Il divorzio delle libertà

[Florian]

DUE LEADER, DUE STRADE DIVERSE

Il divorzio delle libertà

di Angelo Panebianco


Corriere della Sera, 3 dicembre 2009



Con la battuta «Berlusconi confonde il consenso con l’immunità», Gianfranco Fini, un politico di troppa esperienza per non avere soppesato le parole, ha aperto una «crisi al buio» all’interno del centrodestra. I ricucitori cercheranno di rinviare la definitiva resa dei conti ma sarà, appunto, un rinvio. È la logica conclusione di un crescendo di prese di posizione di Fini che portavano inesorabilmente verso l’ufficializzazione della fine del sodalizio fra lui e Berlusconi. Probabilmente, in questo distacco, ha svolto un ruolo anche un errore di valutazione di Berlusconi. Quando diede vita al Popolo della libertà, Berlusconi non volle capire che fondere Forza Italia e Alleanza Nazionale imponeva anche di accettare una vera dialettica interna. Il Popolo della libertà non poteva essere trattato come Forza Italia (di cui Berlusconi era fondatore e capo carismatico). Nel Popolo della libertà confluiva un personale che aveva una sua storia, un suo retroterra e, soprattutto, entrava (obtorto collo, come si ricorderà) un leader di peso come Fini.

Come può succedere ai capi carismatici, Berlusconi non capì che, a differenza di Forza Italia, il Popolo della libertà non poteva essere solo uno strumento al suo servizio. Ma non c’è dubbio che la fine del sodalizio si deve soprattutto al cambiamento di posizioni politiche di Fini su un amplissimo spettro di questioni. Un cambiamento così radicale che oggi sembrano non esserci più punti di contatto fra ciò che vuole Fini e ciò che vuole il grosso dello schieramento di cui egli fa ancora ufficialmente parte. Fini aveva di fronte a sé, all’indomani delle ultime elezioni, anche una diversa opzione. Poteva impegnarsi (all’ombra del capo) in una sotterranea competizione con Tremonti e altri al fine di assumere il ruolo del delfino, del successore designato. Sia stato un calcolo che gli ha fatto ritenere improbabile quell’esito oppure una maturazione personale che lo ha spinto verso altri orizzonti, resta che Fini ha scelto una diversa strada: la contrapposizione sistematica a Berlusconi e all’alleanza fra Berlusconi e la Lega. Ciò apre due interrogativi, il primo sul futuro personale di Fini, il secondo sul futuro del bipolarismo. Per quanto riguarda il futuro di Fini, sembra difficile pensare che esso possa essere nel centrodestra così come è. Fini oggi si trova nella paradossale condizione di essere un leader della destra che riscuote i maggiori consensi a sinistra.

Si immagini cosa accadrebbe se, sotto un governo di sinistra, un importante leader della sinistra prendesse le distanze dal governo così sistematicamente da diventare «l’eroe» della destra. Che spazio avrebbe, in seguito, quel leader nel proprio schieramento? A parti rovesciate, è quanto è accaduto a Fini. È evidente che Fini immagina il suo prossimo ambito d’azione fuori dall’attuale centrodestra. L’unica strada che gli si apre, mi sembra, non può che incrociare il progetto (di Casini e di altri) di quella formazione neocentrista che potrebbe nascere dalla disgregazione del centrodestra dopo l’uscita di scena di Berlusconi. Una scelta e un progetto più che legittimi. Speriamo che non travolgano del tutto il bipolarismo e, con esso, quella periodica alternanza al governo fra forze contrapposte che è stata, pur con tante ombre, la migliore innovazione politica sperimentata dall’Italia nell’ultimo ventennio.

Il divorzio delle libertà - Corriere della Sera

[Florian]

È evidente che Fini immagina il suo prossimo ambito d’azione fuori dall’attuale centrodestra. L’unica strada che gli si apre, mi sembra, non può che incrociare il progetto (di Casini e di altri) di quella formazione neocentrista che potrebbe nascere dalla disgregazione del centrodestra dopo l’uscita di scena di Berlusconi. Una scelta e un progetto più che legittimi. Speriamo che non travolgano del tutto il bipolarismo e, con esso, quella periodica alternanza al governo fra forze contrapposte che è stata, pur con tante ombre, la migliore innovazione politica sperimentata dall’Italia nell’ultimo ventennio.

Come non quotare?


I problemi che si aprono ora per il PDL sono di varia natura:

1) con l'arrivo di Fini il nuovo centro di Casini e Rutelli arriverà a pesare circa il 10%, un risultato ragguardevole che di fatto rompe l'attuale bipolarismo.

