2000 anni su 150000 anni non sono molto rappresentativi, anche perchè per poter applicare il metodo statistico il campione dovrebbe essere distribuito equamente su questi 150.000 anni, non concentrarsi in un determinato punto, che è soggetto a particolari tendenze non necessariamente, anzi sicuramente non riscontrabili in altri punti della storia umana.
Se parliamo di storia recente, allora l' arco di tempo preso in considerazione si riduce da 2000 a qualche centinaio di anni, se invece intendi storici moderni che hanno un approccio sociologico verso la storia dell' antichità, questi fondano le loro ricerche sugli scritti storiografici antichi, che parlano quasi solo di guerre e conflitti.sei sicuro? di libri del genere ne ho a carrettate. soprattutto quelli che affrontano la storia da una prospettiva sociologica, ma ce ne sono a quinatli anche di "storia storica", anche sui grandi personaggi della scienza, del pensiero, dell'industria, etc etc.
Come fai a sapere quanto peso hanno avuto queste persone se la storiografia li ignora? La storiografia ricorda solo i conquistatori e i grandi politici, non sapremmo niente di Socrate se Platone non avesse tramandato qualcosa di lui, ed anche così sappiamo pochissimo. Ma da quel poco che sappiamo possiamo dire che Socrate rivoluzionò il modo di pensare ed ebbe una grande importanza per il successivo sviluppo del pensiero occidentale. Gandhi non era un filosofo, non rivoluzionò un bel niente. Era semplicemente un abile politico che usò determinate strategie per arrivare ai suoi fini. Ed infatti la storiografia lo ricorda come grande uomo, ma per i suoi risultati politici, non per il suo credo religioso, che era peraltro fanatico e bigotto.quale peso hanno queste persone nello sviluppo delle dinamiche storiche? in genere, poco o nulla. ma ci sono anche personaggi importantissimi. un esempio su tutti: gandhi.
che poi, come dici, l'homo prima di quello sapiens, ancor meno mosso dalla "morale" del suo successore, fosse mosso da amore e leggiadria... lasciami qualche forte e profondo dubbio in merito.
i 143mila anni di arcadia e di eden che dici possibili sono, anch'essi, pura utopia.
Quando parlo inoltre di 150.000 anni di storia umana, parlo proprio di homo sapiens sapiens, non di un qualche predecessore. E proiettare sugli ultimi 150.000 anni le esperienze di qualche migliaio di anni a noi più vicini è storicamente improponibile, perchè ogni periodo ha le sue dinamiche. E queste dinamiche nel paleo- e mesolitico erano profondamente diverse da quelle odierne: non esisteva la proprietà, non esistevano ricchezze, non c'era alcun motivo di essere invidiosi o sentirsi inferiori ad altri gruppi, non esistevano cioè i presupposti per motivare un conflitto tra gruppi.
L' errore degl idealisti è che in nome dei propri ideali sono pronti a fare di tutto, anche infrangere gli stessi ideali nei quali credono. Ed alla fine diventano ugali a coloro che criticano. Sarebbe insensato cercare di creare la pace mondiale. Ma sono convinto che educando le persone ad avere più consapevolezza di se stessi e delle proprie azioni il mondo cambierebbe da solo, perchè una persona consapevole che non rimuove o sopprime più i suoi sentimenti o desideri non dovrá più sfogarli in modo distruttivo. Se Hitler, tanto per fare un esempio esagerato, avesse riconosciuto che la sua rabbia era causata da un complesso di inferiorità causato o rafforzato dai suoi problemi con le donne e dal senso di fallimento per essere stato respinto dall' Accademia di Vienna, non avrebbe potuto dare la colpa agli ebrei, sarebbe stato impossibile. È sopprimendo e rimuovendo le proprie frustrazioni che queste diventano autonome e riescono a prendere il sopravvento. Semplicemente io dico che educando l' individuo rendendolo più consapevole, il mondo diventa più migliore da solo.mi vengono in mente - ma senza connessione con te, ben inteso - quelli che dalla rivoluzione francese inneggiano alla libertà, all'uguaglianza, alla fratermità e alla pace mondiale. poi penso come queste teorie si siano sviluppate nella prassi storica.
e mi viene anche in mente quanto uno stato, una siocietà o un qualsivoglia gruppo sociale usa la violenza per rispondere a una (effettiva o supposta) violenza esercitata nei propri confronti. è, insomma, un serpente che si morde la coda. e bisogna fare i conti con la natura umana e con quella delle cose, senza utopie o letture autoreferenziali
In sostanza si tratta dello stesso concetto di Humboldt e dei filosofi idealisti tedeschi, secondo i quali l' educazione portava l' uomo ad agire in modo etico. (Ma un' educazione vera, piu filosofica, non come quella che ci propinano oggi alle università)