Campionati Mondiali di Atletica

[Dottor Zoidberg]

Campionati Mondiali di Atletica

Sabato scattano i Mondiali di atletica leggera ad Helsinki. Medaglie in arrivo da marcia e asta uomini. Queste le squadre italiane:

UOMINI

100: Simone Collio

200: Koura Kaba Fantoni, Andrew Howe, Marco Torrieri

400: Andrea Barberi

800: Maurizio Bobbato

110hs: Andrea Giaconi

400hs: Gianni Carabelli

Alto: Andrea Bettinelli, Nicola Ciotti, Alessandro Talotti

Asta: Giuseppe Gibilisco

Triplo: Paolo Camossi

Martello: Nicola Vizzoni

Giavellotto: Francesco Pignata

Marcia 20 Km: Ivano Brugnetti, Lorenzo Civallero

Marcia 50 Km: Diego Cafagna, Marco De Luca, Alex Schwazer

Maratona: Ottaviano Andriani, Stefano Baldini, Alberico Di Cecco,

Ruggero Pertile, Migidio Bourifa

4x100: Simone Collio, Koura Kaba Fantoni, Marco Torrieri, Luca

Verdecchia, Massimiliano Donati, Alessandro Cavallaro

4x400: Andrea Barberi, Gianni Carabelli, Luca Galletti, Claudio

Licciardello, Edoardo Vallet, Marco Salvucci

DONNE

100: Manuela Levorato

200: Manuela Levorato

800: Elisa Cusma

1.500: Eleonora Berlanda

400hs: Benedetta Ceccarelli, Monika Niederstaetter

Lungo: Fiona May

Triplo: Simona La Mantia, Magdelin Martinez

Peso: Cristiana Checchi, Assunta Legnante, Chiara Rosa

Martello: Ester Balassini, Clarissa Claretti

Giavellotto: Claudia Coslovich, Zahra Bani

Marcia 20 Km: Gisella Orsini, Elisa Rigaudo

Maratona: Rosaria Console

4x100: Manuela Levorato, Vincenza Cali`, Manuela Grillo, Elena Sordelli, Giulia Arcioni, Maria Aurora Salvagno

[Dottor Zoidberg]

Atletica: Italia, tris per il podio
Ecco Baldini, Brugnetti e Gibilisco

Ai Mondiali di atletica, che scattano sabato ad Helsinki, sono tre gli atleti su cui l'Italia punta per le medaglie. Si tratta di Giuseppe Gibilisco, che nell'asta deve difendere l'oro conquistato a Parigi nel 2003, di Ivano Brugnetti e Stefano Baldini, entrambi saliti sul gradino più alto ad Atene, rispettivamente nella marcia 20 km e nella maratona. Speranze anche nel triplo donne, con la Martinez e la La Mantia.



L'azzurro che, forse, ha le maggiori possibilità di conquistare un oro ad Helsinki scenderà in pista subito, nella prima giornata dei Mondiali. Ivano Brugnetti, olimpionico nella 20 km ad Atene 2004, ha in bacheca ha già un titolo iridato, quello conquistato a 23 anni nella 50 km di Siviglia '99. Nei mondiali finlandesi Brugnetti dovrà completare un salto di qualità: se ai Giochi di Atene si impose come outsider, partendo senza particolari pressioni alla vigilia, stavolta il marciatore milanese avrà addosso gli occhi di tutti, avversari in primis. La gara con Stefano Baldini, la maratona, andrà invece in scena nella penultima giornata della competizione. A 34 anni il maratoneta emiliano tenterà l'avventura partendo tra gli outsider in una disciplina, come la sua, che di sicuro, a bocce ferme, ha davvero poco. Tra i suoi principali avversari i soliti specialisti kenyani ed etiopi ed il sudafricano Hendrik Ramaala, vincitore della Maratona di New York. Molte speranze sono puntate anche su Giuseppe Gibilisco. L'atleta siciliano salì alla ribalta delle cronache proprio durante l'ultimo Mondiale, quello di Parigi 2003, vinto con un 5,90 che gli valse il record italiano e i complimenti in diretta televisiva di Sergey Bubka. E con l'inarrivabile primatista del mondo Gibilisco ha un legame, ovvero l'allenatore, quel Vitaly Petrov con cui si allena a Formia. A Helsinki il siciliano, che alle Olimpiadi di Atene si dovette accontentare del bronzo, sarà chiamato al riscatto per risollevare le sorti di una stagione deludente (5,80 il primato stagionale, 5,85 la misura massima dell'anno precedente).

C'è poi un nutrito gruppo di atleti di seconda fascia, che covano comunque più o meno realistiche speranze di podio. Si tratta delle tripliste Martinez e La Mantia, dei velocisti Howe Besozzi e Fantoni, della marciatrice Rigaudo, della lanciatrice di peso Legnante e della martellista Balassini. Con tutti loro, più il gradito inserimento di qualche outsider, l'Italia cercherà di migliorare quanto fatto vedere due anni fa a Parigi, quando la spedizione azzurra tornò a casa con un oro, quello di Gibilisco, e due bronzi.

[Dottor Zoidberg]

Gatlin: "Sono il più grande"

Il campione dei 100 metri incassa i complimenti di Powell e rilancia la sfida: "Troppo freddo per il primato. Sono felice, non so se qualcuno ha avuto dubbi su di me..."

