Risultati da 1 a 2 di 2
  1. #1
    email non funzionante
    Data Registrazione
    13 May 2009
    Messaggi
    30,192
     Likes dati
    0
     Like avuti
    11
    Mentioned
    2 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Post «Lega unico baluardo contro la decadenza»

    DUE PAROLE CON LO SCRITTORE



    A margine della presentazione di “Catone l’antico”, tenutasi a Milano nei giorni scorsi, abbiamo intervistato l’autore Eugenio Corti cercando di enucleare gli spunti di riflessione più interessanti.
    Sig. Corti, perchè un romanzo su Catone? Cosa l’affascina di questo personaggio vissuto 2200 anni fa?
    «Marco Porzio Catone, da non confondere col suo discendente Catone l’Uticense, che visse invece all’epoca di Cesare, è un personaggio che affascina soprattutto per la sua fermezza, per la decisione con la quale ha saputo andare contro qualsiasi convenzione. E tutto per sostenere i valori della tradizione. A distanza di oltre duemila anni, possiamo dire che questa grande personalità ha giovato anche a noi. Se oggi il nostro modo di vivere è quello che conosciamo, lo dobbiamo agli eventi della sua epoca, in gran parte influenzati dal suo intervento. Mi riferisco ovviamente allo scontro finale tra Roma e Cartagine, il cui esito decise tutta la successiva storia dell’Occidente».
    Ci viene da pensare al motto catoniano “delenda Carthago”. Se non fosse stato pronunciato, se Cartagine non fosse stata distrutta, che direzione avrebbe preso la Storia?
    «Nel mio libro, alterno le parti narrative a piccoli inserti di approfondimento. In uno di essi affronto proprio questo interrogativo. Credo che se Cartagine fosse sopravvissuta e fosse riuscita a battere Roma oppure a influenzarne la vita economica, avremmo avuto un Occidente privo di libertà. I Cartaginesi mettevano l’economia al centro di tutto, da cui il più spinto sfruttamento del lavoro schiavile, rispetto al mondo romano. Riprendo inoltre la teoria del matematico sovietico Igor Safarevic, secondo cui quasi tutte le civiltà della storia, da Babilonia alla Cina, dall’Egitto ai Maya, furono dispotiche e volte all’organizzazione delle masse per la produzione materiale. In pratica portavano presto o tardi a una forma di schiavitù generalizzata. Safarevic individuava società veramente libere solo nel filone occidentale originatosi dal mondo greco-romano e propagatosi poi al Medioevo europeo dei comuni e agli Stati moderni. Fu in questo contesto che a un certo punto attecchì il Cristianesimo, apportando il valore basilare del rispetto per tutte le persone: un concetto ignoto agli antichi schiavisti».
    Come vede oggi il problema della difesa delle radici dell’Europa?
    «Il fatto che nel testo della Costituzione europea manchi l’accenno alle radici cristiane è un chiaro segno dello stato di decadenza a cui è giunta oggi la nostra civiltà. Vedo però nello spirito giovanile di tanti membri della Lega Nord un baluardo di difesa della nostra società».
    Mi. Mo.
    --------------------------------------------------------------------------------


    [Data pubblicazione: 12/06/2005]
    "Sarà qualcun'altro a ballare, ma sono io che ho scritto la musica. Io avrò influenzato la storia del XXI secolo più di qualunque altro europeo".

    Der Wehrwolf

  2. #2
    email non funzionante
    Data Registrazione
    13 May 2009
    Messaggi
    30,192
     Likes dati
    0
     Like avuti
    11
    Mentioned
    2 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    Catone come Bossi: difensore delle tradizioni
    Attualissimo l’ultimo romanzo del brianzolo Eugenio Corti

