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  1. #1
    avdacia imperat
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    Predefinito piccole e grandi dresde italiane

    Pubblica su Corriere della Sera, di Domenica 17 luglio 2005 pag 27)

    Un saggio di Sergio Bertelli pubblicato da «Ideazione» denuncia una rimozione. All’origine di un antiamericanismo ideologico

    Il grande silenzio sulle «piccole Dresda» d’Italia

    Gli storici hanno trascurato i bombardamenti degli Alleati contro la popolazione civile

    Perché Roberto Rossellini girò nel 1947 Germania anno zero e non «Italia anno zero»? Perché per oltre mezzo secolo abbiamo creduto che la bomba esplosa nella chiesa di San Miniato fosse stata lanciata dai nazisti e non dagli americani, come invece hanno dimostrato le ricerche più recenti?

    Perché abbiamo dovuto attendere l’inizio del nuovo millennio per sapere che le truppe alleate commisero in Sicilia eccidi come quello del 14 luglio 1943, quando un’intera guarnigione fu passata per le armi? In un breve e denso saggio pubblicato sul numero di Ideazione appena uscito, intitolato «Le piccole Dresda d’Italia», Sergio Bertelli si chiede perché un intero capitolo della Seconda guerra mondiale sia stato dimenticato dalla nostra storiografia. Una rimozione, secondo lo studioso, all’origine di un altro fenomeno: il fatto che l’antiamericanismo italiano, di destra e di sinistra, sia di natura puramente ideologica. Questo antiamericanismo avrebbe potuto avere basi più concrete se solo la nostra storiografia avesse dato più spazio alle sofferenze della popolazione civile sotto i bombardamenti e avesse sottolineato l’inutilità militare della maggioranza degli attacchi arerei.

    Certo, sottolinea Bertelli, in Italia non avvenne nulla di paragonabile alle operazioni «Gomorra» e «Thunderclap», che distrussero intere città della Germania, come Amburgo il 28 luglio 1943 e Dresda nel febbraio 1945, ma durante tutto il corso della guerra il Paese fu sottoposto a un martellamento che solo in parte aveva obiettivi militari. Nella maggior parte dei casi l’effetto mirato era semplicemente di spargere il terrore fra la popolazione civile. Una guerra psicologica che tra il ‘43 e il ‘45 era condotta contro un popolo già demoralizzato e che, anche se viveva nei territori della Rsi, aspettava solo la caduta dei nazifascisti.

    L’elenco di Bertelli è lungo: dalla distruzione dell’abbazia di Montecassino, che ha trovato più storici angloamericani che italiani disposti a raccontarla, alla bomba americana che colpì San Miniato al Tedesco, che da allora perse questo riferimento al Sacro Romano Impero. Limitandosi alla terribile estate del 1943, quale utilità strategica avranno mai avuto le bombe sganciate in agosto su Milano in due ondate successive, la notte tra il 7 e l’8 e tra il 12 e il 13 «Quel che più stupisce - scrive Bertelli - è la totale assenza di disposizioni agli aviatori del Bomber Command per risparmiare la popolazione e i monumenti storici: colpiti furono il Duomo, l’Ospedale maggiore, il Castello sforzesco, la Basilica di Sant’Ambrogio, il Palazzo Reale, l’Archivio di Stato, distrutti il Teatro alla Scala, il settecentesco Teatro dei Filodrammatici, il Teatro Dal Verme e il Teatro Verdi, i grandi magazzini della Rinascente ». Questi attacchi fanno il paio con il raid su Roma del 19 luglio ‘43, quando la deposizione di Mussolini era stata già decisa.

    Ma gli episodi più inutili e a volte più atroci avvennero dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943: il 7 aprile 1944, Treviso, scambiata per un centro d’addestramento delle truppe tedesche, fu pressoché distrutta. Ancora più grave l’attacco che subì Milano il 20 novembre successivo: durante un bombardamento fu rasa al suolo la scuola «Francesco Crispi» del rione Gorla: 184 bambini e 19 maestre le vittime. Bertelli arriva a scrivere che «a Norimberga, al processo dei criminali di guerra, mancavano certamente alcune sedie…». Lo studioso si riferisce al Bomber Command inglese, che soprattutto in Germania «aveva adottato una strategia di bombardamento crudele, a tre ondate successive: alle bombe dirompenti seguivano gli spezzoni incendiari e, nel terzo passaggio, bombe a scoppio ritardato, per annientare quanti avevano trovato scampo nei rifugi antiaerei!».

