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  1. #1
    Fieramente Leghista
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    Verona - Padania, la città di Flavio Tosi, la città antigiacobina della Pasque Veronesi
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    Predefinito e a Verona arriva la violenza dei cessi sociali, tanto per cambiare!!!

    dall'Arena:

    Hanno manifestato per condannare l’aggressione avvenuta la settimana scorsa in Volto San Luca (due simpatizzanti della sinistra radicale feriti da un gruppo di giovani di estrema destra) e sono riusciti a mobilitare un migliaio di persone di aree diverse che hanno sfilato ieri pacificamente. Ma gli organizzatori del centro sociale La Chimica hanno dovuto fare i conti anche con un plotone di partecipanti al corteo, composto da circa un centinaio di ragazzi e ragazze a volto coperto, che ha provocato danni e creato tensione. La maggior parte è arrivata da fuori città. Alla fine, però, gravi episodi di violenza e scontri non sono avvenuti per la mediazione degli esponenti della sinistra radicale veronese e soprattutto per l’imponente schieramento di forze dell’ordine. Ma alcuni commercianti oggi si leccano le ferite inferte alle vetrine dei loro esercizi.
    L’inizio della manifestazione. All’appuntamento delle 16 in piazza San Zeno sono arrivate alla spicciolata alcune centinaia di partecipanti. Dai primi volantini distribuiti dai simpatizzanti della Chimica si è capito che il senso della manifestazione era quello di denunciare il clima che, secondo il centro sociale, si è creato in città: «Per la prima volta un branco di neonazisti ha aggredito per uccidere. È un salto di qualità che fa temere il peggio se la società civile non si mobilita. Se le molte persone, anche e soprattutto di sinistra, sorde alle differenze altrui perché percepite ormai lontane e estranee, non ritornano a denunciare individualmente e collettivamente le varie forme di ingiustizia sociale e politica e non si uniscono a coloro che in questi anni hanno cercato di opporre una strenue resistenza a nazisti, fascisti e razzisti di turno».
    In piazza c’erano anche vari esponenti di partiti e associazioni. Tiziana Valpiana, deputato di Rifondazione comunista, ha detto che l’aggressione della scorsa settimana è un problema di tutta la città. «Per questo», ha aggiunto, «avrei voluto che questa manifestazione fosse stata organizzata dall’amministrazione. Bisogna far capire che chiunque può girare liberamente a Verona senza temere di essere vittima di simili episodi. A partiti e sindacati che non sono qui, dico solo che l’indifferenza è il pericolo peggiore perché è su questo che fece leva il fascismo».
    Il corteo. Davanti c’erano le donne della sinistra radicale, simbolicamente schierate per rappresentare solidarietà alla ragazza picchiata in Volto San Luca e alle altre due che erano in auto con i simpatizzanti della Chimica poi feriti con calci, pugni, cinghiate e coltellate. Poi manifestanti vari, come alcuni consiglieri comunali, Nadir Welponer, Carlo Melegari, il presidente dell’Amia Corrado Brigo e l’assessore Giancarlo Montagnoli. Due i partiti che hanno aderito: Comunisti italiani e Rifondazione. Oltre a vari movimenti e associazioni, c’è stata l’adesione delle Rappresentanze sindacali di base (RdB).
