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    INNAMORARSI DELLA CHIESA
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    Smile L’Opus Dei al di là dei miti

    L’Opus Dei al di là dei miti

    Inchiesta del vaticanista John L. Allen

    ROMA, venerdì, 23 dicembre 2005 (ZENIT.org).- E’ stata appena pubblicata la prima inchiesta giornalistica sotto forma di libro sull’Opus Dei che cerca di separare i fatti dalla finzione.

    Il volume è intitolato “Opus Dei, uno sguardo obiettivo al di là dei miti e la realtà della forza più controversa della Chiesa cattolica” (“Opus Dei, An Objective Look Behind the Myths and Reality of the Most Controversial Force in the Catholic Church”).

    Per la prima volta, un giornalista nordamericano ha potuto addentrarsi nei segreti di questa organizzazione. John L. Allen, vaticanista della rivista “National Catholic Reporter”, ha dedicato un anno ad intervistare persone dell’Opus Dei in Italia, Spagna, Kenya, Stati Uniti, Perù ed altri Paesi.

    Il giornalista ha anche parlato con ex membri dell’Opus Dei. Il risultato sono 400 pagine in cui questo corrispondente dal Vaticano, che collabora anche con i canali televisivi BBC e CNN, traccia un quadro generale dell’Opus Dei, la forza “più misteriosa e controversa della Chiesa cattolica”.

    I temi trattati vanno dalla separazione tra uomini e donne all’uso del cilicio e alle finanze dell’organizzazione.

    Il libro è stato pubblicato negli Stati Uniti da Doubleday e in Inghilterra da Penguin. E’ già stato tradotto in portoghese e in coreano e presto verranno pubblicate traduzioni in varie lingue, compreso l’italiano.

    Lei constata che l’Opus Dei non è poi così brutta come sembrava. E’ questa l’idea generale del suo libro?

    Allen: Lo scopo del mio libro è essere il più obiettivo possibile su un tema che non è caratterizzato da una discussione obiettiva. L’idea è separare i fatti dalla finzione, offrendo gli strumenti perché abbia luogo una discussione razionale, che si basi sui fatti e sulla realtà e non sui miti o sugli stereotipi.

    Non era mia intenzione “convertire” i lettori ad una posizione particolare sull’Opus Dei, e la mia esperienza è che la maggior parte delle persone che hanno letto il libro continua a non aver modificato le proprie impressioni fondamentali, ma forse si sente un po’ più informata, e meno allarmata.

    Dall’altro lato, visto che l’Opus Dei ha un’immagine molto negativa in alcuni settori, qualsiasi paragone serio di questa immagine con la realtà farà sì che il gruppo sembri inevitabilmente più umano, meno nefasto di ciò che alcuni credevano in precedenza.

    Per parlare di numeri, l’Opus Dei ha nel mondo 85.000 membri, vale a dire lo stesso numero all’incirca di fedeli della diocesi di Hobart, nell’isola della Tasmania (Australia). Il gruppo conta anche 164.000 “cooperatori”, sostenitori, per la maggior parte donne.

    Fuori dalla Spagna, dove l’Opus Dei è nata nel 1928, rappresenta un frammento minuscolo – quasi invisibile – della comunità cattolica; negli Stati Uniti, ad esempio, ci sono circa tremila membri su una popolazione cattolica totale di 67 milioni di persone.

    In totale gli attivi dell’Opus Dei – vale a dire il valore fisico di tutte le risorse registrate come “opere corporative” dell’Opus Dei – ruotano intorno ai 2.800 milioni di dollari statunitensi.

    Se può servire come paragone, la General Motors nel 2003 ha dichiarato attivi equivalenti a 455.000 milioni di dollari. Anche per lo standard cattolico, gli attivi dell’Opus Dei non sono troppo impressionanti. Nel 2003 l’Arcidiocesi di Chicago ha dichiarato 2.500 milioni di dollari. I Cavalieri di Colombo, organizzazione di laici cattolici negli Stati Uniti, gestiscono un programma di previdenza sociale che da solo viene stimato in 6.000 milioni di dollari.

    Quanto al potere, l’Opus Dei non ha che circa 40 degli oltre 4.500 Vescovi cattolici del mondo, inclusi i Cardinali, e circa 20 dei 2.500 funzionari della Curia romana, con un solo capo di Dicastero vaticano.

