[mid]http://pinoulivi.com/midi/cummefama.mid[/mid]
Annetterei il Vaticano al territorio italiano e manderei in esilio tutta quella marmaglia cattobigotta. Dopodiché, riconsegnerei il potere nelle mani del popolo.
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Annetterei il Vaticano al territorio italiano e manderei in esilio tutta quella marmaglia cattobigotta. Dopodiché, riconsegnerei il potere nelle mani del popolo.
così il popolo richiamerebbe gli esiliati e si genufletterebbe al papa per celebrarne il ritorno.
Hai perfettamente ragione. Urtare la sensibilità dei cattolici, sarebbe controproducente. Il potere coercitivo dittatoriale, può essere sfruttato meglio. Si potrebbe laicizzare lo Stato italiano e finanziare il protestantesimo...
mi mandi un pvs e ti consiglio io cosa fare
sarai il mio delfino. Però, se diventi troppo popolare sarò costretto a farti fuori...
la popolarità non è proprio il mio interesse. Poi non ho chiesto il delfinato, sono troppo anziano, mi basta l'incarico "Questione vaticana e sua soluzione".
Concordato
Camillo Ruini, cardinale e presidente della Conferenza Episcopale Italiana, non si fa pregare e difende con decisione e risolutezza il concordato. Ma da chi lo difende? Il tema della revisione è stato posto da forze assolutamente minoritarie. Lo hanno fatto i radicali, che lo fanno da sempre, si sono uniti i socialisti di Boselli, con i quali i radicali stessi hanno in corso un tentativo di alleanza. Contro l'ipotesi della revisione c'è il resto del mondo, da Rutelli a Fassino e Prodi, così come da Berlusconi a Fini e Casini. Ruini, pertanto, combatte una battaglia già vinta in partenza. Il che toglie non poca eroicità alla tenzone.
Uno Stato laico non sente alcun bisogno di firmare concordati, è già, per definizione, la casa di tutti e tutti tutela. Di tutti difende la libertà di culto, ove il rito, naturalmente, non si trasformi in attacco ai diritti di altri (non solo sono proibiti i sacrifici umani, ma anche la sottomissione delle femmine e la loro segregazione non è vista di buon occhio). Il vecchio concordato, quello che fu inserito nella Costituzione grazie al voto convergente dei cattolici e dei comunisti, recava la firma di Mussolini, e conteneva una dose abbondante di insensatezze ed anacronismi. Erano talmente evidenti che Arturo Carlo Jemolo proponeva di lasciar cadere le “foglie morte” del concordato, senza avvertire il bisogno che fosse riformato. Aveva più di una ragione. Fu, invece, il governo presieduto da Bettino Craxi a volerlo aggiornare, ed il nuovo testo è imparagonabilmente migliore del vecchio. Contiene meno “foglie morte” e questo può essere un pregio ed un difetto, dipende dal punto di vista.
Il tema di un'ulteriore riforma, oggi, non esiste. Guardiamo alla sostanza politica delle cose, mettendo a fuoco due temi. Il primo è quello dell'otto per mille. Ciascun contribuente, firmando la dichiarazione dei redditi, può destinare l'otto per mille alla confessione religiosa che preferisce. Trovo che sia giusto. Ma a quelle confessioni, ed in maniera largamente prevalente a quella cattolica, finiscono anche i soldi di chi non indica un bel nulla, anche di chi è contrario. E questo lo trovo ingiusto. Si cambi sistema, si stabilisca che l'otto per mille può essere destinato non solo al culto, ma anche ad altri scopi, e ciascuno decida non più scegliendo solo fra chiese, ma fra diversi impieghi.
Poi c'è un tema più generalmente politico, e civile. Capita che, quando un prelato parla intervenendo su questioni politiche o d'attualità, taluno cerchi di metterlo a tacere, invocando la non ingerenza negli affari italiani. Sbaglia. Non credo che nessuno ci guadagni a togliere la parola a qualcun altro. Credo, al contrario, che il contributo ideale che dalla chiesa può giungere, su non poche questioni e fra queste anche l'aborto e la procreazione, sia importante. Fermo, naturalmente, il diritto di altri di dissentire. Anzi, per essere precisi, a dissentire, fin qui, è la maggioranza degli italiani.
Forse è questa la ragione profonda dell'agitarsi delle gerarchie, consapevoli che il peso politico, inteso come capacità di indirizzare la pubblica opinione, della chiesa cattolica è enormemente scemato. Forse è questa la ragione per la quale si accetta il confronto referendario, ma schierandosi per la comoda e pusilla astensione, forse è questa la ragione per la quale si preferisce far credere che siano forti le in verità deboli minoranze anticoncordatarie.
Davide Giacalone
www.davidegiacalone.it
16 novembre 2005
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tratto da "Il Portale di Nuvola Rossa"
http://www.nuvolarossa.org/modules/n...p?storyid=1752
[mid]http://www.vasconvolti.it/Suoni/Vasco_Laura_v.2.mid[/mid]
LAICITA'/BERTINOTTI: CONCORDATO E 8 PER MILLE NON VANNO CAMBIATI
Leader Prc a 'Corsera': "I crocifissi restino nelle aule"
Roma, 17 nov. (Apcom) - La revisione del Concordato tra Stato italiano e Chiesa cattolica "non è una urgenza nel'agenda del Paese" mentre il presidente della Cei, il cardinale Camillo Ruini, "non è un capopartito". Lo afferma il segretario di Rfondazione comunista Fausto Bertinotti in un'intervista al 'Corriere della Sera'.
"Io non la inserirei nell'agenda delle urgenze - speiga il leader comunista - e lo stesso discorso vale per l'otto per mille. Bisognerà invece aprire una grande discussione su come garantire laicità e convivenza in uno Stato sempre più multireligioso, multietnico, multiculturale".
"Creare un cortocircuito e partire da un punto coonclusivo come il Concordato e l'otto per mille - spiega Bertinotti - sarebbe un errore. Per farmi capire meglio: per la mia storia personale non toglierei mai un crioocifisso da un'aula che lo ospita da anni. Semmai procederei per aggiunta".
"L'ho già detto - conclude Bertinotti - mi ritengo un non credente, ma non mi definirei un ateo. Ma non vorrei che, parlandone, quqlcuno mi accusasse di voler apparire pio".
Bertinotti non ha detto he concordato e 8 x mille non vnno cambiaati, ma che non sono la priorità del prossimo governo.
C'è una bella differenza tra il titolo dell'articolo e le dichiarazioni di Bertinotti.
è più papista di ruini.