    I primi danneggiamenti. Dietro il camioncino della Chimica che diffondeva musica, c’erano almeno un centinaio di persone mascherate con i fazzoletti sui visi. Erano disposti in file da dieci, ciascuno con bastone in mano. In piazza Corrubbio si sono sganciati dal corteo in cinque o sei, sono andati verso il negozio di articoli militari al numero civico 19 e hanno infranto le vetrine lanciando pesanti bulloni. La proprietaria che l’aveva chiuso proprio per evitare problemi, è arrivata un attimo dopo, disperata. «Lo sapevo, lo sapevo», ha ripetuto ai poliziotti. Ma intanto i responsabili erano già tornati nel corteo. Di fronte a queste azioni di teppismo, Ivan Zerbato, assessore dei Ds, ha abbandonato la manifestazione.
    La fase critica. Alle 18, alle Regaste, i manifestanti sono stati bloccati per oltre mezz’ora. C’è stata una lunga trattativa prima di imboccare corso Cavour. Nel frattempo, è salita la tensione. Il consigliere comunale dei Verdi Giorgio Bertani ha coraggiosamente invitato il gruppo che aveva i visi coperti a togliere i fazzoletti e a manifestare «con la propria faccia». Stava per prenderle, ma s’è fatto rispettare senza alzare un dito, ma usando le parole. Anche gli organizzatori della Chimica, non solo con gli altoparlanti, hanno più volte invitato alla calma e ricordato che eventuali incidenti sarebbero stati inutili e dannosi rispetto ai contenuti dell’iniziativa che si volevano diffondere. Il muro delle Regaste, e altri del percorso, sono stati imbrattate di scritte con la vernice spray. Poi il corteo ha imboccato via Roma, invece che via Oberdan come previsto in un primo momento.
    La bomba carta. E proprio in via Roma, davanti a un bar, s’è rischiato grosso. Prima ha sfilato la maggior parte dei manifestanti senza creare problemi, poi è arrivata la «centuria» di mascherati, tutti vestiti di nero, in perfetto stile black bloc. Hanno acceso un fumogeno rosso, poi, dal centro del gruppo che già scalpitava circondato dalla polizia in assetto antisossomossa, è stata lanciata la bomba carta che è caduta con la miccia accesa vicino ai tavolini, abbandonati solo pochi secondi prima dai clienti. Il boato ha provocato il panico, lo spostamento d’aria ha infranto la vetrina del negozio di abbigliamento «Territori» e fatto volare un coperchio di un macchinario per bibite del bar e una grata di plastica. Nessun ferito, ma solo per una casualità.
    La conclusione della manifestazione. Dopo aver minacciato i turisti che scattavano fotografie, i teppisti si sono calmati.
    Il corteo ha sfilato in Bra e poi è arrivato in piazza Pradaval, luogo dell’aggressione. Qui la Chimica ha lanciato un nuovo appello: «È venuto il momento di costruire una risposta articolata che deve andare oltre l’emotività e creare e organizzare i legami sociali fra diverse forze sociali e culturali che devono saper valorizzare la condivisione dell’antifascismo e saper costruire coesione sociale con nuove lotte portate avanti con gioia, creatività, intelligenza». Mentre si alternavano discorsi di condanna all’aggresione, ragazzi e ragazze protagonisti dei danneggiamenti si sono svestiti, coperti alla vista dai loro compagni e da alcuni striscioni. Uno alla volta, poi, sono tornati «facce pulite» con magliette e pantaloni diversi da quelli indossati nel corteo. La Digos ha filmato tutti i partecipanti ed è molto probabile che arriveranno denunce. Come quella rimediata da un manifestante che, dopo aver raggiunto la stazione, con una chiave ha rigato due auto della polizia sotto gli occhi degli agenti. È stato identificato e, ovviamente, denunciato. Sui provocatori del corteo, un portavoce della Chimica ha detto che si tratta di frange radicali individualiste. I veronesi hanno avuto i primi problemi già in piazza san Zeno, quando hanno apertamente dissentito sulla scelta di quel gruppo di sfilare con mazze e volti coperti. I bastoni sono stati poi ritrovati dalle forze dell’ordine nei giardinetti di piazza Pradaval.