    In realtà, l’influenza dell’Opus Dei all’interno del cattolicesimo è più limitata di quanto molti immaginano. Per ogni battaglia vinta dai membri dell’Opus Dei in Vaticano nel corso degli anni, ce ne sono altre che sono state perse.

    Nonostante sia un’apprezzata macchina di reclutamento, la percentuale di crescita dell’Opus Dei è piuttosto bassa. A livello mondiale aderiscono circa 650 membri all’anno, e in alcuni luoghi la situazione è praticamente stagnante. Negli Stati Uniti, l’Opus Dei ha circa tremila membri dall’inizio degli anni Ottanta.

    Tutto questo fa capire che l’Opus Dei non è così imponente come alcuni miti farebbero credere. Ironicamente, le persone più determinate a credere nel potere occulto dell’Opus Dei generalmente non sono i suoi membri, ma i suoi critici, che vedono nella sua struttura modesta una maschera di immensa influenza inavvertita.

    Il denaro, il potere, la mortificazione, l’“Octopusdei”… la parte più consistente del suo libro cerca di “purificare” il mistero che circonda l’Opus Dei. Pensa di esserci riuscito?

    Allen: Non sono così ingenuo da credere che i pregiudizi e le teorie di cospirazione che si sono formate in settant’anni crollino dal giorno alla notte con questo libro. Ciò che spero, tuttavia, è che la vera informazione fornita nel libro, in buona parte pubblicata per la prima volta, rappresenti un punto di partenza per la discussione futura.

    C’è un dibattito legittimo di cui si deve tener conto per quanto riguarda alcuni aspetti della cultura interna e la vita pratica dell’Opus Dei, e in base alla mia esperienza la questione si sta dibattendo, in primo luogo, all’interno dello stesso Opus Dei.

    La domanda su come l’Opus Dei potrebbe rendersi più trasparente senza compromettere la propria identità, ad esempio, è un punto estremamente ragionevole da affrontare. L’Opus Dei deve comprendere sempre meglio che non solo ha una responsabilità nei confronti di se stessa e della memoria di san Josemaría Escrivá, ma più in generale nei confronti della Chiesa cattolica, e quindi dovrebbe fare il possibile per rispondere a domande e dubbi legittimi.

    Allo stesso tempo, l’Opus Dei è stata anche una calamita per alcune delle accuse e delle speculazioni più selvagge nel corso degli anni, e spero che il libro aiuti a chiarire questi fraintendimenti affinché abbia luogo una discussione più produttiva.

    Leggendo il suo libro, risulta quindi che l’Opus Dei non ha potere né influenza come sembra. Perché, allora, questa controversia e l’aura di mistero che le si è creata intorno?

    Allen: Secondo me, questa è la grande ed unica domanda sull’Opus Dei: cos’ha fatto questo gruppo relativamente piccolo, con una ricchezza e un’influenza modeste, per diventare la figura oscura dell’immaginazione cattolica? Penso che la risposta sia complessa e si basi almeno su quattro fattori.

    1) L’Opus Dei è cresciuta nella Spagna franchista, per cui è stata associata per molto tempo al fascismo spagnolo;
    2) L’Opus Dei e i gesuiti hanno intrapreso una feroce “guerra di frontiera” per le vocazioni giovanili in Spagna negli anni Trenta, generando una rivalità che ha perseguitato l’Opus Dei ovunque vada, a causa dell’estesa rete mondiale dei gesuiti;
    3) Dopo il Concilio Vaticano II, l’Opus Dei è diventata un simbolo delle maggiori battaglie all’interno del cattolicesimo tra la sinistra e la destra;
    4) Nell’epoca di Giovanni Paolo II, l’Opus Dei ha ottenuto un favore papale considerevole, generando invidia in alcuni settori ed opposizione ideologica in altri. In altri termini, l’Opus Dei rappresenta un tipo di “tormenta perfetta”, in cui una combinazione di fattori storici e politici si è scontrata perché si attribuisse a questo gruppo uno status mitico che non si giustifica con il suo profilo sociologico reale.

    Se io fossi dell’Opus Dei la ringrazierei senz’altro per il suo libro. Ha ricevuto molti messaggi in questo senso?

    Allen: Ho avuto notizia di vari membri dell’Opus Dei che ringraziano per quello che considerano un trattamento relativamente equilibrato nel libro.

