Vi riporto questo stralcio dell'intervista a Marcello Veneziani, noto filosofo della destra italiana, apparsa sul settimanale online "Dillo ad Alice"
http://www.dilloadalice.it/articolo....2veneziani.xml
“Ancora oggi la parola ‘destra’ è un insulto”
In effetti se ti dici di destra in Italia ti danno dell'ignorante e del deficiente. La sinistra, questo c'è da ammetterlo, è riuscita a fare un bel lavaggio del cervello alla gente. Voi che ne pensate?
"Come mai Lei è di destra, visto che non sembra? Quali sono i valori in cui crede?
Io debbo dire subito che spesso la parola "destra" viene associata a una connotazione negativa. Oggi "destra" è un insulto. Devo dire che, fino a vent'anni fa, lo era ancora di più: oggi un po' di meno. C'è però ancora l'idea che "destra" voglia dire qualcosa di negativo. Perché? Perché il potere culturale della nostra società, delle società occidentali ma di quella italiana in modo particolare, è nelle mani di fabbricanti di opinione che sono in prevalenza orientati o a sinistra o nei paraggi. Di conseguenza tutto ciò che è destra è visto come negativo.
Ora io ho avuto la possibilità di andare in televisione, ho avuto la possibilità di scrivere anche su giornali a circolazione diversa, e molti si sono accorti che in fondo non mordevo, in fondo ero uno di destra, ma non mangiavo le persone. Allora hanno pensato che fossi io la anormalità, diciamo così, del paesaggio, fossi uno di destra, ma un po' di sinistra. In realtà non è così. In realtà c'è un difetto di conoscenza delle persone di destra. Se si conoscessero le persone di destra si troverebbero persone con i pregi e i difetti delle altre persone, ma persone che hanno, diciamo così, sia curiosità e sensibilità culturali, sia insensibilità culturali, esattamente come quelle di sinistra.
Perché io sono di destra? Ma, diciamo, che lo sono diventato un po' per anticonformismo, perché negli anni in cui ho cominciato a pensare politicamente, a quindici anni, sedici anni, essere di sinistra era quasi un obbligo, un dovere. Si aveva difficoltà anche ad andare a scuola. Ecco, e a me, che piace un po' essere bastian contrario, ho preferito andare dall'altra parte. Poi mi piaceva anche, come dire, essere trasgressivo, rispetto a alcune esperienze del nostro presente.
E poi non mi piaceva la società nella quale vivevo, nella quale vivo. Non mi piace il materialismo di questa società, non mi piace il pensare ognuno ai fatti propri, non mi piace l'insensibilità verso l'idea di patria, l'insensibilità verso alcuni valori comunitari, non mi piace la convinzione tutto sommato che la nostra società possa vivere soltanto funzionando, cioè rispondendo a degli imperativi economici. E' per questo che sono diventato di destra e poi, man mano ho acuito, come dire, il mio antagonismo rispetto alla sinistra, anche perché i toni che usavano erano di una tale intolleranza, che alle volte, ecco, ci si irrigidiva sulle proprie posizioni. E quindi anche per questo ho rafforzato la mia idea di destra, proprio attraverso le difficoltà che ho incontrato nel rappresentare le mie idee di destra."