  2. #2
    El Criticon
    Ospite

    Predefinito Danni collaterali?

    Scommetto che il procuratore Pap-A-Lya era lì in prima fila, dietro le forze dell’ordine, pronto lui stesso a catturare qualche incappucciato o qualche manifestante femmina in calore.

    Come? E invece non s’è mosso?

    Forse perché i black bloc non indossavano nessuna maglietta o fazzoletto verde col sole che ride?

    Ah! Ho capito ... ha ritenuto la situazione fosse troppo pericolosa per le forze dell’ordine le quali non hanno mai ricevuto addestramento alcuno per fronteggiare democratiche ribellioni e devastazioni varie di pericolosi commercianti di bulloni militari.

    Ma allora perché non si provvede a mandarli a Tel-AAA-Viv per qualche corso intensivo anti terrorismo internazionale, preferibilmente islamico?

    Come?

    Costerebbe troppi milioni di dollari al comune di Verona che è già oltremodo in ROSSO per il sostentamento dei circostanti nomadi abusivi e permanenti?

    Evabbbè.

    Avrebbe almeno potuto incitare gli altri pacifisti rifondazionisti a fare lo sgambetto a qualche mascherato, prima che costoro tornassero a nascondersi fra i ranghi per sbarazzarsi d’ogni cappuccetto e bastoncino vario. No?

    Come? Nessun sgambetto?

    Non sarebbe stata operazione cortese nei confronti dei simpatizzanti della Chimica di base che simpatizzano per alcuni consiglieri comunali, Nadir Welponer, Carlo Melegari, il presidente dell’Amia Corrado Brigo e l’assessore Giancarlo Montagnoli che simpatizzano per partiti quali appunto i Comunisti italiani e Rifondazione che simpatizzano per altri movimenti e associazioni e Rappresentanze sindacali di base (RdB)?…

    Ma i veri veronesi per chi simpatizzano?

    Come? Non ve ne sono quasi più in circolazione?

    Opppooorrrcccaaappp … vuoi scommettere che los señores Sbarroso y Sborrel, e tutti gli altri euro parlamentari prodinotteri e l’ONU stesso hanno sovrastimato i concreti vantaggi socioeconomici ed elettorali derivanti dai danni collaterali delle recenti invasioni umanitarie?

    O forse hanno invece azzeccato in pieno le loro stime?

    Opppooorrrcccaaappp …

  3. #3
    Fieramente Leghista
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    Predefinito Re: Danni collaterali?

    Originally posted by El Criticon
    ...
    Non sarebbe stata operazione cortese nei confronti dei simpatizzanti della Chimica di base che simpatizzano per alcuni consiglieri comunali, Nadir Welponer, Carlo Melegari, il presidente dell’Amia Corrado Brigo e l’assessore Giancarlo Montagnoli che simpatizzano per partiti quali appunto i Comunisti italiani e Rifondazione che simpatizzano per altri movimenti e associazioni e Rappresentanze sindacali di base (RdB)?…

    Ma i veri veronesi per chi simpatizzano?

    Come? Non ve ne sono quasi più in circolazione?

    I veri veronesi? ce ne sono ancora molti, per il momento, quello che non c'è purtroppo è la testa ragionante ancora per moltissimi, per troppi di essi...
    Diciamo che di sicuro la grande maggioranza non simpatizza per i cessi sociali, ma purtroppo è ancora troppo irrimediabilmente benpensante un po' tendente allo snob, un po' troppo qualunquista amante del quieto vivere uber alles, per passare all'azione diretta di autodifesa...

    Del resto si può sperare molto da un popolazzo veronese che per 50 anni o giù di lì è stato in maggioranza democristiano, magari democristiano un po' tendente a destra, ma pur sempre democristiano? Da quelli che negli anni '80 riverivano personaggi come "lele" sboarina e cresco?

    Poi c'è anche per fortuna la parte sana, la parte che si sta faticosamente risvegliando, e c'è la meravigliosa realtà delle oltre 28.000 preferenze al nostro mitico, al nostro splendido Flavio...

    Faremo in tempo a salvarci?

  4. #4
    Fieramente Leghista
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    Predefinito

    la rivolta (tardiva e interessata, n.d.a.) dei commercianti?

    I commercianti organizzano la protesta. Morando, presidente Asco: «Queste sfilate politiche non servono a niente»
    La rivolta di San Zeno: «Basta cortei»
    Raccolta di firme perché le manifestazioni partano da altri quartieri
    «La piazza dovrebbe ospitare solo feste popolari e spettacoli»