    Altri, tuttavia, non sono contenti di quello che vedono, ritenendo che mi concentro troppo sulle controversie che circondano l’Opus Dei. Considerano l’Opus Dei la loro famiglia, ed è sempre doloroso sentire accuse contro i propri cari, anche quando vengono rivolte nel mondo più equilibrato del mondo.

    Direi che ho ricevuto la stessa reazione dai critici dell’Opus Dei. Alcuni pensano che il libro abbia dato la giusta voce alle loro preoccupazioni, altri, convinti che l’Opus Dei sia pericolosa, sentono che non mi sono spinto troppo oltre, al momento di presentare i suoi errori.

    Questa reazione illustra purtroppo la forte polarizzazione di buona parte della polemica sull’Opus Dei.

    Personalmente pensa di non adattarsi alla struttura dell’Opus Dei: se n’è accorto ora, dopo la sua ricerca, o già lo sapeva?

    Allen: Come giornalista, per una questione di principio, non faccio parte di gruppi all’interno della Chiesa, perché ho bisogno di conservare la mia imparzialità.

    Per questo motivo, non mi sono mai posto seriamente la questione della mia adesione all’Opus Dei o a qualsiasi altro gruppo. Le oltre trecento ore di interviste e viaggi in otto Paesi che ho realizzato per redigere questo libro mi hanno fatto capire chiaramente che, se decidessi di far parte di un gruppo cattolico, sicuramente non sarebbe l’Opus Dei.

    Non si tratta di mancanza di rispetto o del fatto che ho paura dell’Opus Dei; al contrario, ho finito per ammirare la maggior parte delle persone che ho incontrato nell’Opus Dei, e in generale mi è sembrato che la loro compagnia fosse altamente stimolante e piacevole. Ci sono, tuttavia, un “programma giornaliero di vita” per i membri dell’Opus Dei e una serie di aspettative sull’assistenza ad avvenimenti, eccetera, che mi sembrerebbero opprimenti.

    Io sono un classico “figlio unico”, nel senso che mi piace controllare il mio tempo e il mio spazio. Non mi piace che mi vengano stabiliti degli orari, o che mi si dica quando devo pregare o come.

    Permettetemi di essere chiaro: è una questione di gusto personale. Ammiro l’impegno che vedo nei membri dell’Opus Dei, e la mia percezione è che la maggior parte di loro è estremamente soddisfatta delle proprie esperienze.
    Fraternamente Caterina
    Laica Domenicana

  2. #2
    INNAMORARSI DELLA CHIESA
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    “Noi membri dell’Opus Dei non siamo né angeli né demoni”

    Intervista a Marc Carroggio, responsabile internazionale dell’Ufficio Stampa dell’Opus Dei


    ROMA, venerdì, 23 dicembre 2005 (ZENIT.org).- Il responsabile dei rapporti con i giornalisti internazionali dell’Opus Dei a Roma, Marc Carroggio, riconosce di “essere soddisfatto” del libro che il giornalista vaticanista John L. Allen ha appena pubblicato.

    “Opus Dei, uno sguardo obiettivo al di là dei miti e la realtà della forza più controversa della Chiesa cattolica”, è l’ultimo volume scritto dal corrispondente da Roma del “National Catholic Reporter” e per il momento pubblicato in inglese (“Opus Dei, An Objective Look Behind the Myths and Reality of the Most Controversial Force in the Catholic Church”), portoghese e coreano.

    Marc Carroggio ha detto a ZENIT che questo è il primo libro che confronta spassionatamente i “miti” sull’Opera (nome con cui è conosciuto l’Opus Dei) e la realtà.

    Il volume, edito da Doubleday, è un reportage giornalistico, spiega il portavoce, affermando che l’autore ha “compreso bene la natura dell’Opus Dei”.

    In questa intervista Marc Carroggio svela la motivazione principale dei membri dell’Opus Dei, “seguire un ideale spirituale che ci entusiasma”, e andando oltre il mito che coinvolge questa organizzazione constata: “Siamo gente in carne ed ossa, con errori e successi”.

    Sarete contenti, questo libro smonta tutti i luoghi comuni relativi all’Opus Dei.

    Carroggio: Ho lavorato all’Ufficio informazioni di Roma mentre John L. Allen scriveva questo libro. Non posso negare di essere soddisfatto, e non mi riferisco tanto al risultato quanto al metodo.

