EDGAR MORIN CONDANNATO COME ANTISEMITA
di Maurizio Blondet
Edgar Morin

Il fatto di essere ebreo, anziano (84 anni) e alto intellettuale di fama mondiale non ha salvato Edgar Morin, mostro sacro della sociologia francese, da una condanna penale per "diffamazione razziale di stampo antisemita".
Insieme a lui sono stati condannati l'eurodeputato Sami Nair e la scrittrice Daniele Sallenave, insieme a Jean-Marie Colombani, direttore di Le Monde, come lui colpevoli di antisemitismo a mezzo stampa.
Il fatto di essere progressisti e molto chic non ha salvato nemmeno loro (1).



L'incredibile vicenda psico-poliziesca ha inizio il 4 maggio 2002, quando Le Monde pubblica un articolo di opinione dei tre coimputati, dal titolo "Israel-Palestine, le cancer".
Subito due organizzazioni lobbistiche, Avocat sans Frontières (sic) e France-Israel Alliance vedono nell'articolo propositi antisemiti, e denunciano i tre all'autorità giudiziaria.
Ecco le frasi orribilmente antisemite scritte da Edgar Morin e complici, la cui diffusione equivale a reato:
"Si fa fatica a immaginare che una nazione di fuggiaschi, uscita dal popolo più perseguitato nella storia dell'umanità […] sia capace di tramutarsi, in due generazioni, ad eccezione di un'ammirevole minoranza, in un popolo spregiatore che prova piacere ad umiliare".
Inoltre: "gli ebrei d'Israele, discendenti da un apartheid chiamato ghetto, ghettizzano i palestinesi".



Sono pensieri che è vietato pensare; a ciò veglia la polizia del pensiero francese, armata delle leggi Gayssot e simili.
La corte d'appello di Versailles ha condannato i pericolosi opinionisti per "diffamazione razziale", condannandoli alla pena (simbolica per ora) del pagamento di 1 euro.



Secondo la moda francese, 150 intellettuali firmano, e pubblicano sul quotidiano gauchiste Libération, una petizione di solidarietà a Edgar Morin.
Come noterà anche lui, molti sono ebrei e tutti pezzi da novanta della cultura: l'editore Olivier Cohen, lo scrittore Louis Adler, Alain Touraine, Régis Debray, LeRoy Ladurie, Francois Fejto, Alain Robbe-Grillet…
Tutti costoro ricevono lettere minatorie, con insulti e minacce di morte.
Morin ne riceve una pioggia, in cui soprattutto lo si accusa di aver tradito la razza, di essere "un giudeo vergognoso" e "uno che sputa sul suo popolo".
Catherine Loridant, la segretaria di Edgar Morin alla Scuola di Alti Studi in Scienze Sociali, il cui indirizzo e-mail appariva sotto la sua firma su Libération, viene particolarmente presa di mira.
La signora ha il coraggio di sporgere querela per una lettera (anonima ovviamente) che si conclude così: "ci spiace comunicarvi che conosciamo il vostro nome e l'indirizzo del vostro luogo di lavoro, e che dunque verremo presto a fare visita a voi e al vecchio Edgar".



Scandalo? Nient'affatto.
Il portavoce di Avocat sans Frontières dice: "non è perché un matto minaccia Morin che si possono trarre conclusioni generali sulla non-moderazione [sic] della comunità ebraica".
Già: mai ricavare generalizzazioni da quel che fanno gli ebrei.
Se Sharon e la coalizione di governo ebraica fanno un genocidio, mai dire che sono "gli ebrei": ce anche qualcuno che non è d'accordo (anche se tace).
Ed anche se la pratica delle lettere minatorie ad ondate è una tecnica usata sistematicamente dalle lobbies ebraiche in ogni Paese (e specialmente in USA) per intimidire giornali e giornalisti, senatori e opinionisti.
Conclude il portavoce Avocat: "l'ebraicità del signor Morin mi lascia indifferente. Quello che conta è la pericolosità dei suoi scritti".
Gli scritti di Edgar Morin sono ormai allineati a fianco dei Protocolli dei Savi di Sion nello scaffale dei libri proibiti.

Naturalmente, la pericolosità delle incitazioni all'odio ebraiche non è presa in considerazione.
A loro, è consentito di esprimere pubblicamente odio e disprezzo, e anche di minacciare di morte.
E' la libertà d'opinione strettamente riservata agli eletti.
Ed è la vera applicazione della legge talmudica: due pesi, due misure.



di Maurizio Blondet






Note

1) Nicolas Weill, "Controverse après un jugement condamnant Edgar Morin", Le Monde, 4 luglio 2005.

www.effedieffe.com


meditate, gente, meditate...