    I commercianti di San Zeno dicono basta alle manifestazioni politiche che partono dalla piazza principale del quartiere. E lo fanno con una raccolta di firme, che inizia oggi.
    Se il venerdì precedente la manifestazione promossa dalla Chimica, non c’erano segnali stradali o avvisi che annunciassero l’avvio del corteo, sabato mattina la piazza era completamente chiusa al traffico e molti titolari degli esercizi commerciali si lamentavano. Con la scusa del quartiere «blindato», poche erano le macchine a transitare sulle strade, pochi i clienti che si fermavano davanti ai vari negozi e nei tavolini davanti ai bar non c’era seduto quasi nessuno.
    Da alcuni commercianti, che si sono ritrovati al bar per il consueto caffè, è nata l’idea della raccolta delle firme. Il primo ad essere investito dell’iniziativa è stato il presidente della cooperativa Calmiere. «Se preparate la lettera» ha dichiarato il presidente della stessa Renzo Rossi, «noi vi aiuteremo a raccogliere le firme. È giusto che il quartiere si mobiliti per riappropriarsi dei propri spazi. A San Zeno si deve lasciare la sfilata del Papà del gnoco ed organizzare manifestazioni ricreative e tanti spettacoli».
    Piero Battistoni, vice presidente dell’associazione Botteghe di San Zeno, svolge da diciassette anni la sua attività in piazza: «Devo constatare che in tutti questi anni nessuna amministrazione ha saputo mettere ordine in piazza San Zeno dedicandola alle famiglie, al turismo e alle manifestazioni ludiche. Nessuna amministrazione ha saputo sfruttare questo nostro contenitore, per proposte culturali e turistiche degne di una delle più belle piazze della città, e solo poche volte ci è stato assegnata a titolo gratuito per alcune manifestazioni a scopo benefico. Dobbiamo convivere sempre con le auto, tranne quando sono programmate manifestazioni politiche».
    «Che cosa penso della manifestazione di ieri? Cosa devo pensare, il risultato è sotto gli occhi di tutti: è mancato il rispetto della città e della proprietà altrui» continua Battistoni. «Guardi come sono state imbrattate le Regaste, vada a controllare i danni che alcuni hanno subito. Questo non è giusto: ogni volta che qualcuno danneggia la città, qualcun altro deve pagare per rimetterla in ordine».
    «Se c’è qualcosa da contestare, è stato il giorno scelto per la manifestazione: non si doveva concedere di farla il sabato pomeriggio. Sicuramente non abbiamo dato una grande immagine di Verona a livello mondiale, visto che in Bra era l’ora dell’opera lirica. Perché la manifestazione non è stata autorizzata nella giornata del lunedì? Da San Zeno molti chiedono che le manifestazioni vengano autorizzate anche in altri luoghi, perché per arrivare in piazza Bra si può partire dalla zona del cimitero o di Basso Acquar».
    «I danni alle vetrine di alcuni negozi dimostrano che questi cortei di non violenti, sono in realtà violenti», commenta Fernando Morando, presidente di Asco Confcommercio, riguardo gli episodi di vandalismo contro due negozi, lungo il percorso della manifestazione. Seppure pacifico, il corteo non è riuscito ad evitare l’inserimento di alcune frange estreme. Bilancio: due vetrine infrante per il lancio di bulloni e lo scoppio di una bomba-carta.
    «Le forze dell’ordine, molto numerose, sono riuscite ad evitare il peggio», continua Morando, «ma mi chiedo a cosa servono queste manifestazioni, di destra o di sinistra che siano».
    Il presidente di Confcommercio annuncia una presa di posizione ufficiale dell’associazione, contro questo tipo di manifestazioni: «Non tanto per il danno economico, perché penso che quei negozi siano assicurati, ma di un clima di tensione che non fa bene alla città. A cosa serviva questo corteo, quando la città aveva già condannato l’aggressione? Solamente a dare un’occasione ai gruppetti violenti, e visibilità ai politici che vi hanno partecipato».

