In Origine Postato da furbo
Sicuro trattarsi di tre caravelle e non delle tre bananiere che porteranno l'anno prossimo i bananas in esilio?
Ma che tre CARAVELLE.... TRE BANANE
In Origine Postato da furbo
Sicuro trattarsi di tre caravelle e non delle tre bananiere che porteranno l'anno prossimo i bananas in esilio?
Ma che tre CARAVELLE.... TRE BANANE
A NOLEGGIO?In Origine Postato da the union
Furbo ha scritto che;
Sicuro trattarsi di tre caravelle e non delle tre bananiere che porteranno l'anno prossimo i bananas in esilio?
Esatto, sono le tre caravelle "stilizzate"sono poste veso il basso, con una parvenza di mare....rappresentano l'elemento di riflessione filosofica, la quintessenza dell'immaginario.......
(Non credo che i bananas andranno con "bananiere" in esilio, prenderanno panfili a noleggio....)
E' vero che il Berlusca prese in affitto una villa a Portofino (da vero borghese), ma spero che nel frattempo, per competere con un Prodi aspirante Re...abbia imparato a farsele dare gratis.
Le caravelle, intendo.
di necessità virtù
Gent.le MariaVittoria, " Prodi aspirante Re"(?)
Romano Prodi è un "ruscone" come si dice dalle mie parti, "uno che lavora sodo!!!!!"
E' sempre stato un gran lavoratore fin dai tempi dell'isegnamento universitario. Ti ricordo, che nell'ambito della "Fabbrica del programma" (www.lafabbricadelprogramma.it) una delle prime discussioni, è stata dedicata alla scuola,all'insegnamento, al ruolo dei docenti, ai genitori, agli studenti, amministratori, al futuro delle nuove generazioni e la crescita del paese.
Ecco un passaggio;
"Una discussione che al centro vedrà la figura dell’insegnante alla quale è affidata l’educazione delle nuove generazioni e dunque gran parte del futuro del nostro Paese. Un incontro che si svilupperà attorno ad alcuni spunti: con quale fiducia e speranza gli insegnanti affrontano questa responsabilità? Che cosa pensano di loro gli studenti, i genitori, l’opinione pubblica? Che cosa si aspettano gli insegnanti dalla politica? Si sentono protagonisti del cambiamento e delle riforme che in questi anni hanno interessato la scuola o ritengono di subirle? E infine: insegnare è certamente faticoso, ma è anche bello?
Nel corso della giornata verranno esplorate le speranze, le soddisfazioni e le frustrazioni del mestiere per cercare di capire come riconoscere e valorizzare la professione docente e come attrarre nuovi talenti. Una giornata per provare a rispondere alle domande del mondo della scuola."
In riferimento al "gratis" belusconi non nè ha bisogno, posso garantirti che l'unico Italiano in grado di COMPRARSI tutto, ma veramente TUTTO è lui...........
Grazie per l'indicazione: sono iscritta alla news letter della Fabbrica.In Origine Postato da the union
Gent.le MariaVittoria, " Prodi aspirante Re"(?)
Romano Prodi è un "ruscone" come si dice dalle mie parti, "uno che lavora sodo!!!!!"
E' sempre stato un gran lavoratore fin dai tempi dell'isegnamento universitario. Ti ricordo, che nell'ambito della "Fabbrica del programma" (www.lafabbricadelprogramma.it) una delle prime discussioni, è stata dedicata alla scuola,all'insegnamento, al ruolo dei docenti, ai genitori, agli studenti, amministratori, al futuro delle nuove generazioni e la crescita del paese.
Il problema è che il professore sta lavorando su uno schema obsoleto.
Al centro del problema politico bisogna mettere la persona, senza sezionarla: non è distinguendo tra pubblico e privato che si possono risolvere i problemi sociali!!!!
Idem, non è privilegiando un gruppo su di un altro che si migliorano le condizioni di vita comune!!!
Nel caso che proponi all'attenzione - come ho scritto sul sito della Regione Emilia Romagna dedicato alla didattica - occorre passare dal concetto di istruzione a quello di formazione della persona, aprendo il curriculum vitae anche ad esperienze lavorative, di volontariato e sportive.
Accettare la complessità significa responsabilizzare ognuno in qualunque momento e in qualunque attività; senza privilegi, stabilendo regole per la sicurezza tali da garantire uguali diritti e uguali doveri per tutti.
di necessità virtù
CANDIDATI ALLE PRIMARIE!In Origine Postato da MariaVittoria C
Grazie per l'indicazione: sono iscritta alla news letter della Fabbrica.
