Kasper e Kirill: gli uomini del dialogo fra cattolici e ortodossi

di Simona Santi/ 22/06/2005

Decisiva la visita del cardinale Kasper a Mosca e il colloquio con il metropolita Kirill. Intanto il Patriarcato ha reso noto un documento sull’atteggiamento della Chiesa ortodossa verso i non ortodossi e le organizzazioni interconfessionali.




Entra nel vivo la visita del cardinale Walter Kasper, presidente del pontificio consiglio per l’Unità dei Cristiani a Mosca. L’obiettivo del viaggio dell’inviato del Papa è quello di “riprendere il dialogo tra la Chiesa cattolica e quella ortodossa russa alla luce del nuovo pontificato di Benedetto XVI”. Così si è espresso padre Vsevolod Ciaplin, vicecapo del dipartimento relazioni esteri del Patriarcato Ortodosso, intervistato dall’agenzia russa Itar-Tass. Ciaplin non si è voluto sbilanciare più di tanto e ha precisato che “non è previsto alcun incontro fra il cardinale e il patriarca Alessio II”, capo della Chiesa ortodossa russa. Ci sarà invece, ha precisato, “un breve incontro di lavoro col metropolita Kirill (numero due della gerarchia ortodossa russa), nelle sue vesti di partner ufficiale del dialogo tra le due Chiese. Fu lo stesso Kirill a rappresentare la Chiesa russa sia ai funerali di Giovanni Paolo II, sia alla messa di insediamento di papa Ratzinger. Kasper, giunto a Mosca lunedì sera, si fermerà nella capitale russa fino a venerdì.

E proprio oggi è stato diffuso un documento intitolato “Sull’atteggiamento della Chiesa ortodossa verso i non ortodossi e le organizzazioni interconfessionali”. Un testo stilato dal Santo Sinodo nell’aprile scorso sulla relazione tra il Patriarcato di Mosca e la Chiesa ortodossa all’estero. Il documento mette in evidenza le preoccupazioni del Patriarcato ortodosso per le derive laiciste che si registrano “in una parte significativa del mondo protestante” e il rifiuto di ogni “sincretismo religioso”. “Una significativa parte del mondo protestante ha stretto un patto con l’umanesimo liberale, perdendo sempre più il suo legame con la tradizione della Santa Chiesa – si legge nel documento - e cambiando le norme stabilite dalla moralità e dagli insegnamenti dogmatici”.

Per il Patriarcato “simili derive suscitano una profonda preoccupazione e hanno portato la Chiesa ortodossa a ripensare la sua relazione con diverse confessioni e organizzazioni inter-confessionali”. “La Chiesa ortodossa – prosegue il testo - esclude ogni possibilità di comunione liturgica con i non-ortodossi. In particolare, ritiene impossibile per gli ortodossi partecipare ad azioni liturgiche connesse con i cosiddetti servizi religiosi ecumenici o inter-confessionali”. Tuttavia, “non è esclusa la possibilità di cooperazione con i non-ortodossi, per esempio, nell’aiuto agli emarginati e in difesa degli innocenti, in azioni contro l’immoralità e partecipando ai progetti di solidarietà ed educativi”. Il dialogo rimane “necessario per superare pregiudizi e sfatare false opinioni, mentre non è necessario sminuire o oscurare le differenze tra l’ortodossia e le altre confessioni”.



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