  5. #5
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    Le reazioni dei residenti:
    «I pacifisti più violenti dei loro aggressori»
    «Vergognoso come hanno trattato la città. E per poco quella bomba carta non ha fatto il morto»


    Condanna unanime da parte della gente di piazza San Zeno. Durante tutta la mattinata di ieri l’argomento di discussione era la manifestazione di sabato.
    All’uscita della prima messa era tutto un criticare la manifestazione. È la gente comune che ha preso la parola: «Il ricordo di ieri è la città imbrattata», ha detto la signora Maria Mancini, «e questo è vergognoso. Non dovrebbero permettere certe manifestazioni».
    A lei fa eco Paola Martini: «Credo dovrebbero vergognarsi i vari manifestanti, dovevano fare una manifestazione pacifista e invece hanno rotto le vetrine e per poco non ci scappava il morto con quella bomba carta».

    L’architetto Maurizio Casari è categorico: «Non riuscire a isolare i gruppi che sono professionisti del vandalismo significa garantire lo scontro e la rissa. A una manifestazione politica si devono fare delle scelte, si devono discriminare le persone che hanno la capacità di rovinare tutto. Non si possono accettare tutti in base ad una ideologia astratta e farsi sottomettere da chi non riesce a rispettare le regole».
    Ettore Rossi, nel condannare i vandalismi afferma: «Per i manifestanti è stata un’occasione persa. Dovevano protestare contro la violenza e si sono comportati peggio dei loro violentatori. Avevo sentito inneggiare alla pace e contro la guerra, ma ho constatato che Verona esce distrutta da questa manifestazione». Va oltre Claudio Masini: «Ho visto dei ragazzini in apertura del corteo gridare la loro rabbia contro il fascismo. Ma che cosa ne sanno del fascismo queste persone? Nemmeno io che ho una certa età so realmente che significa la parola fascista. Pertanto ritengo che ci sia stata tanta strumentalizzazione».
    Molte persone, che arrivano da varie parti della città per andare in chiesa ad ascoltare l’abate, don Rino Breoni, sono contrariate da quanto è successo. Unanime è stata la condanna per gli atti vandalici che sono avvenuti e qualcuno ha proposto di aprire una sottoscrizione per aiutare chi ha subito gravi danni come i gestori del negozio di articoli militari.
    In tarda mattinata anche due consiglieri comunali sono venuti in sopralluogo per vedere i danni che la città ha subito con la manifestazioni di sabato. Marco Gruberio, consigliere di Forza Italia, è stato lapidario: «Questi erano pacifisti? Il risultato lo conferma: vetrine spaccate e muri imbrattati. A Verona si dovrebbero vietare manifestazioni di questo genere e in modo particolare si dovrebbero fermare quei gruppi di violenti che si accodano ai manifestanti e che provengono dalle altre città. Adesso come comunità dovremmo contare i danni, e dovremmo riflettere sui luoghi da concedere per le manifestazioni vedere le mura intorno a Castelvecchio imbrattare di scritte politiche non fa onore alla città».
    Paolo Tosato, consigliere della Lega Nord, afferma: «Come al solito gli aderenti ai centri sociali lanciano accuse contro gli intolleranti e i violenti, ma nei fatti sono proprio loro i protagonisti di atti di violenza e d vandalismo. Sarebbe necessario che chi ha autorizzato la manifestazione e chi del mondo politico ha partecipato, pagasse di tasca propria i danni che sono stati causati».

  6. #6
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    Le reazioni politiche
    Incappucciati, condanna unanime
    Documento critico degli [IPOCRITI, n.d.Halexandra] esponenti di centrosinistra che hanno sfilato

