Napoli: tutti percepivano la pensione, ma nessuno ne aveva diritto. Anche i più giovani risultavano invalidi al cento per cento
NAPOLI - Risultano tutti falsi invalidi al 100 per cento i venti componenti del nucleo familiare di Arzano, in provincia di Napoli, coinvolti nell'inchiesta dei pm Alfonso D'Avino e Nunzio Fragliasso. Promotore della truffa ai danni dell'Inps un uomo che grazie alla falsificazione del certificato emesso dalla Commissione medica provinciale aveva ottenuto la pensione e il pagamento di arretrati (circa 100 milioni delle vecchie lire). Secondo quanto risultava dal certificato, l'uomo non era in grado neppure di camminare in posizione eretta.
Sarebbe stato lui, con la complicità di un impiegato della Commissione medica (anch'egli sotto inchiesta), a consentire il riconoscimento della pensione a tutti gli altri componenti della numerosa famiglia: moglie (che, con gli arretrati, ha ottenuto 240 milioni delle vecchie lire), i loro tre figli, le due nuore, il genero, due zie del capofamiglia, la madre di quest'ultimo, la cognata, i due consuoceri, quattro cugini, due cognate del figlio e la cognata della figlia. Anche i giovani della famiglia, stando ai certificati medici alterati, erano invalidi al cento per cento.
Nei certificati si parla di incapacità totale con «necessità di assistenza continua per l'incapacità a svolgere normale attività quotidiana». Dai filmati e dalle foto fatte dagli investigatori della squadra mobile è emerso che tutti erano in ottime condizioni fisiche (il capofamiglia è stato visto ad esempio guidare l'auto e portare pesanti pacchi).
Gli illeciti contestati ai 20 esponenti del nucleo familiare sono relativi al periodo che va dal 2000 al giugno 2005. Alle indagini - sottolineano gli investigatori - hanno collaborato anche funzionari dell'Inps. Nell'inchiesta sono ipotizzati i reati di associazione per delinquere, truffa, falso e corruzione.
01 agosto 2005
Iniziamo a parlare anche di questo invece che solo d'evasione...