    Torniamo alla storia italiana e al motivo del «lungo silenzio dei nostri storici». La rimozione, secondo Bertelli, va ricercata «nella nostra “cobelligeranza” e, sopra a tutto, nell’enfatizzazione della Resistenza. Gli italiani, grazie a un’accorta revisione storiografica “resistenziale” (riscontrabile, ad esempio, in due autori certamente tra loro distanti, quali Simona Colarizi e Paul Ginsborg), sono stati convinti di essere usciti vincitori dalla seconda guerra mondiale. Di qui la sordina posta alle sofferenze subìte dalle nostre popolazioni, alle mutilazioni del nostro territorio».

    (corriere.it)


  2. #2
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    Predefinito LAGO MAGGIORE SETTEMBRE 44

    Un battello in servizio pubblico se' prossimo all'attracco di Baveno provenendop da Stresa.E' carico di civili che utilizzano quel mezzo per andare e venire dal lavoro.

    Arrivano tre aerei americani che sparano sul battello con mitragliatrici e cannoncini da 1 pollice.

    Il battello si ferma e comincia ad affondare.I passeggeri in grado di farlo si buttano in acqua tentando di raggiungere a
    nuoto la riva ma ecco che gli aerei tornano ed infieriscono
    su di loro.L'acqua si tinge di rosso.

    In quel giorno io stavo a Massino Visconti sopra Lesa ed io vidi gli aerei tuffarsi e poi risalire.Poi seppi che cosa avevano fatto.

    In quei giorni furono affondati altri due battelli del lago Maggiore.

    Di questi episodi ce ne furono a centinaia: financo gente mitragliata nei campi , in bicicletta etc.

    Ne parlo in ERO UN BALILLA !

  3. #3
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    Predefinito Re: LAGO MAGGIORE SETTEMBRE 44

    Testo originale scritto da Ferruccio
    Di questi episodi ce ne furono a centinaia: financo gente mitragliata nei campi , in bicicletta etc.
    Esatto: mia nonna mi ha raccontato più volte di essersi salvata per puro miracolo da un aereo alleato mentre andava in bici in una strada di campagna...

  4. #4
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    Predefinito Re: Re: LAGO MAGGIORE SETTEMBRE 44

    Testo originale scritto da Iron81
    Esatto: mia nonna mi ha raccontato più volte di essersi salvata per puro miracolo da un aereo alleato mentre andava in bici in una strada di campagna...

    Particolarmente criminale il lancio di finte penne stilografiche ESPLOSIVE , bamboline idem , libellule idem etc.: erano degli UNABOMBER su scala industriale !

    Non parliamo poi di PIPPO. Cosi' erano chiamati gli aerei inglesi MOSQUITO che di notte sganciavano a caso bombe
    sulle citta'.Ricordo perfettamente la distruzione dell'Istito Leone XIII° a Milano dove avrei dovuto andare a scuola nell'Ottrobre del 44 e una bomba al quinto piano di una casa
    sempre a Milano in viale Premuda:uan famiglia di cinque persone sterminata.

    NON DIMENTICHIAMO I CRIMINI DEI "LIBERATORI" ANGLOSASSONI !

  5. #5
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    Predefinito Re: piccole e grandi dresde italiane

    Testo originale scritto da Legionnaire
    Pubblica su Corriere della Sera, di Domenica 17 luglio 2005 pag 27)

    Un saggio di Sergio Bertelli pubblicato da «Ideazione» denuncia una rimozione. All’origine di un antiamericanismo ideologico

    Il grande silenzio sulle «piccole Dresda» d’Italia

    Gli storici hanno trascurato i bombardamenti degli Alleati contro la popolazione civile

    Perché Roberto Rossellini girò nel 1947 Germania anno zero e non «Italia anno zero»? Perché per oltre mezzo secolo abbiamo creduto che la bomba esplosa nella chiesa di San Miniato fosse stata lanciata dai nazisti e non dagli americani, come invece hanno dimostrato le ricerche più recenti?

    Perché abbiamo dovuto attendere l’inizio del nuovo millennio per sapere che le truppe alleate commisero in Sicilia eccidi come quello del 14 luglio 1943, quando un’intera guarnigione fu passata per le armi? In un breve e denso saggio pubblicato sul numero di Ideazione appena uscito, intitolato «Le piccole Dresda d’Italia», Sergio Bertelli si chiede perché un intero capitolo della Seconda guerra mondiale sia stato dimenticato dalla nostra storiografia. Una rimozione, secondo lo studioso, all’origine di un altro fenomeno: il fatto che l’antiamericanismo italiano, di destra e di sinistra, sia di natura puramente ideologica. Questo antiamericanismo avrebbe potuto avere basi più concrete se solo la nostra storiografia avesse dato più spazio alle sofferenze della popolazione civile sotto i bombardamenti e avesse sottolineato l’inutilità militare della maggioranza degli attacchi arerei.

