Le ingannevoli ragioni dei quattro Sì secondo Giorgio Carbone





Il Comitato per il sì sta diffondendo da giorni dei volantini e dei testi su siti internet
(www.comitatoreferendum.it) e i suoi esponenti sono tutti presi dal recitare il festival
dell’inganno. Esaminerò quelle che loro chiamano le “quattro buone ragioni per votare sì ai
referendum sulla fecondazione
assistita” e ne dimostrerò l’infondatezza e il carattere ingannevole.
1) Dicono “vota sì per tutelare la salute delle donne, eliminando il limite dei tre embrioni e
l’obbligo di trasferirli tutti contemporaneamente nell’utero, anche se malati o incapaci di
svilupparsi, con la conseguenza che si espone la donna all’aborto o a parti plurigemellari,
rischiosi per lei e
per i nascituri”. Se desiderassi tutelare la salute della donna, farei innanzitutto un’azione
preventiva a tutela della fertilità e poi metterei in
campo tutte le risorse della microchirurgia e della farmacologia per curare realmente la sterilità
maschile o femminile e l’infertilità. Se desiderassi davvero la salute della donna, non la
sottoporrei alle tecniche di
fecondazione assistita le quali per se stesse sono pericolose e nocive alla sua salute: basti
pensare ai numerosi studi condotti su donne che hanno praticato la fecondazione artificiale e
che hanno subito la rottura delle
tube, dell’utero, o la sindrome da iperstimolazione ovarica. Inoltre, se desiderassi evitare le
gravidanze plurime, il mezzo tecnicamente più sicuro, anche se eticamente inaccettabile,
sarebbe quello di produrre solo un embrione e trasferirlo nell’utero: nel centro medico La Sala di
Reggio Emilia in questo modo sono aumentate le gravidanze da fecondazione in vitro.
2) Dicono ancora “vota sì per aiutare coloro che sono affetti da patologie ereditarie gravi, come la
talassemia o la fibrosi cistica, oppure malattie infettive, ad avere bambini sani consentendo la
diagnosi preimpianto”.
Ma questo “aiutare” chi è affetto da malattie geneticamente trasmissibili ad avere figli sani
significa selezionare i suoi figli allo stadio embrionale. Ad esempio gli embrioni talassemici
sarebbero buttati e quelli non talassemici sarebbero trasferiti in utero. Ma che medicina è
questa che uccide il malato? Da almeno 20 anni è possibile curare il feto umano affetto da
talassemia con il trapianto di midollo osseo. Questo è il vero aiuto che posso dare alle coppie
talassemiche.
3) Dicono “vota sì per cancellare la norma che equipara i diritti del concepito a quelli della madre
e del padre. Nessuna legge al mondo prevede che l’embrione sia riconosciuto come persona
giuridica”.
L’embrione umano, contrariamente alle opinioni di alcuni pseudo-scienziati, è un organismo
vivente della specie umana, è la prima fase dell’esistenza di ognuno di noi. E’ la biologia dello
sviluppo che ci offre questa evidenza. La scienza non si basa sulle opinioni di uno o due
scienziati, non si fonda su argomenti di autorità, come l’ipse dixit dei discepoli di Pitagora, ma
si fonda
su migliaia e migliaia di studi sperimentali condotti nei migliori centri di ricerca e convalidati
dalla comunità scientifica internazionale. Inoltre, è falso dire che “Nessuna legge al mondo
prevede che l’embrione sia riconosciuto come persona giuridica”. Basti leggere la Risoluzione
del Parlamento Europeo A2-327/1988 “Anche lo zigote [embrione unicellulare] deve essere
protetto e non deve essere indiscriminatamente usato per esperimenti”; la Convenzione Europea
di Biomedicina del 1996: “L’embrione e il feto umano vanno trattati nel rispetto della dignità
umana”.
Certamente l’embrione umano non ha gli stessi diritti del padre e della madre: è evidente che
non ha i diritti politici, ma ha sicuramente quel diritto che è alla base di tutti gli altri, cioè il diritto
alla vita, che nel suo caso si concretizza nel diritto a nascere. Poiché si trova in una condizione
di particolare debolezza, il suo diritto alla vita merita una speciale tutela. Infatti, il diritto è nato
storicamente e ha senso per difendere e promuovere gli interessi di chi vive in una situazione di
debolezza e non per difendere
i diritti del più forte, il quale impone la sua volontà con la violenza e il sopruso.