    La presenza al corteo di sabato di una centuria - usiamo apposta questo termine militare, perché si sono presentati inquadrati in una decina di file serrate, formate ciascuna da dieci militanti in tenuta anti-antisommossa, ossia armati di bastoni e con scudi di plastica celati dietro gli striscioni - di incappucciati, provoca una netta condanna da parte dei politici che a titolo personale avevano partecipato alla manifestazione indetta dal Centro sociale La Chimica, al quale adesso chiedono di prendere le distanze dai violenti, proprio perché ne hanno apprezzato i tentativi di contenimento degli elementi mascherati.
    «Abbiamo partecipato alla manifestazione», scrivono Corrado Brigo, Fiorenzo Fasoli, Stefano Martinelli, Riccardo Milano, Giancarlo Montagnoli, Graziano Perini, Tiziana Valpiana, Nadir Welponer, Remo Zanella e Ivan Zerbato, «per protestare contro l’aggressione di stampo neofascista che ha portato al ferimento di tre giovanisi. Un’aggressione che segna un salto di qualità gravissimo del neofascismo veronese e che può provocare una spirale di tensioni e reazioni che va impedito, non con l’indifferenza ma con la mobilitazione attiva, cosciente e pacifica, contro ogni forma di violenza politica e di odio razziale. Ed è in virtù di questo spirito», sottolineano, «che non possiamo e non vogliamo sottacere quello che è avvenuto nel corso della manifestazione a opera di un gruppo mascherato e violento che ha teso a farlo degenerare. Un patetico, lugubre e violento gruppo di incappucciati», rimarcano, «venuti da fuori Verona, con la loro organizzazione paramilitare, la loro violenza fisica e verbale, la loro intolleranza e il disprezzo verso la stragrande maggioranza dei manifestanti che tentava di isolarli, pone un problema politico a tutti noi e al centro sociale la Chimica, del quale abbiamo apprezzato la gestione responsabile della manifestazione e dal quale ci attendiamo una netta presa di distanza e di condanna».
    Un’apertura al dialogo con la frangia più estrema della sinistra, alla quale viene chiesta però una assunzione di responsabilità. «La città veramente antifascista e democratica esige», continua il documento, «che i loschi ridicoli e funerei provocatori incappucciati non abbiano cittadinanza nei cortei e ne siano isolati ed espulsi. Non sono compagni che sbagliano, bensì aberranti portatori di pratiche violente e pericolose, che vanno contrastate con nettezza e senza sottovalutazioni. Vogliamo», concludono i firmatari, «una città aperta, democratica, antifascista, dove si possa manifestare con serenità e tolleranza, dove la non violenza sia il discrimine politico e morale».
    Sul corteo interviene anche Flavio Tosi, assessore regionale della Lega Nord. «Condanniamo la violenza», dice, «sia quella dell’episodio che ha poi dato origine alla manifestazione di protesta, sia quella che c’è stata durante il corte. Trovo grave che parte importante della Giunta Zanotto abbia sfilato, sia pure in mezzo a tanti cittadini pacifici, a fianco di perfetti delinquenti. Infine», conclude, «un appunto al prefetto e a chi aveva il comando delle forze dell’ordine sulle strade: non si possono lasciare sfilare impunemente personaggi armati e mascherati, che stavano platealmente violando la legge».

  7. #7
    Fieramente Leghista
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    Le indagini. Altri appartenenti all’estrema sinistra filmati mentre lanciano oggetti
    Denunciato uno dei partecipanti: ha danneggiato le auto della polizia

    Il corteo organizzato dalla sinistra radicale in città sabato pomeriggio per manifestare contro «tutti i fascismi» e l’aggressione di volto san Luca ha lasciato alcuni strascichi. Innanzitutto i danni ai commercianti veronesi. Uno di loro in piazza Corrubbio s’è visto infrangere le vetrine con biglie d’acciaio, un altro ha avuto danni per colpa di un grosso petardo lanciato in via Roma.
    L’unica colpa di questi due esercenti il «sospetto» che potessero essere vicini agli ambienti di destra. Le persone ritenute responsabili di questi due atti teppistici non sono ancora state identificate dalla polizia che però nelle prossime ore visionerà il materiale filmato nel tentativo di dare un nome ai partecipanti del corteo che hanno commesso questi danneggiamenti per poi eventualmente denunciarli.
    È stato invece già identificato e denunciato per danneggiamento un esponente della sinistra radicale veronese scoperto dai poliziotti mentre danneggiava le auto della questura. L’uomo è stato proprio visto dagli agenti mentre faceva ghirigori con una chiave da porta blindata sulle due vetture, una delle quali era in uso alla squadra mobile.
    Nei prossimi giorni il materiale filmato durante il corteo dalla polizia scaligera verrà inviato anche alle Digos di altre città come Padova e Brescia, visto che i partecipanti al corteo della sinistra radicale sono stati filmati all’arrivo in stazione. Servirà per l’identificazione dei soggetti poi filmati a compiere atti contrari alla legge. Il fatto che poi dalle tasche e zaini di alcuni di loro siano saltati fuori mephisti (passamontagna in uso alle forze dell’ordine che lasciano scoperti solo gli occhi) e qualche altra arma la dice lunga sulle intenzioni «pacifiche» di alcuni partecipanti. Indiscrezioni vogliono che alcuni componenti del centro sociale La Chimica abbiano addirittura ripreso questi compagni sottolineando che l’intenzione della manifestazione era soltanto quella di sfilare.
    Resta inoltre da ripulire tutta la città dalle scritte realizzate dai manifestanti durante il corteo.