    Penso che l’autore fornisca molti dati, dopo aver impiegato centinaia di ore a raccogliere informazioni ed opinioni di ogni genere; situa i dati nel loro contesto, di modo che si possano comprendere i motivi di molti atteggiamenti; ha ascoltato tutte le campane ed ha trattato con rispetto tutti i campanari; e, infine, lascia che il lettore giunga liberamente alle proprie conclusioni.

    Penso che siano qualità molto apprezzabili in un libro di questo tipo. I luoghi comuni sono ostacoli al dialogo e al dibattito spassionato.

    In questo senso, qualsiasi sforzo per smontare falsi clichés è positivo.

    I paragoni sono odiosi, ma non posso evitare di segnalare che l’autore del “Codice Da Vinci” non è mai stato in un centro dell’Opus Dei, e che io sappia non ha mai parlato con una persona dell’Opus Dei.

    Il ritratto che fa dell’Opera nel Codice esiste solo nella sua immaginazione. Penso che il lavoro di Allen possa servire affinché molti lettori di questo romanzo, che non conoscono l’Opus Dei in prima persona, si rendano conto che non siamo “né angeli né demoni”. Siamo gente in carne ed ossa, con errori e successi, con difetti e il desiderio di seguire un ideale spirituale che ci entusiasma.

    L’autore ha avuto accesso – e lo spiega – a documenti che non sono alla portata del pubblico. E’ stato in centri dell’Opus Dei per numerari, ha intervistato decine di persone dell’Opera, si è imbevuto di ciò che significa “essere dell’Opus Dei”. Secondo lei, cosa manca per comprendere meglio l’Opus Dei?

    Carroggio: Penso che l’autore abbia compreso bene l’Opus Dei, la natura del suo messaggio, le ragioni delle sue proposte, lo stile di vita dei suoi fedeli: i nostri ideali e anche le nostre limitazioni.

    Questo libro è un reportage giornalistico, non una tesi di Teologia né un trattato di Storia della Chiesa. Il suo approccio è più che altro sociologico, anche se presta grande attenzione alla dimensione spirituale. Lo stesso autore sottolinea che il suo proposito non è quello di spiegare in modo esaustivo l’Opus Dei, ma quello di confrontare i miti con la realtà.

    Di conseguenza, dedica molto spazio a questioni relativamente secondarie nella vita dell’Opus Dei, ma che sono state oggetto di attenzione da parte dei mezzi di comunicazione, soprattutto negli Stati Uniti.

    In questo senso, bisognerebbe dire molto di più sull’esperienza spirituale rappresentata dall’appartenere all’Opus Dei e sulla motivazione profonda che porta a seguire questo cammino di ricerca della santità nel mondo: la consapevolezza della propria vocazione cristiana, il desiderio di imitare Gesù Cristo proprio nel lavoro, nella famiglia e nella vita ordinaria.

    In un’istituzione della Chiesa, gli aspetti personali, esistenziali, sono più importanti degli schemi organizzativi o delle questioni d’immagine.

    Per la sua ricerca, John L. Allen ha dato voce anche ad ex membri dell’Opus Dei. Le sembra che abbia dato troppo spazio a queste testimonianze?

    Carroggio: Il libro è un reportage giornalistico, non una riflessione su questioni di principio. E’ il risultato di un gran numero di interviste con persone in varie situazioni. In questo tipo di lavori, è lo stesso giornalista a determinare l’equilibrio tra le fonti. Io rispetto la sua decisione, che mi sembra del tutto legittima.

    Personalmente, penso che l’autore spieghi bene che queste critiche hanno una natura diversa da quelle che provengono, per così dire, dalla fantasia degli scrittori di romanzi. E’ facile dimostrare che l’Opus Dei non sta dietro alle oscure operazioni di complotto che le vengono attribuite (risparmio gli esempi per non dilungarmi).

    Quando si tratta di una persona che ha un’esperienza negativa, però, la questione cambia. Di fronte ad una ferita, ad un dolore, ad un brutto ricordo, non c’è posto per una smentita. Non ci troviamo più di fronte ad una questione fatta solo di verità e bugie. Di fronte ad un’esperienza negativa, è necessario esprimere rispetto, condividere il dolore, anche se a volte non si condivide l’interpretazione dei fatti.

    E’ certo che i fedeli dell’Opus Dei vivono la loro dedizione a Dio con piena libertà, e che questa dedizione li aiuta a sperimentare la felicità, una felicità relativa per quanto è possibile in questo mondo.

