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  1. #1
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    Post etnonazionalismo volkish

    http://www.terradegliavi.org/kaliyug...o_volkisch.htm

    Associazione Culturale Identità e Tradizione

    L'etnonazionalismo völkisch




    L'etnonazionalismo, e gli etnonazionalisti, si rifà al federalismo etnico, forma modernizzata del nazionalismo etnico e dell’ideologia völkisch. Tale ideologia assegna la priorità alla tutela del Volk, inteso come comunità di Sangue e Suolo. L’etnicità costituisce per noi etnonazionalisti völkisch il criterio fondante della nazione, che prende corpo attraverso la forza del Sangue. Il singolo individuo è pertanto subordinato al volere della Volksgemeinschaft, della comunità etnica.

    Nella nostra visione etnonazionalista la mappa geopolitica dell’Europa deve essere ridisegnata, attraverso la nascita di una Federazione europea etnica, costituita da Regioni-Stato, etnicamente omogenee. Ecco perché nel nostro “edificio etnocentrico” non vi è posto per lo Stato nazionale etnicamente eterogeneo. Il pensiero etnonazionalista si rifà ad una concezione oggettiva della nazione, che corrisponde al Volk della tradizione di Herder, Fichte e M.H.Boehm. Bisogna sostituire gli Stati nazionali etnicamente pluralisti, e quindi ingiusti, con un insieme d’unità etnicamente omogenee.Lo Stato nazionale di matrice massonica e giacobina, è il nemico in quanto si è storicamente sviluppato come realtà istituzionale etnicamente eterogenea, che non fonda i diritti di cittadinanza sull’appartenenza etnica.

    Un indispensabile criterio per comprendere l'etnonazionalismo deve essere la conoscenza del pensiero völkisch, che si sviluppò in Germania e nelle università tedesche tra gli anni ‘20 e ‘30. Il pensiero völkisch nasceva da un profondo Kulturpessimismus presente in alcuni strati della società tedesca e si concretizzava in un’avversione per gli aspetti materialistici della moderna società industriale. Antiindustrialismo e antiurbanesimo, anticapitalismo e antiliberismo, coniugate ad una volontà di ritornare all’Ahnenerbe, all’eredità degli Avi: sono queste alcune delle facce con cui tale pensiero si mostrava, e proprio nel pensiero völkisch questi aspetti s’intrecciavano indissolubilmente. L’aggettivo völkisch sarebbe stato introdotto, secondo il germanista von Pfister, nel 1875 in sostituzione alla parola “national”. Il pensiero völkisch, che aveva le sue radici profonde nel periodo delle guerre napoleoniche ed in istanze romantiche, nasceva da un senso di frustrazione rispetto ad un’unificazione compiuta sotto l’egida prussiana e ad una scissione confessionale del paese, per recuperare un’identità etnonazionale più profonda e genuina, che si basasse sullo spirito popolare. Germanesimo ed antropologia razziale, antimodernismo e biologismo sono alcune delle facce che caratterizzano il pensiero völkisch. Un legame di popolo a livello biologico attraverso il Sangue e la Razza ed un mitico radicamento nel Suolo dell’Heimat, nell’idioma e negli usi e costumi trasmessi dalla Tradizione rappresentano il pensiero völkisch. La forza di tale pensiero risiede proprio nella profonda carica emotiva e passionale che era (è) capace di trasmettere.

    Dunque la teoria völkisch, termine che in italiano si traduce in “etnonazionale”, sostiene la prevalenza di una concezione della cittadinanza che contrappone “das Volk” a “the people”.

    Secondo la concezione etnonazionalista il diritto di cittadinanza dovrà spettare solamente a chi appartiene per diritto di Sangue alla comunità etnica.

    Per questo per noi etnonazionalisti lo " jus sanguinis " è un punto fermo, irrinunciabile.

    “The people” significa invece “jus soli”, diritto del suolo: la cittadinanza si acquisisce semplicemente risiedendo in un posto, e questa è la concezione tipica dello stato nazionale multietnico e giacobino-massone nato dalla Rivoluzione Francese.

