Come viene percepita oggi la categoria della destra?
Come viene percepita oggi la categoria della destra? A quali valori va ricondotta e quali risposte concrete è in grado di dare alle sfide nazionali e internazionali? A queste domande cerca di rispondere l’indagine promossa dal Centro Studi Cives, un sondaggio sul campione di mille cittadini del Lazio, che è stata presentata ieri a Roma nella sede della Federazione nazionale della stampa da Andrea Augello, consigliere regionale di An, Oscar Giannino, vicedirettore del ”Riformista“, Luca Giansanti, capogruppo della Margherita al Campidoglio, Luciano Lanna, scrittore e giornalista, Gennaro Malgieri, direttore dell’«Indipendente», e Francesco Marcolini, segretario generale del Cives. Risulta maggioritaria la quota di coloro (38%) che collegano la destra italiana all’asse valoriale «senso dello Stato, ordine, religione». Il gruppo di valori «Nazione, mercato, libertà» è invece premiato dal 29% degli intervistati, al terzo posto (17%), la catena valoriale ispirata a «individuo, famiglia, libertà». Da ultima, ma non molto distante (15%) l’area «solidarietà, famiglia, religione». Per quanto concerne il futuro della destra italiana, la maggioranza assoluta ritiene che la destra avrà un peso comunque importante nello scenario politico italiano (62%), ma la metà di questa maggioranza ritiene che ciò sia subordinato ad un radicale cambiamento di identità e di funzioni. Interessante il dato, indicato soprattutto dagli “indipendenti”, che considera il ruolo della destra sempre più condizionato in futuro dall’area centrista (23%). Gli intervistati di tutti e tre gli orientamenti (centrodestra, centrosinistra e indipendenti) concordano sostanzialmente nel riconoscere una vocazione europea per una moderna compagine di destra. Quasi il 60% del campione si schiera per questa opzione. Va rilevato come emerga già qui una certa autonomia rispetto ad una vocazione atlantica che non viene tuttavia del tutto emarginata. Che la Nato o gli Usa possano essere un referente importante della nuova destra europea lo asserisce una percentuale assai ridotta del campione, mentre spicca il 28,8% che indica ancora nella nazione il pilastro di riferimento per una politica orientata a destra. Molto significative le indicazioni offerte dalle risposte in merito alla globalizzazione. Qui emerge una valutazione schiacciante: sì, la destra è per la globalizzazione (secondo il 42% questa sosterrebbe i processi di globalizzazione e per il 44 cercherebbe di governarli). Solo il 9% dichiara che la destra sia decisa a contrastare i fenomeni indotti dalla globalizzazione (quindi inclusi discorsi su mercato e immigrazione). Ben il 55% (ma non dimentichiamo mai che nel campione ci sono anche centrosinistra ed indipendenti) ascrive alla destra una politica europea assolutamente autonoma rispetto agli Usa, mentre solo un 39% vede di buon occhio un’opzione tesa a garantire uno stretto connubio con gli americani. Infine il 48% del campione afferma che la destra è maggiormente indicata ad affrontare le crisi internazionali, il 45% ritiene che la destra debba garantire una politica ”interventista“, avviando però un forte dialogo con il mondo islamico (60%).
Il Secolo d'Italia