Elena Maccanti
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Il Comune di Torino, con il voto determinante dell’unico consigliere dell’Udc, ha approvato ieri la delibera comunale che concede il voto agli immigrati extracomunitari, residenti in città da almeno sei anni, per le elezioni dei Consigli di circoscrizione. Una decisione fortemente stigmatizzata dal ministro delle Riforme Roberto Calderoli in quanto «contrasta con la Costituzione, visto che in essa vi si prevede che la materia elettorale concernente gli enti locali è stabilita dalla legge statale. Trattandosi nello specifico di circoscrizioni occorre ricordare che la circoscrizione è considerata organo di emanazione dell’ente locale e, pertanto, sottostante alle medesime regole elettorali». Secondo Calderoli «l'atto del comune di Torino verrà invalidato dal Consiglio dei ministri, così come sicuramente era prevedibile anche da parte di chi lo ha votato, ma appare evidente invece che, forse, in vista dell’ipotesi di far votare gli extracomunitari alle cosiddette primarie del centrosinistra, sia iniziata una campagna elettorale per raccogliere i consensi a sostegno di Prodi». «Mi auguro - ha concluso Calderoli - di non vedere in giro in questa campagna per le primarie il buon Professore o molto abbronzato o con una finta e artificiale testa di moro per raccogliere, strumentalmente, i consensi di chi cittadino non è e, fino ad allora, non voterà mai». Critico anche Roberto Cota. «L’attribuzione del diritto di voto agli immigrati è in linea con il programma politico del sindaco Chiamparino», ha dichiarato il segretario nazionale della Lega Nord Piemont, che ha aggiunto: «Vuole una città multiculturale dove sparisca il legame tra il cittadino ed il territorio. L’ultimo che arriva comanda. Questo non è un fatto di poco conto, anche se molti vivono l’attuazione di tale programma con distrazione. Ma l’alternativa al modello Chiamparino c’è: è quella di una città che vuole difendere la propria identità e che considera l’immigrazione come un fenomeno che va gestito con rigore, non come qualcosa di ineluttabile e addirittura da incoraggiare. La Lega ha la forza della chiarezza e della coerenza. Gli altri si facciano un esame di coscienza: teniamo conto che questa delibera è passata con il voto determinante del rappresentante Udc».
Sin dalle prime ore del pomeriggio i militanti della Lega Nord sono scesi in piazza a protestare contro la delibera, prima davanti al palazzo del Comune, poi davanti alla sede regionale dell’Udc.
La delibera è stata infatti approvata con 34 voti, la soglia minima necessaria per la validità della votazione che richiedeva la maggioranza qualificata: decisivo, dunque, il voto di Francesco Gallo, unico consigliere comunale rappresentante del partito di Follini.
«La maggioranza dei cittadini torinesi saprà ben valutare la scelta compiuta oggi dal Consiglio comunale di Torino - una scelta che non condivideremo mai e che apre la strada all’annientamento della civiltà europea. Oggi hanno tradito Torino e i torinesi tutti»: è il commento di Stefano Allasia, consigliere regionale della Lega Nord e segretario provinciale del Carroccio a Torino, che annuncia, insieme al segretario cittadino Mario Carossa: «Stiamo valutando, insieme ai nostri legali, tutte le strade, anche giudiziarie, per bloccare la delibera. Il Comune di Torino forse dimentica che esistono, oltre che la Costituzione, di cui la sinistra si erge spesso a paladina conservatrice, anche leggi nazionali che fissano determinati requisiti. Requisiti che, a nostro avviso, sono stati gravemente e palesemente violati».


[Data pubblicazione: 22/07/2005]