Il problema è che il professore sta lavorando su uno schema obsoleto.
Al centro del problema politico bisogna mettere la persona, senza sezionarla: non è distinguendo tra pubblico e privato che si possono risolvere i problemi sociali!!!!
Idem, non è privilegiando un gruppo su di un altro che si migliorano le condizioni di vita comune!!!
Nel caso che proponi all'attenzione - come ho scritto sul sito della Regione Emilia Romagna dedicato alla didattica - occorre passare dal concetto di istruzione a quello di formazione della persona, aprendo il curriculum vitae anche ad esperienze lavorative, di volontariato e sportive.
Accettare la complessità significa responsabilizzare ognuno in qualunque momento e in qualunque attività; senza privilegi, stabilendo regole per la sicurezza tali da garantire uguali diritti e uguali doveri per tutti.
Per portare un soffio di modernita'!
Attenzione a sottovalutare il nano.
Se nel simbolo ci sono tre caravelle stilizzate, vuol dire che ripropone il recto di una vecchia moneta d'argento da 500 lire. A parte i numismatici, e chi ce l'ha in casa, le persone più anziane e disorientate, target di riferimento del nano e dei suoi, le ricordano sicuramente. E' una associazione forte con la vecchia (anzi vecchissima) lira.
Grazie per la proposta...in effetti partecipare è l'unico modo per sottoporre all'attenzione delle idee.In Origine Postato da furbo
CANDIDATI ALLE PRIMARIE!
Per portare un soffio di modernita'!
Finora mi sono data una regola: non propormi mai, e accettare una candidatura come indipendente, se vengo invitata.
Conditio sine qua non: poter esprimere liberamente idee che - prima ovviamente di rendere pubbliche - siano condivise sia da me che da chi rappresento.
di necessità virtù
In Origine Postato da MariaVittoria C
Grazie per l'indicazione: sono iscritta alla news letter della Fabbrica.
Il problema è che il professore sta lavorando su uno schema obsoleto.
Al centro del problema politico bisogna mettere la persona, senza sezionarla: non è distinguendo tra pubblico e privato che si possono risolvere i problemi sociali!!!!
Idem, non è privilegiando un gruppo su di un altro che si migliorano le condizioni di vita comune!!!
Nel caso che proponi all'attenzione - come ho scritto sul sito della Regione Emilia Romagna dedicato alla didattica - occorre passare dal concetto di istruzione a quello di formazione della persona, aprendo il curriculum vitae anche ad esperienze lavorative, di volontariato e sportive.
Accettare la complessità significa responsabilizzare ognuno in qualunque momento e in qualunque attività; senza privilegi, stabilendo regole per la sicurezza tali da garantire uguali diritti e uguali doveri per tutti.
MariaVittoria ha scritto che;"Il problema è che il professore sta lavorando su uno schema obsoleto....."
Non è possibile affrontare la complessità del "sistema istruzione" in poche righe di replica...Credo, molto nel futuro...Nel post l'opinione di una persona molto lontana dalle mie convinzioni, ma un'affermazione davvero importante per la firma che porta......
Lo Stato deve investire in istruzione e ricerca
(...) Ma l’innovazione da sola non basta. Le nuove produzioni e i nuovi lavori presuppongono forti investimenti in formazione e ricerca. Il mondo è tornato a viaggiare sulle idee.
Questo dovrebbe renderci tutti più ottimisti. Ma le idee non vengono solo dalla fantasia innata dei geni isolati, sono il prodotto di una applicazione perseverante e di uno studio profondo e diffuso di milioni di individui.
Se dovessimo immaginare quale sarà l’Italia dei prossimi venti anni e se dovessimo avviare un progetto per essere competitivi anche tra venti anni, credo che non ci sarebbe altra risposta che investire nella ricerca. Nessuno di noi sa quali saranno i settori e le produzioni di domani. Ma tutti abbiamo chiara la percezione che chi parteciperà allo sforzo di ricerca mondiale sarà in grado di competere nel mondo di domani.
Dobbiamo investire in ricerca più di quanto oggi facciamo. Siamo agli ultimi posti nella graduatoria dei paesi per investimento nella ricerca. Noi dobbiamo riuscire a spostare nella ricerca un punto di PIL.
