Il vescovo convoca il consiglio comunale


Un consiglio comunale speciale: a presiederlo non il sindaco ma il vescovo, la sede non quella del Comune ma la Curia vescovile, tra i banchi non siederanno solo consiglieri e assessori ma anche altri esponenti delle forze politiche. Cosa sta succedendo a Nola? Qual è la questione da affrontare e che richiede una mobilitazione del genere? Qual è il malato al cui capezzale accorrono tante persone? L'iniziativa è del vescovo Beniamino Depalma (nella foto) che ha inviato una lettera al sindaco, Felice Napolitano, invitandolo a una sorta di seduta straordinaria, venerdì, insieme con l'intero consiglio e la giunta per avviare una discussione su quello che si è sempre rivelato un malato cronico, e cioè il governo della città: non è forse vero che, tranne qualche eccezione che conferma appunto la regola, le amministrazioni, per litigiosità insanabili, non durano mai più di due anni? Del resto, proprio alcuni mesi fa il primo cittadino, a un anno dalle elezioni, ha rassegnato le dimissioni che sono state poi ritirate l'ultimo giorno utile per poter fare marcia indietro. "Ma sia ben chiaro - puntualizza il vescovo - non è compito nostro scendere nei dettagli della politica o indicare strategie, noi vogliamo semplicemente fare da stimolo, ribadire che occorre governare con responsabilità; la litigiosità è una malattia nazionale ma forse a livello locale è meno difficile riuscire a superare le divergenze". Il punto di partenza, secondo il vescovo Depalma, è quello di non considerare l'avversario un nemico a ogni costo ma un soggetto con cui confrontarsi: "A quelli dell'opposizione - sottolinea - dirò che non paga stare sempre e comunque contro, che bisogna tenere conto innanzitutto dell'interesse della collettività; la minoranza ha un importante compito di controllo che non si deve trasformare in ostruzionismo". A quelli della maggioranza verrà ribadito "che non serve l'arroganza politica, che si deve privilegiare il confronto, che il governo della città va fatto con il consenso, altrimenti si vive alla giornata e si rischia addirittura la paralisi dell'amministrazione". E le stasi, ricorda, sono pericolose, fanno perdere di vista i problemi, che sono tanti, a cui occorre dare una soluzione.