Kaos



Gli animali sono gli sfruttati per eccellenza, da sempre i loro corpi sono stati utilizzati in funzione di alimentazione e vestiario, nonché come fonte di divertimento (ma di sofferenza per l'animale) per l'uomo.
Ora con la totale trasformazione della società, da aggregazione comunitaria a complesso industriale, ogni persona o cosa trova spazio per la giustificazione di questo processo di industrializzazione come prodotto finalizzato alla società industriale: l'animale occupa una delle posizioni peggiori, più ingratificanti, di sofferenza ed abuso in questo complesso sistema, che configura l'uomo stesso in una "spesso inconsapevole od incosciente" posizione autolesionista.
Lo sfruttamento animale oggi non è tanto più quello dei rodei, corride (che tuttavia rimangono) o delle battute di caccia (vuoi per sport vuoi per "necessità"), ma è soprattutto uno sfruttamento intensivo e di tipo industriale: l'animale diventa un prodotto e perde non solo l'esistenza ma anche la libertà; ad esempio nei moderni allevamenti in batteria di polli e vitelli, la considerazione della vita di quegli oggetti di produzione non è calpestata bensì cancellata.
Lo sfruttamento animale non è legato solamente all'alimentazione, ma un enorme e superfluo abuso è praticato per il vestiario; superfluo perché non viviamo più nell'età della pietra, dove ci si vestiva di pelli poiché era l'unico modo per ripararsi dal freddo allora conosciuto; al giorno d'oggi la seta, la gomma (per le calzature), la tela, il poliestere, la flanella (cotone), ecc., possono sostituire del tutto e non solo in parte l'abbigliamento umano; non solo le pellicce, su cui tuttavia esiste una maggiore speculazione ed una peggiore situazione per le vittime (molti animali da pelliccia, linci, volpi, leopardi, ermellini, muoiono in agonia trascorrendo giorni interi intrappolati da denti d'acciaio; molti altri, cincillà, visoni, volpi, "vivono" in allevamenti ben poco differenti da quelli di polli e vitelli), ma pure le scarpe in cuoio, scarpe e giacche in camoscio, vestiti, borsette, portafogli e borselli in pelle sono tutti usati a causa di pregiudizi morali, poiché sono "chic", alla moda, oppure è un bel regalo un portafoglio o cintura in pelle; pochi si fermano a pensare che ciò che indossano, poco tempo prima era "indossato" da un altro essere vivente.
Basta poco per ovviare ai vestiti in tessuti animali: jeans, cappotti in flanella, pellicce sintetiche, scarpe in gomma o in tela (molti alternativi adottano già gli anfibi in tela invece di quelli in pelle).
Tratto da:
Il Salto - Spunti di analisi e critica sulla tematica animalista
A cura di Antonio Roberto Budini
Edizioni Anarchismo, gennaio 1995