Il Gazzettino 22 dicembre 1999

Caso-limite della sull’immigrazione: 37enne <<straniera in patria>> anche se parla solo americano e ha marito e figli a New York

Cleptomane sarà espulsa dagli USA in Italia, da dove partì all’età di 5 anni

Marta Wigent non parla, non scrive, non legge m italiano. E' nata nel Sud del Belpaese, in provincia di Catanzaro, ma a soli cinque anni e' volata come tanti emigranti con tutta la famiglia negli Stati Uniti: e come a tanti emigranti le lasagne fatte in casa non le piacciono, preferisce gli “hotdog”, sa tutto di baseball niente di calcio, con il marito americano e con i figli nati e cresciuti negli Usa parla americano: ma a 37 anni, di cui 32 trascorsi a Rochester alle porte di New York, Maria sta aspettando di essere deportata in Italia.

Le autorità statunitensi le hanno dato Il “foglio di via”, un “fuori” senza possibilità di ritorno.' Motivo: la donna e' una ladruncola.
Negli ultimi cinque anni e' stata fermata ed arrestata 17 volte: ha rubato o tentato di rubare oggetti di scarsissimo valore per un totale di 500 dollari, al cambio attuale 950 mila lire.
Il medico dice che la donna soffre di cleptomania. Lei, la criminale, ammette di dover pagare. Ma essere cacciata, no. "Non sono un trafficante di droga o una terrorista ha dichiarato la donna dalla prigione in cui e' detenuta - sono una moglie, una madre che ha fatto degli errori.

Non possono portarmi via da mio marito, i figli, il paese che e' casa mia. L'Italia non è la mia casa". Nella Penisola Marta non ha più nessuno, salvo una lontana zia suora in un convento romano.
A Rochester ci sono i suoi genitori, zii e zie. Ma la donna è finita nella rete di una legge passata dal Congresso Usa nel '96: una normativa che oggi in molti vogliono cambiare, che ha reso estremamente più dure le regole nei confronti di stranieri che commettono crimini in America.

Maria, non lo sapeva, ma sposando uno statunitense non e' diventata automaticamente cittadina americana. Quindi, come straniera, rischia di fare la fine degli altri 62 mila immigrati che negli ultimi tre anni sono stati deportati nei loro paesi di origine per diversi reati.
Anche quelli per cui avevano già scontato il carcere. L'avvocato della Wigent che da nubile si chiamava Gaglianese - ha presentato un appello e chiesto un rinvio della deportazione.
La data fissata dalle autorità Usa per il rientro in 'patria' della donna è il prossimo 13 gennaio. A Rochester si sono mobilitati numerosi concittadini della donna che hanno lanciato una petizione. La sua storia è finita ieri in prima pagina sul New York Times.
Ma il tempo stringe e la legge americana usualmente non perdona.

Nicoletta Nencioli