  8. #8
    El Criticon
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    Predefinito Re: Re: Danni collaterali?

    Originally posted by halexandra
    I veri veronesi? ce ne sono ancora molti, per il momento, quello che non c'è purtroppo è la testa ragionante ancora per moltissimi, per troppi di essi...
    Diciamo che di sicuro la grande maggioranza non simpatizza per i cessi sociali, ma purtroppo è ancora troppo irrimediabilmente benpensante un po' tendente allo snob, un po' troppo qualunquista amante del quieto vivere uber alles, per passare all'azione diretta di autodifesa...

    Del resto si può sperare molto da un popolazzo veronese che per 50 anni o giù di lì è stato in maggioranza democristiano, magari democristiano un po' tendente a destra, ma pur sempre democristiano? Da quelli che negli anni '80 riverivano personaggi come "lele" sboarina e cresco?

    Poi c'è anche per fortuna la parte sana, la parte che si sta faticosamente risvegliando, e c'è la meravigliosa realtà delle oltre 28.000 preferenze al nostro mitico, al nostro splendido Flavio...

    Faremo in tempo a salvarci?
    Condivido in toto ... il mio quesito era ovviamente provocatorio ...

    Faremo in tempo a salvarci?
    Penso sì, anche se spesso seguendo l'attuale andazzo tollerato e alimentato dal resto del popolazzo (accidenti a ste rime del piffero!) ci coglie lo sconforto ... ma è proprio grazie ai giovani classe TOSI che alla fine ce la faremo ... appunto prima che giunga la fine ... ostregaaaa ...

    Ora passo a leggere gli altri articoli

  9. #9
    Fieramente Leghista
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    Thumbs up mitico Matteo Castagna di Padania Cristiana

    Vorrei sottolineare che in un altra parte della città, mentre i cessi sociali devastavano negozi e facevano scoppiare bombe, c'era il nostro mitico Matteo Castagna, come rappresentante di Padania Cristiana e della Lega, che faceva contromanifestazione con la bandiera asburgica. Un applauso e un grazie a Matteo!

  10. #10
    Fieramente Leghista
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    Predefinito

    Proseguono le polemiche sulla manifestazione contro il fascismo organizzata dal centro sociale dopo l’aggressione in Volto San Luca
    «Così ho tentato di fermare gli incappucciati»
    Una «Donna in nero» racconta cosa è accaduto nel corteo. Welponer invita La Chimica al confronto