3) Dicono “vota sì per consentire la ricerca scientifica sulle cellule staminali di origine
embrionale. Da queste ricerche dipende gran parte del futuro della biomedicina e la possibilità di
trovare cure per malattie oggi molto diffuse, come il Parkinson, l’Alzheimer, il diabete, i tumori.
Da esse può derivare una speranza per milioni di persone. Perché impedirlo, lasciando che gli
embrioni attualmente congelati e non utilizzati deperiscano, quando potrebbero essere utili per
la ricerca per scoprire nuove cure? Non è questo un modo più giusto di valorizzare la dignità
umana che riconosciamo all’embrione destinandolo a un’azione di solidarietà con chi soffre?”.
Anche in questo caso sono le evidenze scientifiche convalidate a livello internazionale che ci
vengono incontro. Da anni si sa che le staminali prelevate da viventi allo stadio embrionale
provocano crisi di rigetto
e forme tumorali nei pazienti che le ricevono (Vogel, in “Science” 2000, p. 1418). Inoltre, oltre
che nocivo, è anche inutile usare per la ricerca gli embrioni umani che sono attualmente
congelati perché esistono da anni delle banche di staminali embrionali secondarie, il cui uso
non comporta
nessun problema etico, perché non implica la soppressione di nessun embrione. Faccio notare
come la terza citazione ammetta implicitamente la dignità umana dell’embrione umano e come
affermi uno strano concetto di solidarietà: l’uomo allo stadio embrionale sarebbe destinato ad
un’azione di solidarietà con chi soffre. Ma perché un’azione possa dirsi solidale è necessario
che chi la compie paghi di persona e non che faccia pagare ad altri. Ora nel caso proposto sono
dei biologi o dei ginecologi
che destinerebbero alla ricerca dei propri simili allo stadio embrionale, senza che questi ultimi
possano dire nulla.
4) Dicono “vota sì per consentire la fecondazione eterologa e permettere, anche alle coppie con
problemi gravi di sterilità, di avere figli”. E’ una formulazione accattivante: sembrerebbe che la
legge sia proprio cattiva
perché vieta di avere figli a chi li desidera e vieta un atto di generosità come la donazione di
gameti. Ma nessuno ha diritto ad avere un figlio per il semplice motivo che i diritti si esercitano
solo sulle cose e mai sui propri simili, altrimenti li riduciamo a cose o a schiavi dei nostri
desideri. Una coppia può avere il nobilissimo desiderio di avere un figlio, ma questo desiderio
non potrà mai trasformarsi in un diritto al figlio. La legge, vietando la fecondazione eterologa,
vuole tutelare il bambino perché abbia un padre e una madre che, biologicamente ed
effettivamente siano identificabili. Difende il diritto del minore di sapere chi sono i genitori che lo
hanno generato. Quindi, gli slogan usati dal comitato per il sì si reggono su due gambe. La
prima è l’infondatezza medico-scientifica: sembra che non conoscano la letteratura scientifica
più recente su questa complessa materia. La seconda è l’inganno fraudolento dietro il quale - e
non c’è bisogno della zingara per indovinarlo - ci sono gli ingenti interessi
economici dei laboratori che praticano la fecondazione extracorporea ( il costo di un ciclo di
fecondazione oscilla dai 5000 euro ai 10.000 euro). Sono gambe traballanti. Speriamo che non
reggano più. Io non andrò a votare per questi tre motivi: 1) l’onere della prova spetta a chi ha
promosso i referendum. Sarà lui a dover dimostrare che il 51 per cento degli italiani è
contrario alla legge vigente; 2) se anche andassi a votare no, farei il gioco dei sì: ammettiamo
che su 100 italiani 51 vadano a votare, e che questi 51 si dividano in 31 sì e 20 no; allora i 20 no
avrebbero aiutato il sì, perché se fossero stati a casa il referendum non sarebbe passato; 3) non
voglio peggiorare la legge attuale.
Giorgio M. Carbone
Professore di Bioetica a Bologna presso la
Facoltà di Teologia dell’Emilia Romagna