2) La dipartita di Fini e poi quella di Berlusconi lasceranno il PDL sprovvisto di leader di peso. Non lo è Tremonti, non lo è Formigoni. Chi potrà esserlo? Che succederà? Oggi nessuno può saperlo.

3) Il rischio del dopo Berlusconi è un fuggi fuggi generale verso la Lega e verso il Centro.

[Mariox]

Come non quotare?


I problemi che si aprono ora per il PDL sono di varia natura:

1) con l'arrivo di Fini il nuovo centro di Casini e Rutelli arriverà a pesare circa il 10%, un risultato ragguardevole che di fatto rompe l'attuale bipolarismo.

2) La dipartita di Fini e poi quella di Berlusconi lasceranno il PDL sprovvisto di leader di peso. Non lo è Tremonti, non lo è Formigoni. Chi potrà esserlo? Che succederà? Oggi nessuno può saperlo.

3) Il rischio del dopo Berlusconi è un fuggi fuggi generale verso la Lega e verso il Centro.

.........O l'astensione dal voto. Che non sarebbe male.

[Carrie]

.........O l'astensione dal voto. Che non sarebbe male.

Non riuscirei a non votare. Non mi piace fare scegliere ad altri e sventolare bandiera bianca. Soprattutto per il fatto che si corre un certo rischio di far sventolare bandiera rossa.

[Mariox]

Non riuscirei a non votare. Non mi piace fare scegliere ad altri e sventolare bandiera bianca. Soprattutto per il fatto che si corre un certo rischio di far sventolare bandiera rossa.

Anche quando crediamo di scegliere noi, sono altri in realtà a farlo. Poi, se proprio vogliamo dirla tutta, se uno non si riconosce in nessuna delle opzioni politiche attualmente esistenti, non vedo per quale motivo debba "accontentarsi" del meno peggio, dato ,poi, che qui è tutto peggio.Personalmente faccio politica da molti anni e di compromessi ne ho visti tanti, troppi; la conseguenza naturale a ciò, è la nausea, il rifiuto al doversi omologare a tutti i costi a questo sistema che continuo a rifiutare oggi come ieri.

[Florian]

Non riuscirei a non votare. Non mi piace fare scegliere ad altri e sventolare bandiera bianca. Soprattutto per il fatto che si corre un certo rischio di far sventolare bandiera rossa.

D'accordissimo.

[Mariox]

D'accordissimo.

Alcune chiavi d'interpretazione: votare per sentirsi partecipi di un progetto e protagonisti del cambiamento?Non mi sembra lo siate diventati. Votare e diventare complici dell'immobilismo, della vecchia concezione della politica vista solo come mera gestione del potere?Più verosimile della prima opzione ma non credo sia una vostra aspirazione. Votare perchè il "pericolo" rosso incombe e bisogna "arginarlo"? Siamo ancora al mondo diviso in due blocchi? Votare perchè ci si riconosce nei valori, nelle idee e nei progetti che le opzioni in competizione offrono? Quali valori, quali idee e quali progetti?. Bene, alla luce di tutto ciò, per il momento passo.

[Florian]

Alcune chiavi d'interpretazione: votare per sentirsi partecipi di un progetto e protagonisti del cambiamento?Non mi sembra lo siate diventati.

Siate? :mmm:

Votare perchè il "pericolo" rosso incombe e bisogna "arginarlo"? Siamo ancora al mondo diviso in due blocchi?

Ahimè, sì. In Italia il giacobinismo rosso è ancora vivo e vegeto (e sai a cosa alludo).

[Mariox]

Siate? :mmm:

Ahimè, sì. In Italia il giacobinismo rosso è ancora vivo e vegeto (e sai a cosa alludo).

Non mi nascondo......... "Siamo". Comunque resto un "situazionista".:giagia:

[Carrie]

[B]

Non mi nascondo......... "Siamo". Comunque resto un "situazionista".:giagia:

La situazione piace poco anche a me. Ma fin quando resterà anche solo una possibilità, io me la gioco. Come diceva il grande Vasco.
Io non voglio che vada su la sinistra perchè è la peggior cosa che potrebbe accadere in Italia ed è un mio preciso dovere fare di tutto affinchè ciò non avvenga.
Chiaro che non gli preferisco forme estremiste di destra. Per il resto posso tentare di mediare e votare chi non voterei altrimenti, ma non potendo fare altro lo faccio.

ps. Magari arriva un Messia inviato da "Dio" Silvio