Fischi a Tremonti. Cofferati e Prodi: un errore
di red
Il presidente dell’associazione dei familiari delle vittime Paolo Bolognesi lo aveva detto: «Non fischiate Giulio Tremonti». Un appello lanciato per due ragioni. Primo, «perché quando ci sono i fischi il 2 agosto, il giorno dopo si parla di quello e non del contenuto dei discorsi che si sono fatti dal palco». Secondo, «per il fatto che, nella scelta del governo di mandare a Bologna il vicepremier, vedo un atto di attenzione».
E invece i fischi ci sono stati, assordanti. Ma prima di colpire Tremonti sono stati indirizzati contro il sindaco di Bologna, Sergio Cofferati. Un gruppetto di indomiti contestatori (soprattutto disobbedienti e sindacati di base) che, in un primo momento è apparso isolato, ma, quando ha preso la parola l’ex ministro dell’economia, ha trascinato con sé buona parte della piazza.
«Fischiare non aiuta la nostra battaglia democratica contro il terrorismo», commenta amareggiato Bolognesi. La destra subito insorge, parla di «spettacolo indegno». Il presidente della Camera Casini è durissimo: «Con l'odio e con gli insulti non si onorano i nostri morti - scrive in una nota - Ancora una volta il macabro rituale dei fischi offende Bologna e i suoi cittadini e rende il 2 agosto un giorno ancora più nero e triste». Pesanti critiche anche dal centrosinistra. Cofferati se la prende se la prende con «l'atteggiamento profondamente sbagliato e inacettabile di un gruppo che ha fischiato il vice presidente del Consiglioer» e sottolinea: «Ognuno è libero di manifestare come vuole, ma i fischi in una piazza come oggi sono davvero fuori luogo». Anche Prodi prende nettamente le distanze: «Credo sarebbe stato meglio evitarli».
E Tremonti? Del suo discorso non si è sentito quasi niente. Nessun commento alla fine. Solo la battuta ironica lanciata al sindaco di Bologna prima di prendere la parola: «Che bella piazza».
http://www.unita.it/index.asp?topic_...topic_id=43968