Un vero e proprio arsenale fatto di coltelli, mazze, rasoi, perfino un manganello, oltre a materiale di propaganda nazifascista. E il sospetto di connessioni con altri gruppi neofascisti del nord Italia che negli ultimi mesi si sono resi protagonisti di aggressioni a centri sociali e militanti di estrema sinistra. Lo ha scoperto la Digos di Torino indagando sull'attacco a uno squat, il Barocchio di Grugliasco (Torino), conclusosi con l'accoltellamento di due occupanti, un giovane di 27 anni ferito superficialmente a un avambraccio e un altro di 39 colpito invece all'addome e sottoposto a un intervento chirurgico. Per l'aggressione è stato arrestato Giuseppe Pepe, 25 anni, di Nichelino (Torino) e altri 11 skinhead sono stati denunciati per detenzione di armi da taglio. Due di loro sono anche indagati per tentato omicidio. Ma mancherebbero all'appello ancora due o tre dei partecipanti all'assalto. Nel corso delle perquisizioni sono stati trovati 25 coltelli, tutti con lame di almeno 30 cm, una mazza di ferro, un pugno di ferro, rasoi, bombolette di spray al peperoncino, una grossa fionda, una mazza da baseball, un manganello telescopico, un passamontagna, volantini e toppe con simboli nazisti, dalla svastica alla croce celtica. Nelle intercettazioni telefoniche e con sms Pepe commentava quanto accaduto con altri skinhead di Milano e Bergamo. Tra questi uno degli arrestati per un altro tentato omicidio ai danni di un giovane di un centro sociale Cox18 di Milano, la notte del 7 agosto 2004. Negli ultimi mesi in Lombardia e Piemonte le aggressioni da parte di «teste rasate» a militanti dei centri sociali sono state decine. Intanto ieri a Taranto un migliaio di persone hanno sfilato in una città blindata per chiedere la liberazione di Flavio Tratto, un militante di estrema sinistra arrestato con l'accusa di aver sferrato una coltellata a un attivista di Forza nuova durante uno scontro avvenuto una settimana fa. Ma la ricostruzione dei fatti è contestata dai suoi compagni, che lo ritengono innocente.