Vendita Sea, scontro nella maggioranza
Polo diviso. An: Forza Italia e Udc fanno opposizione a se stesse. Oggi vertice con il sindaco e consiglio
«Il sì dell’Udc all’operazione Sea non è scontato». «Forza Italia vuole prima concordare come verranno spesi i proventi della vendita». «Noi di An siamo preoccupati di questi minuetti di una maggioranza che sta facendo l’opposizione a se stessa». Ognuno per la sua strada, insomma. Tocca oggi al sindaco e ai leader dei partiti della Cdl, convocati per l’occasione a pranzo a palazzo Marino, cercare di mettere insieme i pezzi di un centrodestra che non nasconde dubbi e riserve sulla delibera per la vendita del 34 per cento di azioni della Sea. Il tutto, mentre sul tavolo della segreteria generale sono già stati ammassati più di 50 emendamenti, firmati dall’opposizione. La maggioranza ha le carte pronte, ma attende il via libera dei segretari regionali: una modifica sostanziale di cui fin qui non si è parlato potrebbe essere quella di ridurre dal 34 al 30 per cento le quote comunali da cedere. Un’idea che stuzzica i consiglieri di Forza Italia: perché in questo modo, sostengono, si limiterebbero i margini di azione del privato intenzionato ad acquistare il pacchetto,togliendo il blocco di minoranza e valorizzando di conseguenza le quote di proprietà pubblica.
La Cdl chiede poi una nuova perizia preventiva per verificare la congruità del valore di vendita stimato in 600 milioni di euro: nel caso non venga seguita questa strada, anche Forza Italia voterà l’emendamento del consigliere Emilio Santomauro (Udc) che prevede di non aggiudicare la gara qualora non vengano presentate almeno due offerte.
Il capogruppo azzurro, Manfredi Palmeri, aggiunge una zeppa: «Riteniamo necessario definire prioritariamente l’elenco delle opere da finanziare con i soldi che entreranno in cassa. Questo passaggio renderà più veloce e convinta l’approvazione della delibera in aula consiliare e allo stesso tempo è doveroso nei confronti dei cittadini, che vedono alienato un loro bene,a cui bisogna spiegare in che cosa si trasformerà la ricchezza-Sea».
L’onorevole azzurro Alberto Garocchio tira le fila del lavoro svolto fin qui: «Ritengo che si possa convergere sulla scelta della Giunta, avendo lucidamente presente, peraltro, che i consiglieri si assumono in prima persona, oggi per il futuro, responsabilità non indifferenti. È evidente che il pacchetto di vendita debba essere rivisitato e corretto. Serve ad esempio una perizia sul prezzo che lasci la proprietà libera, giustamente, di vendere a chi vuole e occorre una rivisitazione dei patti sociali».
Per l’Udc interviene il vice-commissario Pasquale Salvatore: «Abbiamo dubbi e aspettiamo risposte. Le nostre sono proposte migliorative e non pensierini della sera: per questo diciamo che il nostro sì all’operazione Sea non è scontato». Anche l’Udc è convinto che «la delibera dia troppo potere al blocco di minoranza» e individua due alternative: «Modificare le modalità di vendita andando in Borsa o togliere i patti parasociali e verificare la congruità del prezzo stimato». Il capogruppo di An, Stefano Di Martino si dice «nauseato dagli alleati che cambiano idea in 15 giorni». E insinua il dubbio: «In questa situazione, non riesco a vedere come potremo approvare la delibera entro l’estate». Appunto.
Elisabetta Soglio
Corriere della Sera