Rapina al benzinaio
Lo vado dicendo da un paio d’anni, da quando cioe’ un eminente studioso americano parlo’ alle Stelline di Milano davanti ad un consesso accademico e illustrando grafici e tabulati, mostro’ che i pozzi di petrolio in Texas, con le tecnologie attuali, potevano considerarsi esauriti.
Diceva che quello che rimane nel profondo di un pozzo petrolifero prosciugato e’ qualcosa di simile ad una spugna imbevuta di petrolio e non e’ escluso che una futura tecnologia possa estrarlo.
Leggo ora che Matt Simmons (che non e’ uno sprovveduto, ma nientemeno che Chief Executive Officer di una delle principali banche americane che investono nell’industria petrolifera: la Simmons & Company International) nel suo libro “Crepuscolo nel deserto” scrive:
“C’è una remota probabilità che l’Arabia Saudita possa fornire i volumi di petrolio che sono stati previsti dalle principali previsioni di produzione e di consumo mondiale di petrolio”, ed aggiunge evidenziando in corsivo “la produzione araba è prossima al picco di volume sostenibile ... ed è probabile che inizi la discesa nell’immediato futuro”.
(Per chi volesse leggerne ampi stralci, consiglio di andare qui:
L'IMMINENTE DECLINO NELLA PRODUZIONE PETROLIFERA SAUDITA DI MICHAEL T. KLARE
http://www.comedonchisciotte.org/sit...rder=0&thold=0 )
In soldoni Matt Simmons asserisce che:
1) La maggior parte del petrolio dell’Arabia Saudita viene estratto da pochi grandi pozzi, dei quali Ghawar – il più grande del mondo – è il più produttivo.
2)
Si è cominciato a sfruttare questo giacimento gigante 40 o 50 anni fa, e da allora ha dato la maggior parte del petrolio facilmente estraibile.
3)
Per mantenere alti livelli di produzione in questi pozzi gli arabi dovrebbero iniziare ad affidarsi all’uso di iniezioni d’acqua o ad altri metodi per compensare la caduta di pressione nei giacimenti naturali.
4)
Col passare del tempo il rapporto acqua/petrolio nel sottosuolo aumenta al punto da rendere difficile, se non impossibile, l’estrazione. Come se non bastasse non c’è motivo di ritenere che la ricerca effettuata dagli arabi porti alla scoperta di nuovi giacimenti che possano rimpiazzare quelli ora in calo produttivo.
Nel momento in cui la produzione saudita di petrolio diminuirà irreversibilmente, l’era del petrolio, così come noi la conosciamo, si avvicinerà alla fine. Il petrolio sarà disponibile sul mercato, ma non nelle abbondanti quantità alle quali siamo abituati, né a prezzi che la maggior parte di noi potrà permettersi. Trasporto e tutto il resto ne sarà impattato – il che significa dire l’intera economia mondiale – e sarà molto, ma molto più costoso. Il costo del cibo aumenterà, visto che l’agricoltura moderna si affida largamente ai derivati del petrolio per le attività di coltivazione, raccolto, difesa fito-sanitaria, lavorazione e consegna. Molti altri prodotti ottenuti dal petrolio – come la plastica, le vernici, i lubrificanti, i farmaci, i cosmetici – risulteranno molto più costosi. In queste circostanze una recessione economica – con tutte le sofferenze personali e difficoltà che ne conseguiranno - sembra inevitabile.
Ecco quindi che se fossimo scrittori di fantascienza potremmo imbastire una storia con tre guerrafondai composti da un petroliere texano ex-alcolista, cocainomane, armato fino ai denti che ogni tanto parla con Dio, un socialista venduto a capo di una nazione specializzata nel fornire ogni sorta di servizi senza produrre beni, un tycoon della comunicazione legato alla massoneria mondiale, che si sono messi in testa di rapinare il benzinaio per portare il petrolio a 80 dollari al barile (faccio notare che la quotazione del petrolio si fa in Wall Street e non nei capannoni dove lo si estrae) che renda conveniente la riconversione della produzione di energia dove loro stanno investendo, che metta un freno alla concorrenza cinese aumentandone i costi di produzione, controllando un’area pericolosa un eterno insediamento militare.
(Guardate che non sto dicendo nulla di inedito, su questo argomento scrisse pure Asimov, prevedendo una fascia di militari che tenessero lontani gli affamati dal cibo e dall’acqua che serviva agli occidentali…)
Ma si sa, (il Diavolo fa le pentole e Mastrota le rivende su Rete4) e’ successo l’imprevedibile, il benzinaio non ci sta e malgrado sia disarmato e soccombente, si e’ barricato nella sua baracca e sta mandando i suoi figli in giro a tagliarci le gomme, e i nostri tre eroi non sanno piu’ come fare per riportarlo alla ragione se non bruciandogli la casa, che faccio mestamente notare, e’ insediata proprio sopra il tank del carburante…
Got mit uns