    La nostra teoria völkisch etnonazionalista pone un’importanza speciale sulla supremazia della nazione rispetto all’individuo: per noi etnonazionalisti Razze, Etnie, Stirpi, Nazioni sono le categorie umane fondamentali, rifiutiamo categoricamente il concetto che le popolazioni siano flessibili e mutevoli, senza correlazione fra caratteristiche fisiche e culturali.
    Vi sono sicuramente analogie di pensiero tra alcuni esponenti della Nuova Destra (es : Guillame Faye, Robert Steuckers,.) e noi etnonazionalisti völkisch, tali analogie si possono individuare nelle seguenti idee-guida:

    a) Il federalismo basato sul criterio etnico quale elemento costitutivo di un nuovo ordine europeo (“L’Europa delle comunità etnonazionali e delle Stirpi”), in cui alla disintegrazione degli Stati nazionali etnicamente eterogenei corrisponda la nascita di una federazione di Stati regionali etnicamente omogenei; il federalismo quale forma istituzionale che consenta l’esercizio del diritto all’autodeterminazione;

    b) La richiesta di una nuova mappa politica dell’Europa, con la modifica degli odierni confini, da noi considerati artificiali;

    c) La priorità assegnata ai diritti collettivi, di gruppo, rispetto ai diritti fondamentali dell’individuo; l’avversione verso l’universalismo;

    d) Il rigetto della società multiculturale, considerata fonte di conflitti interetnici, la teorizzazione di forme del pensiero differenzialista.

    e) L’esaltazione di comunità naturali e omogenee contrapposte all’idea di nazione nata dalla rivoluzione francese.

    f) La relativizzazione della democrazia liberale, che necessita di correttivi etnici.

    Nostro punto di riferimento culturale sono:

    Intereg: (Internationales Institut fur Nationalitatenrecht und Regionalismus, ossia Istituto Internazionale per il diritto dei gruppi etnici e il regionalismo). Finanziato attraverso la Bayerische Landeszentrale fur Politische Bildungsarbeit (ente centrale bavarese di istruzione politica), fino alla sua scomparsa è sostenuto caldamente da Franz Joseph Strauss. Nella dichiarazione istitutiva dell’Intereg si precisa l’obbiettivo di una “ relativizzazione degli stati nazionali”, al fine di conseguire “l’affermazione di un diritto dei gruppi etnici e dei princìpi dell’autodeterminazione e dell’autonoma stabilità delle regioni”.

    BdV: (Bund der Vertriebenen), è l’associazione regionale dei tedeschi espulsi dopo il 1945 dai territori orientali del Terzo Reich. Intereg nasce grazie al land della Baviera e su iniziativa dei profughi dei Sudeti, la regione popolata da tedeschi grazie a cui Hitler invase la Cecoslovacchia. Il BdV non riconosce gli attuali confini della Germania .

    SL: (Sudetendeutsche Landsmannschaft), è la lega dei profughi dei Sudeti.

    Fuev: (Federalistiche Union Europaischer Volksgruppen), Unione federalista delle comunità etniche in Europa. Per gruppo etnico, secondo la Fuev, si intende una comunità che si definisce ”attraverso caratteri che vuole mantenere come la propria etnia, lingua, cultura e storia”.
    Dopo la caduta del muro di Berlino e dell’Urss, tre milioni di cittadini di origine tedesca sono presenti negli stati post sovietici, per cui Bonn, dopo il 1989, ha iniziato a finanziare la Fuev.

    VdA: (Verein fur das Deutschum in Ausland), associazione per la germanità all’estero Guy Héraud: coeditore di “ Europa Ethnica”, organo ufficiale della Fuev e di Intereg, figura nel comitè de patronage della “Nouvelle Ecole”, la rivista della nuova Destra francese. E’ il padre del federalismo etnico, la dottrina istituzionale che presenta le “Piccole Patrie”, nate dalla secessione dallo Stato nazionale multietnico, come l’estremo bastione contro la globalizzazione e l'invasione allogena.

