la Padania Mercoledì 20 luglio 2005
Massimiliano Ferrari risponde a gian Antonio Stella
Chi parla muore………
« Con le sue parole il giornalista del Corriere ci ha portati sul "patibolo" »
MAX FERRARI
Chi parla muore. Altro che collaborazione tra cittadini e istituzioni per combattere a terrorismo: chi ha a coraggio di testimoniare e denunciare viene messo prima alla berlina e poi all'indice a mezzo stampa da presuntuosi giornalisti che della vita altrui se ne fottono.
È il caso del povero signor Gamberini di Cento, che dopo aver trovato il coraggio civico di denunciare un gruppo di islamici che festeggiavano per le bombe di Londra si è visto additato e offeso in maniera pesante da Gian Antonio Stella, sul Corriere della Sera.
Stella a Cento non c'è stato, non ha visto gli spacciatori nordafricani che la fanno da padroni alla stazione, non ha chiesto ai giovani il perchè della loro partecipazione di massa alla manifestazione della Lega. Lui se ne fotte, lui dall'alto del suo stipendio e della sua poltrona giudica in maniera inappellabile: Gamberlni! Colpevole!
Non gli spacciatori ubriachi collusi coi terroristi; no il colpevole è il testimone scomodo che, in quanto tale, viene aggredito sul giornale più letto d'Italia. Stella decreta che il teste è inattendibile, è un bugiardo, e poco importa che anche altri, nel palazzo di fronte, abbiano visto. Ma con che coraggio ora parleranno?
Se lo chiede la signora Paola, titolare del bar della Stazione che si è trovata citata dal Corriere senza aver neppure ricevuto una telefonata.
Che stile... che fior di giornalismo corretto. «Adesso dopo che a testimone che ha parlato si è trovato aggredito in maniera così violenta - dice la signora - chi si azzarderà ad aprire la bocca?
Qui si rischia la pelle». Bene. Bravo Stella, con un solo colpo di penna ha
zittito la giusta protesta di tutto un Paese. E poi ha il coraggio di fare la morale sulla mafia e sui comportamenti omertosi.
Ah, a proposito di omertà: perché Stella attacca in maniera falsa e offensiva i poveri tapini di TelePadania e non cita la fonte principe della notizia che è il Resto del Carlino?
Paura di confrontarsi alla pari sapendo di aver scritto a vanvera? Perché non dice, come ha fatto ieri la Padania, che quella notizia l'ha pubblicata lo stesso Corriere della Sera riportando come fonte addirittura l'on. Franceschini della Margherita?
Perché accusa TelePadania, senza aver neppure visto il servizio, di aver fatto un finto scoop? Noi ci siamo limitati a rilanciare pari, pari, la notizia data dal Carlino, coperta (come fanno tutte le tu del mondo, con immagini di repertorio che non abbiamo mai detto essere state fatte a Cento).
Nessuno scoop annunciato, quindi, ma solo onesto lavoro di redazione cui si è aggiunta la necessaria verifica fatta sul posto, a Cento. Verifica che noi abbiamo fatto, facendoci strada tra gli spacciatori che infestano la Stazione e che il grande Stella, si è ben guardato di fare. Lui aveva già il suo teorema e a costo di scriverlo, ha deciso di mettere all'indice il povero testimone oculare e i giornalisti di TelePadania esponendoli al fortissimo rischio di rappresaglie.
Speriamo non accada, ma intanto oggi, senza nemmeno una verifica, l'Unità ci dà dei truffatori, la comunità islamica di Ferrara ci attacca duramente in una lettera al ministro Pisanu e la Lega Islamica contro la Diffamazione (la stessa in causa con la Fallaci) ci ha gentilmente annunciato querela.
Aspettando il boia, ringraziamo Gian Antonio Stella per averci portato sul patibolo.