    Certo, sottolinea Bertelli, in Italia non avvenne nulla di paragonabile alle operazioni «Gomorra» e «Thunderclap», che distrussero intere città della Germania, come Amburgo il 28 luglio 1943 e Dresda nel febbraio 1945, ma durante tutto il corso della guerra il Paese fu sottoposto a un martellamento che solo in parte aveva obiettivi militari. Nella maggior parte dei casi l’effetto mirato era semplicemente di spargere il terrore fra la popolazione civile. Una guerra psicologica che tra il ‘43 e il ‘45 era condotta contro un popolo già demoralizzato e che, anche se viveva nei territori della Rsi, aspettava solo la caduta dei nazifascisti.

    L’elenco di Bertelli è lungo: dalla distruzione dell’abbazia di Montecassino, che ha trovato più storici angloamericani che italiani disposti a raccontarla, alla bomba americana che colpì San Miniato al Tedesco, che da allora perse questo riferimento al Sacro Romano Impero. Limitandosi alla terribile estate del 1943, quale utilità strategica avranno mai avuto le bombe sganciate in agosto su Milano in due ondate successive, la notte tra il 7 e l’8 e tra il 12 e il 13 «Quel che più stupisce - scrive Bertelli - è la totale assenza di disposizioni agli aviatori del Bomber Command per risparmiare la popolazione e i monumenti storici: colpiti furono il Duomo, l’Ospedale maggiore, il Castello sforzesco, la Basilica di Sant’Ambrogio, il Palazzo Reale, l’Archivio di Stato, distrutti il Teatro alla Scala, il settecentesco Teatro dei Filodrammatici, il Teatro Dal Verme e il Teatro Verdi, i grandi magazzini della Rinascente ». Questi attacchi fanno il paio con il raid su Roma del 19 luglio ‘43, quando la deposizione di Mussolini era stata già decisa.

    Ma gli episodi più inutili e a volte più atroci avvennero dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943: il 7 aprile 1944, Treviso, scambiata per un centro d’addestramento delle truppe tedesche, fu pressoché distrutta. Ancora più grave l’attacco che subì Milano il 20 novembre successivo: durante un bombardamento fu rasa al suolo la scuola «Francesco Crispi» del rione Gorla: 184 bambini e 19 maestre le vittime. Bertelli arriva a scrivere che «a Norimberga, al processo dei criminali di guerra, mancavano certamente alcune sedie…». Lo studioso si riferisce al Bomber Command inglese, che soprattutto in Germania «aveva adottato una strategia di bombardamento crudele, a tre ondate successive: alle bombe dirompenti seguivano gli spezzoni incendiari e, nel terzo passaggio, bombe a scoppio ritardato, per annientare quanti avevano trovato scampo nei rifugi antiaerei!».

    Torniamo alla storia italiana e al motivo del «lungo silenzio dei nostri storici». La rimozione, secondo Bertelli, va ricercata «nella nostra “cobelligeranza” e, sopra a tutto, nell’enfatizzazione della Resistenza. Gli italiani, grazie a un’accorta revisione storiografica “resistenziale” (riscontrabile, ad esempio, in due autori certamente tra loro distanti, quali Simona Colarizi e Paul Ginsborg), sono stati convinti di essere usciti vincitori dalla seconda guerra mondiale. Di qui la sordina posta alle sofferenze subìte dalle nostre popolazioni, alle mutilazioni del nostro territorio».

    (corriere.it)

    Lo scopo sostanzialmente terroristico sulla popolazione civile dei bomnbardamenti alleati acìnche tra il 43 e 45 e' ammesso
    nel documentario nr 24 della serie dell'Istituto Luce sui cinegiornali di guerra.Lo dice il commento a voce.

    Si vedono perfettamente aerei americani che sparano su paesi fattorie,battelli e financo lanciano razzi contro case di campagna.

    Io stesso ero presente all'Ospedale Resnati di Milano all'arrivo delle vittime del mitragliamento della tragica corriera di Lodi: fui strappato via da una infermiera che non volle vedessi. Poi mi disse: erano come de di burro con sopra della salsa di pomodoro.50 morti !

    I piloti alleati che avevano una fifa boia sia degli 88 tedeschi sia degli aerei della RSI ( 380 bombardieri americani abbattuti ! ) erano spessissimo ubriachi compreso l'aereo costretto a scendere sul viale Forlanini a Milano il 31 Gennaio del 45. " L'era ciucc tradì " esclamo' un infermiere del Resnati dove il pilota era stato ricoverato dope essere scampato al linciaggio da parte della gente accorsa e che lo aveva visto prima mitragliare e poi cadere colpito dalle
    Bofors tedesche.Era stato salvato dai carabinieri.

 

 

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