Crisi An/ Il partito mormora contro Fini. Siamo alla resa dei conti?
Mercoledí 20.07.2005 140
Il colpo di mano tentato da Gianfranco Fini, e di cui Affari ha già svelato i retroscena ieri, non è riuscito. Perché la gente, quelli che fanno davvero di Alleanza nazionale un partito, non ha affatto approvato la sua mossa.
Secondo indiscrezioni raccolte da Affari, infatti, è in atto una vera e propria rivolta nelle sezioni di An, dalle più grandi fino a quelle locali più piccole: sono in corso in queste ore riunioni e ve ne sono già state stanotte in via informale tese a far conoscere a Fini lo scontento dei militanti: in particolare, quello che la base vuole ottenere a tutti i costi sono le dimissioni del leader. O, quantomeno, un forte ridimensionamento dei suoi poteri: come molti in An sottolineano, non è infatti concepibile che il presidente del partito sia anche segretario e non abbia alcun vice a "frenarlo", circondato com'è da fedelissimi scelti e nominati personalmente.
Naturalmente, la rivolta non può andare avanti senza un capo: in realtà il capo c'è, anzi sono più d'uno e pare siano i "grandi trombati" dell'azzeramento finiano, La Russa in testa, che insieme agli altri ex non avallano ufficialmente le richieste né attizzano il fuoco, ma per il momento stanno ad ascoltare quello che accade con molta, molta attenzione. A far da tramite tra loro e la base (ma si mormora che il regista dell'operazione sia lui), Teodoro Bontempo, il famoso "Er Pecora", da troppo tempo in disparte.
E il frutto di quest'attenzione è presto detto: la resa dei conti si avvicina, e sarà il 28 luglio nel corso della Direzione di An. Gli ex colonnelli, nonostante il disarcionamento, vi possono prendere parte di diritto e in quell'occasione porranno Fini davanti all'aut-aut: o cambi, o te ne vai.
Ma allora, An si scioglierà? No, per ora non succederà. Potrebbe accadere solo in caso di partito unico, valutate attentamente le possibili opzioni. Ma la rivolta, e l'ultimatum degli ex colonnelli al leader "ribelle", non promettono davvero niente di buono.
Di Antonino D'Anna