamo così, su questa linea.
    è da tempo che ho queste stesse convinzioni, le quali, solo con artificiosi sensi di colpa possono essere inibite.
    infatti, senza lasciarsi andare in escandescenze variegate, basterebbe prendere in considerazione solamente alcuni dati di fatto per almeno guardare in faccia la realtà odierna per rendere interamente il senso della maniera in cui ci si è finiti...

    mi rivolgo a lei che scrive qui per poter avere in un documento "word" che racchiuda tutti i suoi interventi. (con un messaggio privato, io non ho potuto scriverle perchè dovrei prima confezionare 50 interventi... troppo tempo, a meno che non digitassi a vanvera)
    leggerli e conservarli sarebbe molto per me.
    relpubblic@yahoo.it

  5. #105
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    Wink ... è ora di riprendere il discorso...

    cari amici
    è ovviamente motivo di soddisfazione constatare l'interesse che l'argomento da me proposto ha suscitato e le richieste che, in modo esplicito o più o meno 'sottinteso', a me vengono fatte affinchè l'intero discorso sia messo in forma un poco più organica e comprensibile. Purtroppo è successo che il noto mongoloide abitante di Acqui Terme, cui evidentemente l'argomento trattato non andava molto a genio, è ricorso al suo solito sistema ben sperimentato per creare confusione, quello di spargere a piene mani ovunque la 'cacca' contenuta negli armadi cartacei che tiene in casa ...

    Polemicuzze a parte, pare che l'individuo in questione abbia diradato da un pò di tempo la sua presenza qui, ragion per cui ritengo possibile sia la ripresa dell'argomento sul presente thread, sia una stesura organica da parte mia degli argomenti ivi trattati... sempre compatibilmente con i miei impegni di lavoro s'intende... si dà il caso infatti che il sottoscritto non è un 'dirigente' del pubblico impiego, vale a dire un assoluto incapace strapagato col nostro denaro per farsi pippe da mattina a sera come l'individuo suddetto ...

    Saluti a tutti!...



    --------------

    Nobis ardua

    Comandante CC Carlo Fecia di Cossato

  6. #106
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    Predefinito ... guarda le coincidenze!...

    Ragazzi
    è un pò di tempo che questo thread stà 'domendo' non è vero?... beh per svegliarlo cominciamo da questo articolo!...

    Da www.effedieffe.com... buona lettura!...

    b]Gli interventisti… di ieri e di oggi…[/b]

    di Maurizio Blondet



    Il trattato di Versailles.. senza i giornali l'intervento dell'Italia forse non sarebbe stato possibile.. lo scrive dopo la fine del guerra Antonio Salandra, presidente del Consiglio dal 1914 al 1916…

    ‘Come Catone imparò a sue spese, continuare a ripetere 'delenda Carthago' non rende popolari. Ma Catone aveva ragione. Finché la Cartagine rappresentata dai regimi siriano e iraniano non sarà distrutta, Roma, cioè l'Occidente, non sarà al sicuro…’.

    Queste parole a firma di Massimo Introvigne su Il Giornale [1] agghiacciano per diversi motivi. Introvigne è un cattolico. In altri tempi l'ho conosciuto più critico di ‘quell'Occidente’, di quel capitale globale che oggi invece abbraccia in toto, senza distinguo, identificandolo con ‘Roma’. L'ho conosciuto più capace di finezza intellettuale. Oggi anche lui, come Farina e infiniti altri pubblicisti, è ‘un soldato dell'Occidente’, pronto alla sua estrema difesa. E ‘Cartagine’ sono Siria e Iran, secondo il dettato israeliano che costoro ripetono docili. Ma quello che agghiaccia è il tono, la retorica bellica, l'evocazione dei grandi fatali destini… questa retorica ricorda troppo da vicino qualcosa che l'Italia ha già conosciuto: l'interventismo italiano che ci spinse nella grande guerra, nella inutile strage. L'interventismo fu un movimento promosso dalla Massoneria e da giornalisti, senza seguito popolare. La gente, cattolica o socialista, o giolittiana, era per la neutralità.’Creeremmo uno stato d'animo per il popolo italiano’,, com'ebbe a dire un gran maestro, Torrigiani [lo cita Alessandro Mola nella sua monumentale ‘Storia della Massoneria italiana’…]. Infatti è questo che fa la società segreta, crea ‘stati d'animo’ collettivi. Che muovono le cose…

    L'ebreo Gavrilo Princip assassinava l'arciduca Francesco Ferdinando a fine giugno 1914. Già il 31 luglio il gran maestro Ettore Ferrari diramava alle logge italiane una circolare che diceva: ‘... se mai suonerà l'ora delle dure prove, non mancherà la nostra voce per confortarvi ad affrontarle con la fede dei padri…’. Già il tono della retorica guerrafondaia era dato, e continuerà su quel timbro. Il 14 settembre Ferrari rinnovava la circolare…

    Certe ore non si rinnovano nella storia, ed è follia e sciagura lasciarle scorrere… l'Italia mal provvederebbe a se stessa se rimanesse assente dal tragico cimento nel quale si decidono, per più generazioni, le sorti d'Europa…

    Anche allora, pochi distinguo. Era Roma contro Cartagine, la civiltà contro la barbarie [2]. O come scrisse il giovane Mario Missiroli, allora giornalista di Monarchia socialista [sic!…]: ‘… non ci sono mezzi termini. Decidetevi: o col Papa o con Ettore Ferrari…’. Certe prese di posizione pagano. Missiroli sarebbe stato poi direttore de Il Corriere della Sera. Come oggi Magdi Allam, elevato più rapidamente. Quei giornalisti erano pagati. L'ambasciata francese di palazzo Farnese, l'ex-comunardo Camille Barrère ora ambasciatore, spese almeno un milione di lire d'allora. L'ambasciatore von Stockhammern faceva non meno comprando giornalisti italiani a forfait o con assegni mensili in nero. I più zelanti inondavano i giornali di provincia con pezzi tutti uguali nella tronfia retorica pettoruta, sia a favore della Triplice, sia dell'Alleanza. Un massone in sonno e dissidente, l'ex-parlamentare Raffaele Giovagnoli, scrisse di questa…

