Intervista ad Antonio Maccanico: “Ci vorrebbe un partito nuovo. Chiamiamolo Partito Democratico. O Partito d’Azione”
di Aldo Torchiaro
Lei è nella Margherita, ma si definisce lamalfiano. Chi riceve nel panorama politico di oggi l’eredità di La Malfa?
Non c’è un unico erede di La Malfa. E’ la persona che rappresenta meglio un intero filone politico culturale di primo piano, e che fa riferimento al Partito D’Azione e alla scuola democratica di De Sanctis. Tutti coloro che si richiamano alla tradizione repubblicana e ad una posizione di sinistra democratica sono riconducibili a quel filone culturale.
Nostalgia per il Partito d’Azione? Esiste a suo avviso, adesso che tutta l’area riformista e della Margherita è in subbuglio, uno spazio per ridare vita a quel soggetto politico?
Il Partito d’Azione finché è stato partito ha avuto un ruolo di primo piano nella politica italiana, si pensi al contributo di sangue che ha saputo dare.. Ma soprattutto è un partito che si è saputo riallacciare ai problemi irrisolti del risorgimento, con una carica etica particolare, ponendo la politica come religione civile. Io sono stato vicino a questi personaggi, e sono il nipote di Adolfo Tino, fu tra i fondatori del Partito d’Azione a Milano. Membro della componente democratico-liberale.
Poi quel partito si spaccò. Proprio quando la sinistra sembrava sul punto di vincere le elezioni…
Esatto. Si è diviso per una incompatibilità tra le due correnti interne, entrambe decise ad andare fino in fondo. C’erano due visioni contrapposte: quella che occhieggiava ad una alleanza ancorata a sinistra, con i socialisti e quella che voleva che quel partito corresse da solo, come esempio di democrazia repubblicana.
Proprio come sta facendo la Margherita oggi, con una parte legata all’asse riformista ed un’altra che vuole correre da sola…
Bhé, oggi il contesto è del tutto diverso, anche culturalmente diverso. Ed io continuo a sperare che non si arrivi a nessuna scissione. Ma c’è un esperimento in corso, che io spero possa continuare.
A cosa può portare quest’esperimento?
Io sono uno dei più convinti sostenitore dell’embrione del partito democratico.
E allora spero che un giorno si superino le frammentazioni della politica di oggi, in nome delle lezioni della storia. E si arrivi ad avere un grande partito per i democratici italiani.
(08 giugno 2005)