    Per questo, la stragrande maggioranza degli uomini e delle donne che si avvicina ai centri dell’Opera prova affetto per la vita. Non è sempre così, e non mi sembra negativo, anzi, che un libro come quello di John L. Allen si faccia eco di quei casi che ritengo eccezionali.

    Quando l’autore ha interpellato il Prelato al riguardo, monsignor Echevarría ha affermato che alle persone che non si sono sentite trattate bene si chiede scusa con tutto il cuore. Come può capire, non ho nulla da aggiungere.

    Le piacerebbe una “seconda parte” di questo libro?

    Carroggio: Ogni libro è unico. E’ questa la sua forza, mi sembra. Anche se il volume di John L. Allen non è solo un libro sulle controversie, in esso pesano molto le polemiche. Secondo me, tratta le questioni controverse in modo rispettoso ed offre dati empirici più che spiegazioni di parte o ideologiche.

    L’autore, inoltre, compie uno sforzo per riassumere alcuni tratti essenziali dell’Opus Dei: filiazione divina, libertà, santificazione del lavoro e della vita ordinaria, ecc..

    Mi piacerebbe che un libro futuro sviluppasse di più questi aspetti, ma proprio sotto forma di reportage giornalistico: un libro che riuscisse a raccontare con freschezza l’esperienza della vita cristiana nel mondo; la risorsa ammirevole che presuppongono la fede e la preghiera per la vita ordinaria, anche nei momenti più difficili, come la malattia fisica o psichica, la perdita del lavoro o la morte di una persona cara. C’è una lunga storia da raccontare.
    Fraternamente Caterina
    Laica Domenicana

  3. #3
    ehmal. K.u.K. Kanzler
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    L'Opus Dei è una gloriosa istituzione fondata da un grande uomo San Josemaria.

    Propone la santificazione tramite il lavoro, tramite il quotidiano.
    E questo a molti capisco non possa andare giù (capite a chi mi riferisco).
    Tra i doveri degli appartenenti all'Opus Dei vi è anche quello di impegnarsi da cattolici proprio nelle piccole cose quotidiane.

    Tutte le calunnie dette contro la Prelatura derivano solamente dall'invidia da parte modernista, che ritengono il mondo del lavoro un loro terreno esclusivo (per proporre cosa lo sanno solo loro!) e dall'odio laicista e ateista per la preparazione dei suoi membri.

    Alcuni ministri franchisti erano aderenti dell'Opus? Non vedo il problema, è normale che un governo cattolico abbia ministri cattolici.


    Per me che la frequento l'Opus Dei è come un distributore di benzina: mi rifornisco dottrinalmente e parto per il mio viaggio quotidiano.

    Viva l'Opus Dei

    Viva la Società Sacerdotale della Santa Croce

    Viva San Josemaria

    Viva il compianto Monsignor Alvaro del Portillo

    Viva Monsignor Javier Echevarría

  4. #4
    ehmal. K.u.K. Kanzler
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    Spiritoso.
    Che c'entra?

  5. #5
    destracristiana
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    Citazione Originariamente Scritto da antonio
    e vive anche Renatino De Pedis..
    Non sai quel che dici. Innanzitutto DE Pedis non c'entra con l'Opus Dei, in maniera neanche minima. Non ti chiedo di ragionare immediatamente e di chiedere scusa per aver offeso un'istituzione come l'Opera; ma pregherò tanto per te affinchè tu ci possa arrivare da solo. E, questo, dovresti saperlo, è la cosa più grande che io possa fare: per Natale. Tanti Auguri anche a te.

  6. #6
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    Sull'Opus Dei ormai è stato detto di tutto...ma chi parla in genere parla per sentito dire. Nell'immaginario comune Opus Dei è sinonimo di P2 cattolica...poi ci si è messo anche Dan Brown.
    Che dire: i fatti parlano, le chiacchiere no: l'Opus é un grande dono alla Chiesa del III millennio.
    Validissimo per saperne di più resta: "Opus Dei" di Messori.
    Ciao a tutti.
    Veni Sancte Spiritus, veni per Mariam!

  7. #7
    destracristiana
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    Citazione Originariamente Scritto da coxem
    Sull'Opus Dei ormai è stato detto di tutto...ma chi parla in genere parla per sentito dire. Nell'immaginario comune Opus Dei è sinonimo di P2 cattolica...poi ci si è messo anche Dan Brown.
    Che dire: i fatti parlano, le chiacchiere no: l'Opus é un grande dono alla Chiesa del III millennio.
    Validissimo per saperne di più resta: "Opus Dei" di Messori.
    Ciao a tutti.
    L'Opus Dei è la cosa più bella che mi sia mai capitata nella vita, e che mi capita ogni giorno.

