PERUGIA- «Colpevoli». Ventisei anni di reclusione per Amanda Knox, 25 per Raffaele Sollecito. La ragazza americana è stata condannata anche per il reato di calunnia nei confronti di Patrick Lumumba. Per questo reato dovrà risarcire il musicista congolese con 40 mila euro. Il risarcimento per la proprietaria della casa di via della Pergola è stato fissato in 25 mila euro. Questa la sentenza emessa dalla Corte d'assise di Perugia per i due giovani accusati dell'omicidio della studentessa inglese Meredith Kercher. Per Amanda, l'Amelie di Seattle, come l'ha definita il suo avvocato Giulia Bongiorno, e Raffaele Sollecito, lo studente d'informatica laureatosi ingegnere in prigione, è arrivato il giorno della verità, dopo due anni di carcere e 11 mesi di udienze. E la verità è stata dura. Amanda e Raffaele non sono, secondo la corte, i ragazzi acqua e sapone al loro primo amore, travolti da uno «tzunami mediatico» e da un'accusa pesantissima ma «incompiuta», perché «senza movente e senza riscontri certi». La corte d'Assise di Perugia è entrata venerdì mattina in camera di consiglio e ne è uscita dopo mezzanotte affermando che stati loro ad aver ucciso il 2 novembre di due anni fa la studentessa inglese Meredith Kercher. Assieme a Rudy Guede, l'ivoriano che ha scelto il rito abbreviato e che è già stato condannato a 30 anni di carcere.
LA DECISIONE - Per la giuria popolare non sarà una decisione facile: condannare due ragazzi di 25 e 22 anni all'ergastolo sarebbe stato distruggere per sempre la loro vita; assolverli avrebbe significato sconfessare non solo l'intera inchiesta ma anche i giudici che prima di loro si sono espressi. Ed è arrivata una condanna a metà. E sono proprio le sentenze precedenti uno degli aspetti su cui ha puntato la procura di Perugia per sostenere la colpevolezza dei due, rivendicando le «plurime e costanti conferme» avute dai tribunali. Assieme alle prove scientifiche «inconfutabili», che collocano i due ex fidanzatini nell' appartamento di via della Pergola la sera in cui Meredith fu uccisa: il Dna di Amanda e di Mez sulle macchie di sangue repertate nel bagno, il profilo genetico della studentessa di Seattle assieme a quello di Mez su un coltello da cucina trovato dagli investigatori nella casa di Raffaele Sollecito, il Dna dello studente barese sul gancetto del reggiseno di Meredith.
LA VICENDA - LA corte ha dunque giudicato valida la dinamica dell'omicidio ricostruita dai pm Giuliano Mignini e Manuela Comodi. Quella sera i tre arrivarono a casa in via della Pergola, dove c'era già la giovane inglese. «Non sappiamo con certezza che intenzioni avessero - aveva detto Mignini - ma è possibile che ci sia stata una discussione, poi degenerata, tra Mez e Amanda per i soldi scomparsi. O forse la studentessa inglese era contrariata per la presenza di Guede». Fatto sta che «la Knox, Sollecito e l'ivoriano, sotto l'influsso degli stupefacenti e forse dell'alcol, decidono comunque di porre in atto il progetto di coinvolgere Mez in un pesante gioco sessuale». Un'aggressione con un «crescendo incontrollato, inarrestabile di violenza e gioco sessuale» che termina con la morte della ragazza. A sferrare la coltellata mortale, secondo la procura, è Amanda, che «voleva vendicarsi di quella smorfiosa troppo seria e morigerata per i suoi gusti», mentre Raffaele la tiene ferma. È, invece, Rudy a violentarla. «Mez è stata uccisa in maniera impressionante da tre furie scatenate» avevano ribadito i pm. Parole, e prove, che le difese dei due imputati hanno tentato di smontare nel corso di 11 mesi. Senza riuscirvi.
Omicidio Meredith, Amanda Knox e Raffaele Sollecito giudicati colpevoli - Corriere della Sera