Il mio discorso, in questo caso, parte da un presupposto fattuale; cioè - la presenza dello stato (rigorosamente in minuscolo ). Attualmente il matrimonio è tale solo se riconosciuto dallo stato e, paralando in termini di conseguenze nei rapporti economico-sociali con altri soggetti, sono i diritti concessi dallo stato - orrendo, lo so, ma realtà - a contare. L'unica soluzione è quindi l'equiparazione fattuale dei diritti, sia poi l'istituzione denominata matrimonio od unione, indifferentemente.Originally posted by Ronald
Con tutto il rispetto , il tuo discorso parte da un presupposto sbagliato : il matrimonio non è un'istituzione creata dall'ordinamento statale : il matrimonio , quello vero , è stato realizzato per volontà dei singoli individui migliaia di anni fa e nelle più svariate comunità umane sparse per il mondo : lo Stato si è limitato a riconoscerlo , non potendo fare altrimenti.
Quindi c'è ben poco da sradicare a livello giuridico.
Gli omosessuali che vivono insieme sono coppie di fatto e nulla di più. Da liberale non sono affatto interessato ad un eventuale riconoscimento delle stesse da parte del Gran Leviatano ,...anzi come ogni ingerenza statale la vedo con una certa ostilità.