Credo che l'esperimento di Torino sia un primo passo importante per coinvolgere le comunità di extracomunitari nella vita democratica.
Tanto è ormai irrealistica, povera di contenuti e di effetti la politica del "non li vogliamo, buttiamoli fuori", quanto invece il loro coinvolgimento può permettere di avere dei meccanismi di discussione e rappresentanza che permetteranno di regolare molto meglio una convivenza, che è difatto una realtà ineludibile.
Certo, anche i terroristi di Londra erano "integrati", ma io domando: sarebbero stati coinvolti lo stesso in questa missione suicida, se Blair non avesse fatto quello che ha fatto in Iraq?
Non vorrei essre frainteso: dico solo che:
1. più le comunità hanno rappresentanza, meno disperate e violente sono, e l'ideologia del "non ho nulla da perdere" attacca meno
2. più un Paese ospitante (e anzi nel caso della GB era il "loro Paese") viene percepito come "nemico dei propri padri", più è probabile che il terrorismo riesca a reclutare kamikaze
Insomma: il voto li renderà meno antagonisti nei confronti di chi glielo dà, e il ritorno a una politica di dialogo nei confronti degli arabi non può che fare gli interessi della nostra sicurezza.