Capitan Padania sfida Pulcinella, adesso il wrestling fa politica
di FILIPPO CECCARELLI

Dunque, domani sera Capitan Padania fa a botte con Pulcinella. Ma perché lo show-business dell'eccesso va a sbattere con la politica? E non ci sarà da preoccuparsi se il baraccone emergente del wrestling, con i suoi pupazzi forzuti che se le danno di santa ragione, ma per finta, entra in cortocircuito con le questioni più scoperte e cruciali della crisi italiana?
E' uno spettacolo, d'accordo - sia pure preceduto dalla dovuta suoneria di allarmi da parte di Moige, Codacons, Aiart, Osservatorio minori e Associazione dei medici pediatrici, secondo cui i bambini risulterebbero così appassionati di wrestling da imitarne poi le acrobatiche brutalità, con grave nocumento per tutti.

E comunque: domani sera grande serata di combattimenti al Palalottomatica. Il titolo riecheggia quelli dei libri di Bruno Vespa: "Round Zero, la sfida". "Roba da urlo" promette Michele Posa, carismatico telecronista di quella specie di sport che in tv viaggia ormai sull'8-9 per cento di audience. Ma la novità che qui si vorrebbe mettere in evidenza riguarda l'esordio di "artisti" e format tutti italiani. Perciò Capitan Padania cercherà di fracassare le ossa a Neo Pulcinella, con il che prende corpo - e che corpo! - il sogno dell'odio razziale, Nord contro Sud, leghisti contro terroni, altro che federalismo.

Ora, si sa da sempre che in questo tipo di spettacoli la violenza è tanto elementare quanto fasulla: "Il pubblico è totalmente disinteressato dal fatto che l'incontro sia truccato, e giustamente - scriveva già Roland Barthes a proposito del catch in Miti d'oggi (Einaudi, 1994) - si abbandona alla virtù primaria dello spettacolo, che è di abolire tutte le motivazioni e le conseguenze; quello che importa non è quello che pensa, ma quello che vede". E tuttavia, mai come in questo caso, "quello che si vede" è frutto di una confezione spettacolare niente affatto scontata, né banale.

Basta fare due chiacchiere con il regista-organizzatore, Renato Dell'Oro, per capire che il disposito segreto del wrestling sta nella parte che si assegna agli atleti perché questi, da semplici burattini di carne, si trasformino agli occhi del pubblico in archetipi e stereotipi viventi, maschere mitologiche, catalizzatori di astio, clown menacciuti a loro modo portatori d'istanze sociali, etniche, ideologiche. Così in America c'è tutta una assai pittoresca compagnia di giro, e oltre al gigante buono (a nome Cannonball Grizly) e al bestione così feroce e incontinente da divorare pezzi di ring (Animal Steele) vanno in scena l'uno contro l'altro, il razzista bianco, il nero con le catene che ricordano la schiavitù del suo popolo, l'ispanico malinconico, l'agente delle tasse, il sosia di Saddam, il duo Bolsceviks, il simil Elvis Presley, il poliziotto sadico, il rapper rasta con le treccine, il gay tracotante, il play boy faccia da schiaffi. E c'è poco da sorridere perché sempre in America, prima della vittoria di Schwarzenegger, un altro eroe del wrestling era stato eletto governatore del Minnesota: Jesse "the body" Ventura, un colosso al tempo stesso pelato e capelluto il cui motto era "Non ho tempo di sanguinare".

Bene. In nome della neonata Ewf e per conto della Fourone, agenzia di spettacoli del comasco, Dell'Oro ha impacchettato la più classica americanata all'italiana. Per cui Capitan Padania è liberamente ispirato a Capitan America, però gli fanno indossare una uniforme verde con un simbolo celtico, lo fanno specchiare nel Po, gridare "Roma ladrona" e sale sul ring al suono di "Va pensiero". Confessa Dell'Oro: "Avevamo provato una versione metal, ma non funzionava tanto bene". E' un omone di 29 anni, 1 metro e 95 per 130 chili, si legge sia nato in Valcamonica, ma in realtà non si sa chi sia e forse nemmeno è italiano. In un'intervista chiaramente posticcia gli fanno esternare un disinvolto malanimo per i terroni e il proposito, tutto padano, di non voler più "mantenere chi ozia e chi spesso vive nell'illegalità".

E a questo punto si avvicina al quadrato, accolto da una scatenatissima tarantella, il nemico del Sud. Ha un cappuccio bianco, una maschera nera a becco e una canotta da pizzaiolo. I demiurghi comaschi ignorano che su Pulcinella, a differenza che sull'idea di Padania, esiste una vasta bibliografia - e valgano qui le mille e più pagine di "Pulcinella. Il mito e la storia" dell'antropologo Luigi Lombardi Satriani e Domenico Scarfoglio, Leonardo, 1992. Il motto del wrestler meridiano è comunque: "Cà nisciuno è fesso". Mentre la potenza degli stereotipi rivive nel suo essere mingherlino, furbo, "una simpatica canaglia", come è definito nei depliant, specialista nell'"arte di arrangiarsi". Il suo colpo segreto e acrobatico si chiama "Vesuvio driver" e le sue convinzioni lo portano a esprimersi, in una parallela intervista fasulla, a favore dell'Italia unita.

Tutto questo appare destinato a esprimersi in testate, calci in faccia, borchie, steroidi, mimica, sudore, ululati, depilazioni, kitsch, sceneggiata, marketing. Va da sé che dietro il wrestling girano un sacco di soldi. Il sabato sera, su Italia 1, il programma "Smackdown" raccoglie con Dan Peterson oltre 2 milioni di telespettatori teen-agers. Gli inserzionisti sono così ghiotti di quel target da aver appena aperto un canale satellitare su Sky. Ci sono poi le figurine (25 milioni), i dvd (200 mila), le t-shirt, i pupazzetti, i videogiochi.
E adesso pure la politica. Difficile capire se sia questa ad essersi avvicinata al wrestling, o viceversa. E tuttavia con qualche ribalderia si potrebbe azzardare che si tratta di un incontro inevitabile, considerato ciò che ormai stabilmente accomuna certa politica a quel serraglio di rappresentazioni gladiatorie ed esclusivamente televisive, in ogni caso iperboliche, artificiali, simulate, bombate e buffonesche.
Certo appare oggi stupefacente anche solo il ricordo dell'enorme dipinto che qualche anno fa campeggiava sullo sfondo di una congresso della Lega per opera del pittore e fumettaro iper-bossiano Regianini. Si vedeva un membrutissimo leghista, ignaro predecessore iconico di Capitan Padania. Vedi un po' che scherzetti che fa l'arte, lo sport, il circo, la politica. Pulcinella se la riderebbe, Neo Pulcinella sale sul ring.

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