Abbiamo incontrato ETTORE MO a Gorizia, dove ha partecipato al dibattito su democrazia e guerra condotto da Mario Baudino, della Stampa, organizzato nell’ambito del convegno "La storia in testa".
- Quello della Cecenia è uno scenario difficile. Vi è una situazione contraddittoria fra difesa del campo europeo e ragioni delle minoranze.
«Sono arrivato lì tra la fine del '94 e l'inizio del '95. Mi trovo nel mezzo d'un combattimento a Grozny. Gli indipendentisti volevano l'indipendenza assoluta dall'ex Unione sovietica, ma l'autonomia peraltro già l'avevano. Invece Mosca aveva mandato i carri armati perché non tollerava la loro indipendenza cui aspiravano dal tempo degli Zar.»
-Episodi come quello della scuola di Beslan pongono interrogativi gravi.
«Nel 1996 raggiungo Basayev in montagna. L'ho trovato perché lui aveva un'amica guerrigliera che avevo conosciuto. Era una tiratrice formidabile. Non mancava un colpo. Lei mi dice: "Ti porto da Basayev." Ci inerpichiamo con la sua macchina sui monti del Caucaso. Lui è un tipo imponente, mi fa vedere le sue ferite. E' un musulmano, ma beviamo birra. Parlo con lui quattro, cinque ore. E' un ex ufficiale sovietico, decorato da Gorbaciov. Lui si sgancia dalla Russia quando sente che ci sono i primi movimenti indipendentisti. Dice a sé stesso che deve tornare in Cecenia e si organizza. Era diventato l'erede del leader indipendentista dell'Ottocento. Quando sono tornato in Cecenia, ho cercato di lui, ma non sono più riuscito a vederlo. Quando andavo da lui trovavo lungo la strada dei soldatini russi che mi dicevano: "Digli che a noi non ce ne frega niente della guerra". Poi scopro la terribile storia di Beslan. Non avrei mai pensato fosse capace di una simile azione. Allora significa che non ho capito. La Cecenia non era un Paese islamico. Nelle case mi offrivano whisky. Basayev faceva la guerra per il suo Paese. Lo aiutavano il Daghestan e l'Iran, ma poi hanno chiesto il conto. A questo si deve il suo mutamento. Grozny era una normale città russa, ma gli aiuti economici alla resistenza arrivano dai Paesi islamici. Allora Basyev inserisce questo nuovo elemento: la guerra di religione. E' stato uno sbocco dovuto alle circostanze, più che alla sua convinzione personale. Certo la Russia non può permettersi di perdere la Cecenia perché è troppo importante per la rotta del petrolio. E ora i ceceni cavalcano la tigre dell'integralismo islamico.»
da l'arena del 13/7
forse che forse che fare il muso duro alla fine crea effetti controproducenti?