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  1. #1
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    Si riparte da oggi. Nuovo Lancio dopo 2 anni dalla tragedia

  2. #2
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    Arrow che tempismo eh!

    SPAZIO: RINVIATO LANCIO DISCOVERY, CAUSE TECNICHE

    E' stato rinviato per ragioni tecniche il lancio della navetta spaziale della NASA Discovery, programmato per stasera.

  3. #3
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    Alla fine è andata



    Buon viaggio!!

  4. #4
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    Arrow Fine delle Missioni

    DISCOVERY: NASA SOSPENDE TUTTE LE MISSIONI SPAZIALI

    La NASA ha ordinato la sospensione di tutte le missioni delle navette spaziali, quale misura di sicurezza, fino a che non ci si vedra' piu' chiaro. Nonostante le autorita' ostentino tranquillita' sull'integrita' dello scafo della navetta spaziale Discovery, e in particolare del suo guscio protettivo anti-termico, preoccupano i due frammenti del rivestimento del razzo vettore ricaduti a terra martedi', in fase di decollo. Comprensibilmente preoccupati, gli astronauti a bordo del Discovery hanno effettuato con meticolosa attensione l'esame del rivestimento esterno dello scafo, servendosi del braccio meccanico con la temecamera montata all'estremita'. E poi la navetta ha attraccato alla Stazione Spaziale Internazionale, permanentemente in orbita, che l'aspettava per un appuntamento a 360 chilometri di distanza dalla superficie terrestre. Ma prima dell'attracco, il rivestimento anti-termico del Discovery e' stato ulteriormente scrutato anche dagli astronauti a bordo della Stazione Spaziale, che hanno ripreso una serie di fotografie della navetta in avvicinamento. Il direttore delle operazioni di volo della NASA, John Shannon, ha detto ai giornalisti che "per ora non si scorge alcuna irregolarita' significativa" nel rivestimento. Ma al Centro Spaziale Johnson di Houston i tecnici dell'ente aero-spaziale statunitense esamineranno con estrema attenzione anche le nuove immagini trasmesse.

  5. #5
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    E'meglio che tornino a terra a terra con la Soyuz!!!!

    MIles Insulae

  6. #6
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    Ma ci mancherebbe... Lo shuttle è sicuro al 100%...

  7. #7
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    Giusto per avere conferma che non sono l'unico pazzoide a pensare che son in gran parte cavolate:

    Shuttle e leggende metropolitane: il punto sulla "missione di soccorso"
    Fabio Pacucci analizza la situazione Discovery. Forse non così drammatica come i media vogliono far credere



    L'equipaggio del Discovery durante la conferenza stampa odierna dalla Stazione Spaziale Internazionale


    1 agosto 2005 - Arrivati al 5° giorno di permanenza in orbita del Discovery e ultimata con successo la seconda passeggiata spaziale (il cui obiettivo è stato sostituire uno dei quattro giroscopi della ISS), vediamo di fare il punto della situazione. Soprattutto dopo la grande confusione creata dai media, italiani e non, nella testa della gente. Partiamo proprio dal tormentone di questa missione: il debris strike al lancio.

    L’amministratore della NASA, Michael Griffin, in una conferenza stampa successiva al lancio, affermò che il tentativo di ridurre i frammenti che, fisiologicamente, si distaccano dal serbatoio esterno e che hanno portato (indirettamente) alla distruzione dello Space Shuttle Columbia, ha avuto successo.

    In prima analisi si nota una diminuzione di circa il 6% del numero di frammenti distaccatisi. Il grosso frammento (circa metà del peso del frammento che chiuse definitivamente la carriera del Columbia) ha fatto tanto scalpore semplicemente grazie alla nuova telecamera digitale montata sul serbatoio esterno che ha permesso di seguire in condizioni ottimali il distacco.

    Con ogni probabilità, in assenza di tale telecamera il distacco sarebbe passato del tutto inosservato e si sarebbe gridato al “lancio perfetto”. Ma chi segue costantemente le avventure che avvengono sopra le nostre teste sa bene che di lanci perfetti, nello spazio, non ce ne sono mai stati. Ogni missione Space Shuttle, anzi, ogni missione spaziale, per definizione, cela dietro di sé migliaia di piccoli imprevisti che nella assoluta maggioranza dei casi sono inghiottiti dagli innumerevoli sistemi di sicurezza e dai sistemi ridondanti (cioè replicati). Sono danni gravi, evidenti che portano alle grandi tragedie.

    Nel caso dello Space Shuttle Challenger, esploso durante il decollo nel 1986, già alla partenza si notava un evidente fumo nero da combustione uscire dal fatale booster destro. I video ripresi da Terra dell’ultima ascesa del Columbia mostra chiaramente la disintegrazione di diverse piastrelle dello scudo termico causata da un debris strike. Gli stessi astronauti del Discovery hanno effettuato accuratissimi controlli dello scudo termico della navetta e hanno dato il GO per il rientro. E non vedo il motivo per cui non ci si debba fidare del lavoro di persone che, ricordiamolo, si giocano nello spazio la cosa più preziosa di tutte: la vita! Con i dati a nostra disposizione, possiamo affermare con certezza che il Discovery si prepara a un atterraggio da manuale.