    «Eravamo in tanti a tentare di convincere quel gruppo a manifestare a volto scoperto, ma non era facile». Anche Rosanna Restivo Alessi delle «Donne in nero» di Verona, come altre persone presenti al corteo di sabato scorso organizzato dal centro sociale La Chimica, ha voluto testimoniare l’impegno della maggior parte dei manifestanti a sfilare da San Zeno in Pradaval in maniera pacifica. «La situazione di sabato ha richiesto molta collaborazione», ha spiegato, «affinché non degenerasse e credo che sia abbastanza noto che hanno creato problemi un paio di gruppi di persone (non più di quaranta) provenienti da fuori Verona e presenti nel corteo con modalità di abbigliamento e di violenza assolutamente non condivise dalla stragrande parte dei manifestanti». «Alcune delle "Donne in nero", molti giovani della Chimica, altri adulti di varie componenti pacifiste e democratiche abbiamo vissuto la manifestazione seguendo da vicino questi due gruppi e cercando di parlare con i più disponibili tra loro così da contenere l’aggressività. Personalmente rivolgo un ringraziamento alle forze dell’ordine che, per quanto ho potuto vedere, hanno mantenuto i nervi saldi, sono state disponibili al dialogo quando abbiamo comunicato le nostre difficoltà e hanno impedito che la situazione si aggravasse. Mi dispiace per i danni causati da quel gruppo e ribadisco che la nostra scelta è il totale rifiuto della violenza, da qualunque parte provenga».
    E proseguono in città dibattito e critiche sulla manifestazione contro il fascismo organizzata dopo il pestaggio in Volto San Luca dei simpatizzanti della Chimica. «Credo che non ci siano dubbi», ha detto Fiorenzo Fasoli, capogruppo di Rifondazione comunista in Comune, «sulla gravità dell’aggressione subita dai cinque ragazzi dei centri sociali, per cui uno ha rischiato la vita, di natura e di gravità superiore ai danni materiali, comunque da condannare, registrati dopo la manifestazione. Per quale motivo, allora, ci sono state molte più reazioni verso i secondi accadimenti che per l’aggressione?». Fasoli ha ricordato che «per ogni partita di calcio di un certo tipo si registrano ingenti danni materiali nelle città ospitanti» e si chiede come mai «le reazioni ora sono più forti?».
    Il capogruppo di Rifondazione ha attaccato anche Flavio Tosi, chiedendosi: «Non fa specie che un assessore regionale, già condannato in primo grado per reati previsti dalla legge Mancino e che organizza manifestazioni non autorizzate come è successo qualche giorno fa a Boscomantico, chieda le dimissioni di un altro assessore reao di aver partecipato a livello personale ad una manifestazione del tutto autorizzata e di cui ha criticato gli eccessi?». «Forse le dimissioni», ha aggiunto Fasoli, «dovrebbe comnciare a darle lui». Infine, il capogruppo di Rifondazione ha giudicato una presa di distanze il comunicato del centro sociale La Chimica sugli atti di teppismo. Meno convinto su questo punto, ma pronto al confronto, è Nadir Welponer, esponente dei Democratici di sinistra, anche lui presente al corteo. «È troppo poco dire che La Chimica non ha condiviso quelle azioni. Vetrine rotte, la bomba carta, insomma qualcuno avrebbe potuto farsi del male sul serio. Alla fine, per l’opinione pubblica, sembra che non ci sia nessuna differenza tra gli aggressori di Volto San Luca e il corteo: invece, era evidente». «Io mi chiedo», ha proseguito Welponer, «perché c’è tanta reticenza a condannare da parte della Chimica quegli episodi? Eppure io ho visto gli organizzatori, tutti adulti e non certo ragazzini, inveire contro gli incappucciati, tentare di gestire in maniera equilibrata il corteo, ma quel comunicato che non condanna è una specie di posizione simile al periodo delle Brigate Rosse in cui i terroristi venivano definiti i "compagni che sbagliano"». Welponer ha poi lanciato la proposta, ritenendo che «non è tempo perso aprire un confronto politico serrato» con gli esponenti della Chimica. «Noi abbiamo aderito alla loro manifestazione», ha aggiunto il diessino, «ma se non condannano quegli atti rischiano di restare isolati anche se non sono dei violenti».
    Di tutt’altro tenore le dichiarazioni di Alessandro Cavallini, portavoce veronese della Fiamma Tricolore. «Come al solito due pesi e due misure. Da una parte i centri (a)sociali che durante una manifestazione contro la violenza si presentano armati e coi visi coperti, imbrattando i muri della città di scritte ridicole e distruggendo le vetrine di due negozi; dall’altra un gruppo di giovani militanti che affermano in modo ordinato e disciplinato il proprio diritto di esistere politicamente». «Il solo assessore Zerbato», ha spiegato Cavallini, «ha avuto il buongusto di allontanarsi di fronte a tale scempio. La Fiamma Tricolore di Verona chiede le dimissioni di tutti i consiglieri e assessori comunali presenti al corteo e che paghino di tasca loro i danni provocati dalla feccia comunista nonché la proibizione di future manifestazioni di questo tipo nel centro cittadino».

 

 
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