Oggi ho sentito dell'ennesima tragedia scolastica, un altro alunno (17 anni) che non si aspettava la bocciatura e che anzi la sera prima aveva festeggiato con gli amici la promozione ha visto il suo nome nel cartellone tra quelli bocciati, è ammutolito, poi si è dileguato e si è lanciato dal terzo piano per farla finita. Il ragazzo non è morto, e ora versa in gravissime condizioni all'ospedale.
L'ennesima vittima di un sistema scolastico spietato, che accentra il potere nelle mani di qualche professore che ormai ha sempre più i connotati di un giudice nelle aule di tribunale, personaggi che con le loro scelte (visti anche i tempi in cui viviamo, grazie ai quali ormai senza uno straccio di diploma neanche più lo spazzino si riesce a fare) pregiudicano il futuro e alle volte anche la vita di singoli alunni. Un ragazzino che muore di infarto e un altro che si butta dal terzo piano non sono stati ragazzi che evidentemente della scuola e dell'istruzione se ne sbattevano, se così fosse stato uno non sarebbe morto di crepacuore e l'altro non si sarebbe buttato nel vuoto. Cos'hanno in testa questi professori? Odi personali? Cecità? Insensibilità? Freddo cinismo? Me li ricordo ai miei tempi i bulli, che spesso non venivano bocciati perchè con l'attenuante di provenire da "famiglie difficili", quelli si erano soggetti che se ne strafottevano del sistema e che se venivano bocciati la prendevano come una medaglia al valore. Questo voglio dire, se questi poveri ragazzi che hanno insanguinato la cronaca dei giornali di questi giorni grazie al freddo e imparziale giudizio dei professori che tanto però si scaldano quando si parla di riforme Moratti e che a quanto pare però certe volte non ci pensano due volte a bocciare una persona sensibile, il cui voto di oggi potrebbe pregiudicare il suo intero futuro, relegandolo magari a futuro disoccupato nelle fasce marginali della società fossero stati meritevoli di bocciatura, se fossero stati dei bulli qualificati, dei perdigiorno, dei perfetti asini scolastici, primo si sarebbero aspettati la bocciatura, secondo non l'avrebbero presa come la fine del mondo. I criteri di promozione dovrebbero essere più flessibili, e non solo per certi bulli di periferia o per certe razze protette, ma per tutti; e quando la bocciatura si rende inevitabile, lo dicano, abbiano il coraggio di dirlo prima a chi non se lo aspetta, anzichè far nutrire alle persone false speranze che poi si rivelano docce così fredde così fredde da portare a scelte inconsulte come il suicidio.