    … cancerosa e putrida schiatta di giornalisti guerrafondai che vuole piombare questa alla meglio rabberciata Italia nell'abisso dell'ignoto di una guerra né inevitabile né necessaria…

    Gramsci, decenni dopo, avrebbe parlato di ‘criminale leggerezza con cui il popolo italiano è stato cacciato nella guerra mondiale’ da pubblicisti e politicanti pagati. E tutti convinti, i dementi furbastri, che la guerra sarebbe durata poche settimane. Si organizzarono manifestazioni e sceneggiate. D'Annunzio si prestò a celebrare sullo scoglio di Quarto una grottesca ‘Sagra dei Mille’, evento-spettacolo con recita di poemi di chiaro senso interventista, invitandovi il re che pensò davvero di parteciparvi. Un anonimo socialista genovese scrisse una lettera minatoria, fra migliaia di simile tenore…

    Ben venga il re, e non prenda il biglietto di ritorno. Abbasso la Massoneria che vuole la guerra non per il bene dell'Italia, ma per aiutare la Francia…

    Ernesto Nathan, supremo maestro, figlio di Mazzini e di Sarah, moglie del banchiere Nathan, primo sindaco giudeo e massone di Roma ‘liberata’, ostentatamente si volle arruolare volontario. L'età e lo stato di riguardo lo esentarono ovviamente dal finire davvero in trincea, dove morirono 600-mila giovani…



    Ernesto Nathan…

    Ci furono manifestazioni di appoggio alla guerra, come oggi per Israele in pericolo. Con poco successo. Scisse il minietsro e ‘fratello’ San Giuliano…

    La verità è che la maggioranza del paese è per la neutralità, che l'agitazione che si verifica a Roma è del tutto superficiale, come dimostra lo scarsissimo numero di partecipanti alle manifestazioni , suscitate più che altro da giornalisti e da pochi repubblicani e nazionalisti, e la nessuna eco trovata dalle dimostrazioni nelle province…

    La loggia Mameli di Roma stese una relazione dal titolo: Alcune cause della diffidenza del mondo profano verso la democrazia in genere e la Massoneria in specie. Già guerra, Massoneria e ‘democrazia’ erano un tutt'uno. Anche oggi Introvigne e tutti gli altri vogliono portare la democrazia in Medio Oriente. La Massoneria, scrive Mola…

    … rivendicò esplicitamente un ruolo per la mobilitazione del paese. Mentre il governo avrebbe atteso alla preparazione militare, la Massoneria italiana si faceva carico di provvedere alla preparazione morale…

    Alla propaganda cioè, naturalmente mascherata da imperativo morale. Civiltà contro barbarie. Cartagine o Roma. Siamo agli stessi arruolamenti, allo stesso pubblicismo irresponsabile e tronfio, alle stesse schiere di giornalisti con l'elmetto alla scrivania e i pagamenti occulti nel conto in banca, a scrivere ‘Armiamoci e partite’ [3]. E al servizio degli stessi persuasori occulti. Sgomenta e rattrista vedere nella schiera dei nuovi soldati d'Occidente, intenti alla ben nota ‘preparazione morale’ per la guerra, un cattolico che in altri tempi fu colto, intelligente, e non ignora quel precedente storico…

    Note…

    [1] Massimo Introvigne, Fratelli e coltelli luglio 2006

    [2] Insieme alle parole, il gran maestro Ferrari dispose azioni. Secondo Mola creò un corpo segreto di volontari ‘pronti a tutto, e disponibili per colpi di mano, quali sconfinamenti e provocazioni, sì da far precipitare i rapporti fino allo scontro armato..’. Significativi i nomi dei componenti di questa cellula segreta: Giuseppe Pontremoli di Milano, Eugenio Jacchia di Bologna, Enrico Tedeschi a Padova… nomi ebraici. Ci furono anche ebrei massoni però contrari all'intervento

    [3] Va notato che il movimento di opinione ‘spontaneo’ che portò alla grande guerra fu pan-europeo. In Inghilterra il pubblico chiamò ‘allarmisti’ [scaremongers…] una nutrita schiera di giornalisti ‘che deliberatamente avvelenarono le relazioni anglo-tedesche sì da creare un clima tale, da rendere inevitabile la guerra’ [A.J. Morris, The scaremongers, the advocacy of war and rearmament 1896-1914, Londra, 1984..]. Persino in Turchia il giornale Jeune Turcs predicava l'entrata in guerra già nel 1911, ovviamente a fianco della Germania. Lo dirigeva un ebreo tedesco di nome Sam Hochberg. Come da noi, durante la guerra, il ministro della guerra fu Sidney Sonnino, ebreo...


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    Nobis ardua

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  7. #107
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    Grazie, per il lavoro che hai fatto, l'ho seguito tutto con attenzione, e ti porgo la mia sentita ammirazzione per la lucidità di visione ed esposizione. Dovresti avere una cattedra di storia, ma purtroppo sappiamo bene chi occupa quelle posizioni ! Sono pienamente cosciente come altri della storia con la S maiuscola, e credo che dovresti proporti di scrivere qualcosa di più organico per la divulgazzione di massa. Aspetto il seguito con avidità di verità di fatti, nudi e crudi.

  8. #108
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    Ma Introvigne è impazzito o venduto ?

 

 
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