23/4/2009 (7:26) - IN PIAZZA SAN PIETRO DAVANTI A 40 MILA FEDELI. GLIEL’HA REGALATA UNA RAGAZZA
Il Papa indossa la kefiah
Due ragazzi arabi, ma cattolici, donano una kefiah al Papa
E' il simbolo palestinese. Tra due settimane il viaggio in Terra Santa
GIACOMO GALEAZZI
CITTÀ DEL VATICANO
Il Papa indossa la kefiah di Arafat nel giorno in cui il ministro israeliano che organizza il suo arrivo in Terra Santa gli chiede di non ricevere in Vaticano il sindaco di Hamas. A piazza San Pietro, davanti a 40 mila fedeli, Benedetto XVI si è messo sulle spalle il telo bianco e nero simbolo del patriottismo palestinese. Ieri a fine udienza due ragazzi di Betlemme hanno regalato a Benedetto XVI la tradizionale sciarpa-copricapo: un anticipo di Terra Santa arrivato in Vaticano dalla parrocchia di «Campo dei pastori», mentre il Papa si prepara a partire, tra due settimane, per Giordania, Israele e Territori palestinesi. Agli inizi del Novecento la kefiah fu associata alla rivolta araba al punto da indurre l’esercito britannico ad imprigionare ogni palestinese che la portasse. In seguito si determinò una distinzione in base ai colori. La kefiah bianca e nera (quella indossata ieri dal Pontefice) fu associata all’Olp di Yasser Arafat e ad Al-Fatah.
Quella bianca e verde divenne l'emblema dei fondamentalisti islamici di Hamas. Il manto bianco e rosso, invece, rappresenta da decenni il movimento d'ispirazione marxista-comunista per la liberazione della Palestina. Ieri mattina il Pontefice ha prima stretto la mano a un ragazzo mediorientale che indossava una kefiah, quindi si è messo sul collo un’altra kefiah, dai colori bianco e nero, che una ragazza gli ha offerto srotolandola da un pacco. Dopo qualche istante il segretario personale, monsignor Georg Gaenswein, ha preso il telo dalle spalle del Papa e lo ha messo insieme agli altri doni che il Pontefice ha ricevuto dai pellegrini che celebravano il 25° anniversario della consegna della croce dell’Anno Santo ai giovani del mondo. Un'immagine insolita, quella del Papa con la kefiah, che ha fatto immediatamente il giro del mondo proprio nel giorno in cui con un’iniziativa insolita, il ministro israeliano del turismo Stas Misezhnikov (membro di «Israel Beitenu», destra radicale) ha formalmente chiesto a Benedetto XVI di astenersi dal ricevere nei prossimi giorni in Vaticano il sindaco di una cittadina araba della Galilea. Il sindaco di Sakhnin, Mazen Ghanaim, secondo il ministro dello Stato ebraico, «è un sostenitore del terrorismo e un fomentatore di conflitti, il quale agisce contro gli interessi nazionali dello Stato entro il quale egli funge da sindaco».
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