    Mirko Molteni
    --------------------------------------------------------------------------------
    Una società rischia di perdere le sue tradizioni ancestrali a causa di una ricchezza economica che porta corruzione e individualismo, mentre dai Paesi stranieri giungono pericolose importazioni di prodotti a basso costo. A questo copione che ci ricorda il mondo di oggi la Storia ha già assistito.
    Due secoli prima di Cristo l’antica Roma veniva incoronata padrona del mondo conosciuto (quello circum-mediterraneo, per capirci) nel corso delle tre vittoriose Guerre Puniche, combattutesi fra Romani e Cartaginesi per un arco totale di 120 anni, cioè dal 264 al 146 avanti Cristo.
    Ma col rango di potenza internazionale i problemi dei Romani si moltiplicavano. I valori della Roma prisca, la più tenace tra le città fondate dai Latini indoariani, si erano abbeverati per molte generazioni alle fonti del coraggio in battaglia e della rusticità di vita dei liberi contadini-soldati che formavano le legioni repubblicane. Come non ricordare l’esempio di Cincinnato, che duecento anni prima, nel 458 avanti Cristo, aveva comandato l’esercito romano battendo gli Equi e i Volsci, per poi rifiutare onori e ricchezze e tornare a coltivare i campi? Le virtù dei primi Romani si sarebbero però spente dopo qualche secolo. Già intorno al 200 a. C. le cose stavano cambiando, complice l’inesorabile infiltrazione di modelli culturali greco-ellenistici.
    Tra i pochi che vedevano lontano e intuivano il rischio della decadenza morale di Roma c’era Marco Porzio Catone (234-149 avanti Cristo). Contadino e soldato, prima ancora che pretore e console, Catone difese i valori degli antenati, il cosiddetto “mos maiorum”. A lui ha dedicato il suo ultimo romanzo uno dei maggiori scrittori viventi, il brianzolo Eugenio Corti.
    Pubblicato dalle Edizioni Ares, “Catone l’antico” è quasi un “film” sulla vita del famoso romano. Una sequela di episodi e dialoghi concisi ed essenziali, scritti nello stile di una sceneggiatura cinematografica, ci accompagnano lungo la vita avventurosa del personaggio. Decenni di storia ci passano sott’occhio, dandoci un quadro originale dei mutamenti politici e sociali conosciuti dalla Repubblica Romana. A fianco di Catone, si può dire insieme a lui “dentro” gli avvenimenti, assistiamo alla Seconda Guerra Punica, all’emergere di spregevoli affaristi e alle strane ambiguità dei Greci. Incontriamo per la prima volta il protagonista nel 216 a. C., quando si arruola 18enne per contribuire a salvare Roma. Negli anni dell’adolescenza di Catone, l’Italia è infatti invasa da un’armata cartaginese guidata dal geniale Annibale, che provenendo dalla Spagna ha valicato i Pirenei e poi le Alpi, calando sulla penisola dal Nord.
    Per la seconda volta Roma vincerà, ma Cartagine sopravviverà e nel giro di 50 anni tornerà a farsi minacciosa, seppure solo sotto l’aspetto commerciale.
    Corti non è nuovo ai romanzi “cinematografici”. La medesima strutturazione per “scene” la ritroviamo in due sue opere ambientate nel 1700: “La Terra dell’Indio”, che narra dei missionari in Paraguay, e “L’isola del Paradiso”, sugli ammutinati del vascello “Bounty”.
    E’ però raccontando di Catone che, ci pare, lo scrittore lombardo raggiunge il massimo risultato. Tale romanzo ci sbalordisce per i parallelismi tra passato e presente. Prendiamo ad esempio la “Scena 190” di pagina 400, in cui l’ormai anziano Catone critica le importazioni di grano straniero da nazioni molto più schiaviste di Roma, in primis Cartagine. Ecco le vive parole del personaggio: «Ancora una volta in queste settimane c’è stata una grande distribuzione al popolo di grano a basso prezzo, e ancora una volta si è trattato di grano siciliano, cartaginese e libico. Io ho cercato di protestare, ma mi hanno fatto vedere, conti alla mano, che quel grano costa la metà del grano prodotto da noi. Non c’è ombra di dubbio: il sistema cartaginese produce a costi molto più bassi del nostro, perchè da noi i produttori sono liberi e quindi devono mantenere con un minimo di decoro le loro famiglie. Da loro, i produttori sono tutti schiavi, e molto più sfruttati dei nostri schiavi».
    Era un “pericolo mortale” quello che Catone vedeva incombere sulla Repubblica, temendo che in futuro anche i proprietari romani si convertissero a un sistema produttivo così disumano. Da qui il suo celebre appello: “Delenda Carthago!”, cioè “Cartagine va distrutta!”.
    Si giunse così alla Terza Guerra Punica, scoppiata nel 149 avanti Cristo. Catone moriva nella sua villa alla veneranda età di 85 anni, proprio mentre i legionari romani sbarcavano sulle lontane sponde africane e cingevano d’assedio la città punica che da oltre cent’anni rivaleggiava con Roma. Stavolta per Cartagine era davvero suonata la campana.


    [Data pubblicazione: 12/06/2005]
    "Sarà qualcun'altro a ballare, ma sono io che ho scritto la musica. Io avrò influenzato la storia del XXI secolo più di qualunque altro europeo".

    Der Wehrwolf

 

 

Discussioni Simili

  1. Berlusconi unico baluardo contro l'effimera sinistra
    Di orpheus nel forum Politica Nazionale
    Risposte: 23
    Ultimo Messaggio: 19-01-13, 15:17
  2. ultimo baluardo contro la decadenza della civiltà italiana
    Di Ungeheuer nel forum Destra Radicale
    Risposte: 9
    Ultimo Messaggio: 08-02-11, 22:37
  3. Risposte: 3
    Ultimo Messaggio: 28-05-06, 07:48
  4. Parlamento Europeo: MSFT unico baluardo dell'interesse nazionale
    Di alternativoDX nel forum Destra Radicale
    Risposte: 11
    Ultimo Messaggio: 17-04-05, 19:40
  5. Lega nord baluardo contro lo strapotere delle banche
    Di Jenainsubrica nel forum Padania!
    Risposte: 1
    Ultimo Messaggio: 24-01-05, 16:13

Permessi di Scrittura

  • Tu non puoi inviare nuove discussioni
  • Tu non puoi inviare risposte
  • Tu non puoi inviare allegati
  • Tu non puoi modificare i tuoi messaggi
  •  
[Rilevato AdBlock]

Per accedere ai contenuti di questo Forum con AdBlock attivato
devi registrarti gratuitamente ed eseguire il login al Forum.

Per registrarti, disattiva temporaneamente l'AdBlock e dopo aver
fatto il login potrai riattivarlo senza problemi.

Se non ti interessa registrarti, puoi sempre accedere ai contenuti disattivando AdBlock per questo sito