Una Lista Arcobaleno per l’elettorato orfano.Di Francesco Pancho Pardi

[Barbera]

Una Lista Arcobaleno per l’elettorato orfano

di Francesco Pancho Pardi

Posto e non concesso che l'accoglimento di Sgarbi nell'Unione ci lasci la voglia di fare politica in un sistema dove si fanno ponti d'oro ai cantori stipendiati dell'avversario, tutti coloro che si ritengono di sinistra hanno di fronte un problema centrale. Tutti pensiamo sia necessario rafforzare la coalizione di centrosinistra per vincere le elezioni politiche del 2006 (che non sono affatto già vinte) e per esprimere dopo la vittoria un governo capace di riforme incisive.




Ricostruire la salute istituzionale del paese, attuare con pienezza la Costituzione dopo averne cancellato la pessima legge che la deforma, inventare una nuova politica del lavoro per i giovani, indirizzare un’economia che non consumi l'ambiente, contribuire a una condotta europea autonoma sulla scena internazionale: non sono davvero compiti per un governo debole. E una sinistra robusta e dalle idee chiare sarebbe utile sia a raccogliere un vasto consenso elettorale sia a garantire l’attuazione di un programma riformatore. Questa sinistra potrebbe esserci ma non c’è. Se fosse possibile federare tutte le forze sparse della sinistra attuale –e non solo i partiti- si raggiungerebbe una massa critica superiore a quella di AN nello schieramento opposto. Ma ripetuti tentativi non hanno avuto successo e hanno lasciato aperte solo vie secondarie. Rifondazione ha preferito l’indipendenza, e la necessità di perseguire nel futuro la ricerca di un cammino comune induce ora a non insistere nella polemica. All’ultima assemblea della Camera di consultazione promossa da Asor Rosa e Manifesto, Verdi e Comunisti Italiani hanno proposto di presentare, per la quota proporzionale, una Lista Arcobaleno aperta alla società civile. I pessimisti ritengono che la difficoltà di sommare forze di diversa ispirazione apra il rischio che l'obbiettivo del 4% possa essere mancato; il pericolo di disperdere voti preziosi sconsiglierebbe il tentativo. Lascio la valutazione agli specialisti di flussi elettorali ma trovo molto insoddisfacente che dopo un ciclo di mobilitazione straordinario si sappia solo dire ai numerosissimi incerti: votate ognuno per chi vi pare. Non ci si può rassegnare a un'idea della sinistra come combinazione sempre in subbuglio di componenti più o meno piccole spesso in competizione reciproca. Se pensiamo che federare le forze diverse della sinistra abbia un senso positivo per il futuro non possiamo rinunciare a sperimentarne le possibilità. Se queste esistono, stanno tutte nella capacità di far capire che la Lista Arcobaleno può essere qualcosa di molto, molto diverso da una semplice appiccicatura dei due partiti con l'aggiunta di un pizzico di società civile. La bandiera arcobaleno ha rappresentato la molteplicità del mondo che lottava per la pace contro la guerra preventiva. La Lista Arcobaleno potrebbe rispecchiare la pluralità delle energie che si impegnano in uno sforzo ottimistico per cominciare a mettere insieme la sinistra. Il largo dibattito necessario per darle vita dovrebbe dare spazio alle voci più diverse. Può non essere facile: i due partiti hanno le loro identità e tradizioni, la libera cittadinanza - uso di proposito il termine preferito da Tom Benetollo - non è un corpo unico, non ha la coesione di un partito. Il colloquio tra questa e i partiti non dovrà essere un dialogo a tre, col rischio di ingessare la prima nel ruolo di soggetto formale, interlocutore unico dei due partiti. Molto meglio praticare fin dall'inizio la via della pluralità. Poniamo questa esigenza di dialogo agli interlocutori più vari, nei diversi mondi: del lavoro e del non-lavoro, delle professioni, della letteratura, della ricerca scientifica, dell'arte, del giornalismo. Interroghiamo le diverse generazioni. Cerchiamo di ottenere dai giovani risposte meno evasive di quelle consuete. E se questa fase istruttoria avrà dato fondamento alle speranze potremo porci allora con maggiore consapevolezza all'opera per formare la Lista Arcobaleno che rispecchi nel modo più convincente la pluralità che abbiamo voluto mettere alla prova. Molti di noi pensano che in quel 28 % che non ha voluto votare alle ultime regionali ci sia una quota ignota di elettorato orfano di sinistra, così insoddisfatto della rappresentanza politica attuale da rinunciare all'esercizio di un diritto primario. E' certo un atteggiamento autolesionista, ma per criticarlo gli si deve dare anche la possibilità di un'alternativa praticabile. I partiti separati della sinistra così come sono oggi non la offrono. Ma anche l'opinione pubblica di sinistra che critica questo stato di cose dovrebbe decidersi una buona volta a esercitare qualcosa di più del mugugno. Una Lista Arcobaleno costruita sulla base della pluralità forse può verificare l'esistenza e la consistenza di quell'elettorato orfano, convincerlo a dare un contributo diretto alla vittoria della coalizione e al tempo stesso offrire uno strumento iniziale e temporaneo per costruire una sinistra più larga e più aperta.

[alemaggia]

taccio dopo dicono che son polemico rompicoglioni

ma pancho no...