    Altro tormentone della settimana: la fantomatica missione di soccorso dell’Atlantis, da decidere il 3 agosto. Facciamo un po’ di chiarezza. Sembra che il 3 agosto lo Space Shuttle Atlantis verrà portato sulla rampa di lancio per la preparazione alla nuova missione del programma, la cui prima finestra di lancio possibile si estende fra il 9 e il 24 settembre prossimi. A causa del nuovo stop ai voli dello Space Shuttle è possibile che il lancio verrà rinviato, però questo non è stato ancora deciso. Quindi l’Altantis viene portato sulla rampa di lancio per la nuova missione e, eventualmente, per la missione di soccorso. Cosa che, allo stato attuale delle cose, mi sento di escludere nella maniera più assoluta. La missione di soccorso, la procedura safe haven, rifugio sicuro, verrà messa in pratica solo a seguito dell’assoluta impossibilità di ritornare a Terra da parte di un equipaggio Shuttle.

    Il Discovery, attualmente, è in perfette condizioni per il rientro. Inoltre, il safe haven prevede l’abbandono, e la distruzione, della navetta danneggiata. La NASA non accetterà mai di perdere una navetta praticamente integra come è il Discovery in questa missione. Inoltre, pongo una domanda curiosa: secondo quale criterio la NASA dovrebbe lanciare l’Atlantis di soccorso al Discovery quando le due navette sono praticamente identiche e hanno, presumibilmente, gli stessi problemi di debris strike? Se l’Atlantis venisse lanciato per la missione di soccorso e incontra gli stessi problemi, che cosa faremmo? Mandiamo la missione di soccorso alla missione di soccorso? Sembra ironia, ma è la pura, assurda, realtà. Sintetizzando: se si dichiara l’impossibilità di rientro del Discovery dopo un “lancio perfetto” quale è stato l’ultimo, non c’è Space Shuttle al mondo che potrà decollare per una missione di soccorso prima che la schiuma isolante del serbatoio esterno, causa del debris strike, vanga completamente ridisegnata. E se non decolla l’Atlantis, che cosa facciamo? Spediamo su tre Soyuz (ogni capsula russa porta al massimo tre persone) per raccattare i poveri astronauti? Senza contare che prima che le missioni di soccorso vengano portate a compimento, l’equipaggio di 9 persone (7 del Discovery e 2 della ISS) dovrà permanere all’interno della Stazione, consumando in breve tempo i rifornimenti… che proprio il Discovery ha portato!

    Credetemi, il Discovery atterrerà con le proprie “gambe”. E sarà un atterraggio spettacolare. Così spettacolare e “perfetto” che anche lo stop ai voli durerà ben poco. Lo Space Shuttle non è ancora pronto alla pensione.

    Fabio Pacucci
    astronews@uai.itLink a UAI

  8. #8
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    Speriamo bene, immagino il loro terrore! Comunque devi considerare che tre persone devo rimanere a bordo della ISS quindi si tratta di sganciare una Soyuz e mandarne su un'altra e poi per i rifornimenti ci sono le Progress.

    Lorenzo
    Miles Insulae

  9. #9
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    Via... è una crepa di pochi millimetri, che nelle missioni passate semplicemente non si sarebbe nemmeno notata.
    Oggi gli shuttle sono sicuramente più sicuri di tutti quelli che li hanno preceduti.
    E' solo la stampa che vuole montare apposta il caso...

  10. #10
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    Houston (Stati Uniti), 6 agosto 2005 - Il Discovery si è staccato dalla Iss, la Stazione Spaziale Internazionale, manovra che ha avviato il viaggio di ritorno verso la Terra dello shuttle, il cui atterraggio è previsto per dopodomani.

    Lo ha annunciato il centro di controllo della Nasa a Houston, in Texas, che ieri aveva dato il via libera al rientro del Discovery in seguito alle riparazioni effettuate da due membri dell'equipaggio al rivestimento termico esterno, danneggiatosi in fase di decollo.

    Erano le 9,24 ora italiana quando lo shuttle, con il pilota statunitense Jim Kelly ai comandi, si è sganciato dalla piattaforma di attracco cui era rimasto collegato per otto giorni, dal 28 luglio, e lentamente si è separato dalla Stazione Internazionale; la fase successiva prevede che l'aeronave, la prima del suo tipo a effettuare una missione nel cosmo dalla tragedia del Columbia nel febbraio 2003, si porti a una distanza di circa 120 metri dalla Iss, in modo che gli astronauti possano fotografarla estesamente e ne accertino, anche a occhio, eventuali segni di usura o logoramento.

 

 
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