    “Padre spirituale” del nazionalismo etnico è R.W. Darré e il suo testo, fondamentale per ogni etnonazionalista, è “Neuadel aus Blut und Boden”( Ed.di Ar): l’indissolubile binomio di “sangue e suolo” esprimeva la carica fortemente etnonazionalista e biologista del pensiero ruralistico di Darré. L’uomo, considerato innanzi tutto nella dimensione biologica di portatore e custode nel suo sangue di un prezioso patrimonio genetico, doveva realizzare la sua esistenza attraverso un’intima fusione con la terra. Egli doveva “come la pianta mettere radici nel suolo per prendere parte alla forza primigenia, eternamente rinnovatesi della terra”. “ Vogliamo far diventare di nuovo il sangue e il suolo il fondamento di una politica agraria tedesca chiamata a far risorgere il “contadinato” e con ciò superare le idee del 1789, cioè le idee del liberalismo. Perché le idee del 1789 rappresentano una Weltanschauung che nega la razza, l’adesione al contadinato invece è il nucleo centrale di una Weltanschauung che riconosce il concetto di razza. Intorno al contadinato si scindono gli spiriti del liberalismo da quelli del pensiero völkisch”. Tra i molti importanti esponenti del pensiero völkisch vi furono: Julius Langbehn (“Rembrandt als Erzieher”), Paul de Lagarde („Deutsche Schriften”), il movimento dei Wandervogel, W.Schwaner (“Aus heiligen Schriften germanischer Völker”), Hermann Ahlwardt (“Der Verzweiflungskampf der arischen Völker mit dem Judenthum”), Artur Dinter ( Die Sünde wider das Blut), H.F.K.Guenther (“Rassenkunde des deutschen Volkes”, ”Rassenkunde Europas”, “Rassengeschichte des hellenischen und des römischen Volkes”), Friederich Naumann , Alfons Stoecker e infine Georg Ritter von Schönerer.

    Il Sangue è veicolo di eredità biologiche e di aneliti al trascendente.Col Sangue si trasmettono geni, potenzialità, attitudini caratteriali. Si eredita e si trasmette col Sangue l'inclinazione genetica ad identificarsi in un certo sistema di valori e la capacita di conferire determinati contenuti alle proprie esperienze: in una parola col Sangue si eredita e si trasmette anche una cultura, intesa come visione del mondo.

    Il Suolo è la patria a cui apparteniamo per volere e diritto divino.E' la terra bagnata dal Sangue degli Avi che in secoli di guerre sono morti per difenderla, ed hanno trasmesso a noi, loro posteri, un esempio di dedizione ai valori della Stirpe.

    Etnia, cultura e territorio sono pertanto inscindibili.

    Il concetto di Sangue e Suolo non è certo astratto e trova un riscontro materiale nelle mappature genetiche italiane, che dimostrano in maniera scientifica come non esista in termini etnici un popolo italiano e come gli antichi popoli preromani siano ancora oggi presenti con i loro geni.
    Anche linguisticamente le differenze sono nette e parlare di dialetti è un eufemismo non supportato da riscontri scientifici. Non si può inoltre confondere la razza con l'etnia, ragion per cui gli Europei autoctoni sono razzialmente omogenei ed etnicamente divisi. Il Sacro Romano Impero della Nazione Germanica, unendo nella diversità rimane l'esempio più alto di un'Europa forte, libera e rispettosa delle tante patrie che la compongono. Detto questo riteniamo comunque che di fronte al pericolo immediato e mortale per l'intera Civiltà europea di un’immigrazione che è un'autentica invasione, sia oggi più importante ricercare i valori della comune Tradizione europea ed unire le forze per salvare il salvabile. Lo stato italiano è condannabile in quanto giacobino e perciò centralista e mondialista e nemico delle etnie che lo compongono.
    Un'etnofederazione europea basata sui valori dell’Identità etno-nazionale e della Tradizione potrebbe essere un passo fondamentale verso la costruzione di quella Europa dei Popoli tanto sognata.

    Il Segretario della Associazione Culturale Identità e Tradizione
    Federico Prati
    e-mail: identita_tradizione@yahoo.it

  2. #2
    Totila
    Ospite

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    Perfetto.
    E chi non si riconosce in queste linee ed orientamenti, è solo un mondialista. Quindi un nemico dell'insieme delle comunità etniche europee.

  3. #3
    Totila
    Ospite

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    Originally posted by percy
    puah, contadiname!
    Ha parlato il cittadino...

  4. #4
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    Originally posted by Totila
    Perfetto.
    E chi non si riconosce in queste linee ed orientamenti, è solo un mondialista. Quindi un nemico dell'insieme delle comunità etniche europee.
    Ottimo!!!
    "Sarà qualcun'altro a ballare, ma sono io che ho scritto la musica. Io avrò influenzato la storia del XXI secolo più di qualunque altro europeo".

    Der Wehrwolf

  5. #5
    El Criticon
    Ospite

    Predefinito Mument!

    Originally posted by Totila
    Ha parlato il cittadino...
    Non potremmo chiedere a costui/costei (percyl?) chiedere esattamente in che cosa consisterebbero le sue osservazioni riguardanti il riprovevole "CONTADINAME"?

    Mument!

    Vogliamo lasciare la parola anche ai pensatori o alle pensatrici o altrimenti pensa-cola?

    Oppprrrcccaaappp ...

    Ma pensa te!

 

 

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