  8. #8
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    Citazione Originariamente Scritto da destracristiana
    L'Opus Dei è la cosa più bella che mi sia mai capitata nella vita, e che mi capita ogni giorno.

    Bello! Stai dietro all'Opus Dei allora...perchè lì è la tua salvezza.
    Dai, raccontaci qualcosa di più...come l'hai incontrato? sei numerario? sopra?
    Veni Sancte Spiritus, veni per Mariam!

  9. #9
    destracristiana
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    Citazione Originariamente Scritto da coxem
    Bello! Stai dietro all'Opus Dei allora...perchè lì è la tua salvezza.
    Dai, raccontaci qualcosa di più...come l'hai incontrato? sei numerario? sopra?
    Non sono membro dell'Opera. Seguo, semplicemente, i mezzi di formazione. L'Opus Dei l'abbiamo incontrata, io e alcuni miei amici, già da dieci anni, per via di alcuni genitori che credevano fosse quella la via giusta per far crescere i propri figli. Si è partiti in 4-5 ragazzi. Ora possiamo considerarci un Centro vero e proprio.
    Mi ha cambiato la vita perchè quando avevo 16 anni, avevo smesso di and in Chiesa. Per un anno ho fatto tutto quello che fanno i ragazzini deficienti. Discoteche, Bevute (esagerate), con quello che ne consegue. Mai droghe, per fortuna ero anche di destra!
    Poi a 17 anni mi sono ricordato dell'Opera. In molti avevano smesso di andare.
    Siamo tornati lì, per studiare. Poi abbiamo iniziato a riseguire i mezzi di formazione, ed eccoci qua. Persone davvero cambiate: tutti. Ti consiglio di avvicinarti all'Opus Dei. E' una famiglia dove troverai, indubbiamente, i sacerdoti e i laici più preparati nel confrontarsi coi ragazzi. Ti consiglio, anche, di leggere "il cammino", se ancora non l'hai fatto.

  10. #10
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    Citazione Originariamente Scritto da destracristiana
    Non sono membro dell'Opera. Seguo, semplicemente, i mezzi di formazione. L'Opus Dei l'abbiamo incontrata, io e alcuni miei amici, già da dieci anni, per via di alcuni genitori che credevano fosse quella la via giusta per far crescere i propri figli. Si è partiti in 4-5 ragazzi. Ora possiamo considerarci un Centro vero e proprio.
    Mi ha cambiato la vita perchè quando avevo 16 anni, avevo smesso di and in Chiesa. Per un anno ho fatto tutto quello che fanno i ragazzini deficienti. Discoteche, Bevute (esagerate), con quello che ne consegue. Mai droghe, per fortuna ero anche di destra!
    Poi a 17 anni mi sono ricordato dell'Opera. In molti avevano smesso di andare.
    Siamo tornati lì, per studiare. Poi abbiamo iniziato a riseguire i mezzi di formazione, ed eccoci qua. Persone davvero cambiate: tutti. Ti consiglio di avvicinarti all'Opus Dei. E' una famiglia dove troverai, indubbiamente, i sacerdoti e i laici più preparati nel confrontarsi coi ragazzi. Ti consiglio, anche, di leggere "il cammino", se ancora non l'hai fatto.

    Devi ritenerti fortunato! Davvero fortunato, perchè incontri così non è facile farli. Vedi infatti la maggior parte di noi ragazzi non li fa incontri così, non è così fortunata; crede che nella vita ci siano solo sesso, discoteca e soldi...mi viene una tristezza se ci penso! Non è solo colpa loro, perchè il più delle volte sono come pecore senza pastore...sembra quasi che la chiesa (con la c minuscola) se ne freghi di loro.
    Vabè...preghiamo la Madonna per tutti i ragazzi, perchè anche loro possano conoscere Cristo.
    Grazie di cuore dell'invito, ma ho già la mia strada...Cammino l'ho letto, molto bello.
    PS: guarda che cmq non è mica detto che quelli di destra non si droghino...diciamo che in questo campo regna la par condicio...
    Veni Sancte Spiritus, veni per Mariam!

 

 
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