Questo è un campo dove le imprese da sole non bastano. La ricerca è sforzo principale di tutta la comunità scientifica del Paese. In ogni Paese, c’è lo Stato dietro il sistema della ricerca nazionale. Questo, non per esonerare le imprese, ma per rendere il senso delle proporzioni. Se il sistema della ricerca è vivace, tutta l’economia è moderna. Le nostre esportazioni sono tradizionali perché il Paese fa poca ricerca. Non era così 30 anni fa.Occorre avviare una vera politica della formazione e della ricerca a livello Paese. Noi non possiamo assistere alla mortificazione del nostro sistema di educazione. I Paesi in declino non sono quelli che perdono qualche grande impresa, ma sono quelli che non investono nell’educazione e nella ricerca.
E’ lì il segno del declino, il rischio di vivere sul consumo del proprio patrimonio di conoscenze. Scuola e Università sono un patrimonio fondamentale per il nostro Paese, dove si formano i nostri giovani. E’ da lì che verrà il nostro futuro. Ognuno di noi passa o è passato, attraverso queste strutture. Certo, i più fortunati possono scegliere anche strutture estere, più efficienti. Ma la competitività del Paese si misura sulla massa delle competenze,non sulle punte di eccellenza di pochi individui.
Un patto per la riforma del sistema dell’istruzione
Eppure dobbiamo constatare che ogni tentativo di riforma o adeguamento del sistema educativo italiano genera più reazioni negative che sostegni interessati. Qui non ci sono differenze politiche. Oggi è questo Governo che sta incontrando resistenze a varare una buona riforma. Molti degli obiettivi perseguiti, come quello dell’istruzione fino a 18 anni, dell’alternanza scuola lavoro sono validi per tutti.
Ieri c’era un governo diverso politicamente, ma altrettanto ostacolato nei progetti di riforma del sistema dell’istruzione e della ricerca. E se andiamo indietro nel tempo, non è possibile ricordare alcun progetto di reale riforma della scuola che abbia avuto il sostegno delle parti interessate.
Così, il sistema educativo italiano si dibatte tra riforme parziali, carenza di risorse, avversioni interne, attese di rivincite politiche. La pur buona volontà dei singoli operatori del settore non basta più. Ogni riforma avviata rischia di essere annullata da un’altra riforma di segno opposto, che finirà per fare la stessa fine.
Bisogna dirlo chiaro: l’alternanza politica non è e non deve essere un ribaltone istituzionalizzato, dove ogni 5 anni si cambia tutto, per non cambiare mai nulla nella sostanza del Paese.
E’ tempo di sostenere un progetto di progressivo investimento nell’istruzione che coinvolga tutti: le parti sociali, gli operatori del settore, le istituzioni, ma soprattutto la politica.
La mia proposta è semplice. Sull’istruzione e sulla ricerca si gioca il destino del Paese. Bisogna che su un disegno pluriennale di riforma e di obiettivi si impegnino maggioranza ed opposizione affinché, pur nell’alternanza possibile della democrazia, si segua con continuità il progetto di modernizzazione del sistema educativo e della ricerca italiano.
In altre parole, si tratta di applicare alla politica un po’ della logica della concertazione. Questo non è consociativismo, ma senso di responsabilità nei confronti dei cittadini. Ogni formazione politica avrebbe sempre la libertà di interpretare il senso della modernizzazione, ma entro un quadro di obiettivi condivisi. Ogni parte in causa deve saper mettere in discussione se stessa ed accettare la sfida della modernizzazione.
Soprattutto risponderemmo a quell’esigenza d’ammodernamento della ricerca e dell’istruzione che è stato sollevato al Vertice di Lisbona e che è stato riconosciuto valido da tutti, salvo poi essere spesso disatteso. (...)
Estratto dall'intervento del Presidente Luca Cordero di Montezemolo, Assemblea di Confindustria.
Ed io aggiungo;
Salvaguardare i diritti sindacali, civili e professionali dei lavoratori della scuola sul luogo di lavoro e nella società.
Valorizzare e qualificare le professionalità nella scuola: migliorare le condizioni di vita e di lavoro significa realizzare un sistema formativo che risponda ai bisogni ed ai diritti di ogni persona.
Stimolare la crescita professionale e culturale del personale della scuola favorendo, in questo modo, la partecipazione attiva al processo di sviluppo del sistema formativo pubblico ed alla sua democrazia.
Garantire od ogni persona, di qualsiasi età, etnia, cultura reddito e condizione le stesse opportunità di conoscenza, di crescita e di formazione come diritto di realizzazione delle proprie aspirazioni e dei propri bisogni.
Promuovere l'integrazione delle politiche scolastiche e formative favorendo il costituirsi di un sistema di formazione continua.
Ne sei proprio sicuro???!!!In Origine Postato da Alexeievic
[...]
e pensare che i compagni lo criticano perchè liberale......!!!???!!!