Secondo le organizzazioni più radicali della destra eversiva di Isralele, bisogna fare una profonda distinzione fra gli ebrei veri quelli che non hanno perduto il senso delle radici bibliche, e gli israeliani, definiti "goym (ossia gentili, cioè non ebrei) che si esprimono in ebraico", che sono colpevoli di essere essenzialmente di cultura occidentale, laica, e religiosamente nulla, tiepida o definita ....eretica.
Recentemente la rivista ultrasionista e ultraortodossa Shaà Tovà ba-Hadashot ha messo addirittura in dubbio l'ebraicità del premier Sharon, adducendo che se la madre Vera Sheinerman appariva un'ebrea assimilata di origini russe, la nonna materna sarebbe stata una russa non ebrea. Siccoma l'ebraicità per tutti i rabbini ortodossi, si trasmette in linea matrilineare, secondo questa versione (probabilmente infondata) Sharon non avrebbe titolo per definirsi propriamente un ebreo. L'estrema destra ha infatti rappresentato Sharon, sui muri di Gerusalemme sovrapponendo la sua immagine a quella di Giuseppe Stalin in divisa!
Per l'estrema destra di Israele Sharon è ormai considerato un dittatore che, come e forse più di Rabin ai suoi tempi, sta mettendo in pericolo la vita degli ebrei e conducendo una guerra insensata contro il sogno della "grande Israele biblica", cedendo la terra conquistata e "promessa" al nemico e smantellando le colonie dalla striscia di Gaza.
Nella migliore delle ipotesi, la destra radicale israeliana sostiene che ormai Sharon sarebbe un guerriero invecchiato che non sa più distinguere il nemico dall'amico e deve essere allontanato, in un modo o nell'altro, dal potere.
Del resto la battaglia culturale dell'ultradestra ebraica in Israele è volta contro la laicità dello Stato fondato dai sionisti storici, e le ali più radicali giungono a sognare la restaurazione del Tempio e della monarchia Davidica.
Da parte sua Sharon ha denunciato con molta forza questo estremismo insensato e ha indicato all'opinione pubblica israeliana i gravi rischi esistenti che questi irresponsabili, se non frenati in qualche modo, trascinino infine Israele in una guerra civile.
Del resto alcuni esponenti della "destra radicale" ebraica fanno politica di penetrazione nelle "istituzioni nemiche" degli "israeliani", e taluni come Mordechai Karpel (autore di un testo ideologico zelota dal titolo Manhigut Emunit, cioè "la Leadership dei Fedeli") sono riusciti addirittura a fare "entrismo" nel LIKUD e a farsi eleggere nel comitato centrale (composto da 3000 membri).
Uno dei teorici dell'estremismo nazional-religioso, il rabbino Yossef Dayan, ha di recente dichiarato che " ebraismo e democrazia occidentale sono incompatibili ", mettendosi sulla linea che fu del rabbino Meir Kahane, già fondatore del movimento della destra eversiva KACH (a cui apparteneva il terrorista ebreo autore della strage di palestinesi alla tomba dei patriarchi di Hebron), fuori legge dal 1994.
Ma anche intellettuali "laici", come il professor Hillel Weiss, dell'Università di Gerusalemme, si fanno promotori del passaggio "dalla repubblica alla monarchia democratica" su basi sostanzialmente etnico-religiose e teocratiche. Secondo il professor Weiss " la sovranità non discende dal popolo ma dal Signore ". Soprattutto sono il sistema educativo e il sistema giudiziario che andrebbero, ad avviso del professore estremista, ebraicizzati...eliminando ogni contagio con le concezioni occidentali e laiche.
Fortunatamente la forza numerica e attrattiva di queste fazioni estremiste di destra e ultraortodosse è ancora molto limitata, ma come dice lo stesso Sharon, non va troppo sottovalutata. Il sogno della rifondazione del Tempio e della sostituzione del governo repubblicano con un Re Davidico (e delle istituzioni democratiche con un Sinedrio) appare allucinante alla grande maggioranza degli ebrei d'Israele, persino a quelli che nella destra del LIKUD si oppongono alla strategia di Sharon verso Gaza e Cisgiordania, ma proprio questa contesa potrebbe favorirne l'emersione e lo sviluppo, soprattutto fra i coloni di Gaza e Cisgiordania meno propensi ad accettare il trasferimento entro Israele.
La possibile saldatura tattica fra la destra più spinta del Likud (più laica e istituzionale e legata alla tradizione del sionismo revisionista), di quella religiosa tradizionale (che insieme hanno un peso non trascurabile) con questa destra radicale zelota ......è un pericolo per la società israeliana. La convergenza tattica fra questi ultimi estremisti ebrei e l'estremismo palestinese più radicale potrà portare seri danni a qualsiasi tentativo di ripresa effettiva del processo di pace.
Anche in Israele come in ogni parte del mondo, l'estrema destra - con i suoi deliri - costituisce un'autentica disgrazia, non meno dell'estrema sinistra.
Shalom