Dal quotidiano LIBERO di oggi, 12 luglio 2005...
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« I giudici distruggono il nostro lavoro »
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ROMA I poliziotti sono infuriati. E stanchi. Stanchi, denuncia Giuseppe De Matteis, segretario nazionale del Siulp - che con i suoi 30mila iscritti è il primo sindacato degli uomini in divisa - di affidarsi alla lotteria della magistratura ogni volta che catturano un terrorista: « Siamo mal disposti quando il frutto del nostro lavoro passa al vaglio del giudice: sappiamo che c'è il rischio di vanificare tutto » . Proprio come è successo a Milano con i tre islamici scarcerati dal gup Clementina Forleo perché riconosciuti " guerriglieri" e non " terroristi". Altro che leggi speciali: i poliziotti chiedono una magistratura che non metta loro i bastoni tra le ruote. Il primo rimedio si chiama super procura nazionale antiterrorismo. « È la risposta più seria all'emergenza del momento » , spiega De Matteis, « quella in grado di fornire maggiori garanzie di professionalità ai nostri colleghi: non ci sarebbe più il rischio di dover affrontare un giudice che non conosce gli aspetti specifici del problema » . La parola d'ordine è specializzazione. « La magistratura dovrebbe attrezzarsi con strutture ad hoc, proprio come abbiamo fatto noi con la Direzione centrale della polizia di prevenzione che coordina tutte le Digos d'Italia » . Super procura o no, per Filippo Saltamartini, segretario generale del Sap ( oltre 22mila associati), « serve un raccordo organizzativo tra operatori della sicurezza e autorità giudiziaria » . Troppe volte, accusa, « chi abbiamo arrestato è stato rimesso in libertà per scadenza dei termini » . Il motivo? « Non siamo riusciti a mettere in piedi per tempo l'udienza di convalida dell'arresto » . Il problema, osserva Saltamartini, « è che tutte le nostre azioni, dalla perquisizione all'arresto, devono ottenere il via libera della magistratura. E noi ogni ora, ogni giorno, fermiamo qualcuno. Per questo abbiamo bisogno in via permanente di un giudice d'udienza » . In questo contesto le annunciate leggi speciali, da sole, non bastano. « Anche se allargano le maglie del nostro intervento, a cosa serve se poi comunque dobbiamo ottenere la convalida dell'autorità giudiziaria? Piuttosto occorre potenziare dal punto di vista organizzativo il rapporto tra noi e il giudice, così nel giro di qualche ora arriva l'ok all'arresto » . Sullo scontro tra garanzie e sicurezza, comunque, Saltamartini ha le idee chiare: « L'interesse dello Stato deve prevalere su quello del procedimento giudiziario » . Anche Giorgio Innocenzi, segretario generale Consap ( 10mila iscritti), punta l'indice sulle toghe: « Ci cadono le braccia quando ci troviamo di fronte magistrati che vanificano anni di lavoro » . Il ricordo del primo caso Forleo è ancora vivo. « Non sempre i giudici sono all'altezza. Chi trova il cavillo per distinguere il guerrigliero dal terrorista mi fa ridere » . Eppure la soluzione è a portata di mano: « Pubblici ministeri specializzati che abbiano come interlocutori giudici altrettanto specializzati. Non possiamo mettere le indagini antiterrorismo nelle mani del primo che capita, del magistrato di turno in quel momento » . E il rischio, in casi come quello di Clementina Forleo, nonè solo di vanificare anni di inchieste, ma anche di sfiduciare, di fatto, l'operato delle Forze dell'ordine. « Se un magistrato delegittima pubblicamente gli operatori della sicurezza, i suoi interlocutori privilegiati » , spiega Innocenzi, « crea sconcerto. Abbiamo ricevuto tantissime e- mail di colleghi che si sfogano, che dicono " chi ce l'ha fatto fare" e " lasciamo perdere". Chi sta in strada va sostenuto » . Agostino Marnati, segretario provinciale milanese della Uilps ( 6mila associati), è ancora più duro: « Noi poliziotti siamo schifati da una parte della magistratura che non è al di sopra delle parti. E dal fatto che indagini durate mesi, se non anni, vanno in fumo per il libero arbitrio o la libera interpretazione del magistrato. Rispettiamo l'autonomia del giudice, ma il giudice deve essere autonomo e super partes proprio come lo siamo noi » .
Tommaso Montesano
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Saluti liberali