Asafa Powell ha aspettato Justin Gatlin nella zona mista, confuso fra i giornalisti, per complimentarsi. Il giamaicano, che il 14 giugno al meeting di Atene ha portato il primato del mondo dei 100 metri a 9"77 e grande assente per infortunio di questa finale, ha prima atteso il compagno di camera Michael Frater, che ha conquistato l’argento, per fargli sfogare la tensione sulla sua spalla, poi è rimasto per aspettare il nuovo campione del mondo per stringergli la mano e dirgli bravo. Gatlin non se l’aspettava ed è rimasto quasi interdetto, ma ha allargato di nuovo il suo sorriso timido sussurrando solo: "Grazie, ti aspetto".
Un bel gesto quello di un Powell quasi commosso: "Gatlin — ha detto il giamaicano — è stato grande, ha meritato questo oro perché in ognuna delle 4 prove ha dimostrato di essere il più forte. Come ad Atene lo scorso anno ha saputo rimanere concentrato e sfruttare il massimo di se stesso in ogni momento. Io? Ho rinunciato alla speranza di partecipare almeno alla 4x100. Spero di poter rientrare al meeting di Zurigo o al massimo a Bruxelles. E’ brutto rimanere in tribuna. Ma Frater mi ha dato una grande gioia, ha vinto la medaglia che io avevo sognato. Glielo avevo chiesto prima della finale".
Chissà cosa avrebbe fatto Powell contro questo Gatlin. Dalla bocca del campione di Helsinki, quasi con pudore, è uscita soprattutto una frase: "In questo momento sono il più grande". Sì, pudore. Perché Justin è un ragazzo educato, che non sa urlare. Così gli hanno insegnato i genitori. Al freddo, anche se non arrivava la tuta che l’aspettava nella saletta in fondo al labirinto della zona mista, ha risposto ad ogni domanda, anche a quella di una giornalista giapponese minuta, che nella mischia riusciva a fare spuntare solo il suo microfono. A 10 metri papà Willy e mamma Ginet lo guardavano orgogliosi. E’ il loro capolavoro, per lui hanno lasciato la pericolosa Brooklyn per la più tranquilla Pensacola.
"Siamo emozionati - dice mamma Ginet - più che all’Olimpiade di Atene. Lo scorso anno sapevamo che era forte, la sua vittoria è stata però una sorpresa. Ora invece conoscevamo la sua tensione, la necessità nel suo cuore di riconfermarsi. Non era facile. Sappiamo che per lui questa vittoria è ancora più importante di quella di un anno fa. Educato? Certo, gli abbiamo insegnato così. Ora potrebbe esaltarsi, sentirsi il padrone del mondo, ma gli facciamo capire che non deve essere così, perché sta vivendo soltanto una fase della sua vita, ma quella che vivrà alla fine della carriera atletica sarà ancora più importante e difficile".
La tensione che batteva in petto al loro ragazzo la conoscevano bene, la vivevano nelle telefonate da Raleigh, dove ora Justin vive per allenarsi con Trevor Graham, la respiravano nei suoi silenzi. Lo stesso Gatlin ha confidato: "Sono felice. Non so se qualcuno al mondo ha avuto dubbi, ma qui a Helsinki ho confermato di essere in questo momento il velocista numero uno. Non era facile, anche se mi sentivo preparato, perché nei 100 metri non puoi sbagliare nulla. Quando ti avvicini al blocco di partenza succedono tante cose attorno a te. La gente ti chiama, c’è rumore, gli avversari cercano di distrarti o impressionarti. Allora ti devi isolare, alzare un muro fra te, la corsia che hai davanti ed il mondo. In quel momento devi essere concentrato ed avere fiducia in te stesso. Sapevo che il mio primo compito era correre tecnicamente bene, non dare alcun particolare per scontato. Dovevo ripensare a tutto prima del via".
Un rito che ha pagato. Gatlin in 4 turni non ha sbagliato una virgola. Non si è neppure impressionatoquanto Scott in partenza gli è scappato via. "Neppure io sono partito male, ho saputo nei primi passi tenere la testa bassa e non perdere ordine nella mia azione. Sì, ho visto Leonard scappare, ma non mi sono disunito, non ho perso la calma. So che il mio punto di forza è la velocità lanciata e questa esce solamente nella seconda parte della gara. Ho visto che guadagnavo terreno. Dovevo solo attendere il traguardo". Sorride quando gli si accenna all’assenza di Powell. "Mi spiace per Asafa, è un grande avversario. Siamo entrambi giovani, avremo altre occasioni per incontrarci. Ma non penso che la sua presenza avrebbe messo in pericolo il suo primato del mondo. Non c’erano le condizioni atmosferiche per realizzarlo, faceva troppo freddo".
Comunque il primato mondiale Gatlin lo sente a portata: "In una situazione come un Mondiale o un’Olimpiade non puoi pensare al record. Io, l’ho già detto, sono fiero dei miei titoli, nessuno me li potrà mai portare via. Il limite lo inseguirò quando ci saranno le condizioni, ma non è per me un’ossessione. Ecco, la mia stagione non è ancora finita. Ho grandi meeting davanti e grandi avversari. Potrebbe essere quella l’occasione".
Il suo sorriso si blocca solo quando gli viene chiesto quanto lo abbia favorito l’esplosione dello scandalo Balco: "Questo scandalo non ha avuto ripercussioni soltanto su un atleta o due, ma su tutto il movimento che è stato coperto da ombre. Ma a me e altri ha dato una motivazione nuova e forse più importante: dimostrare che esiste un’atletica pulito, che si possono realizzare ottime prestazioni e vincere medaglie importanti anche senza fare uso di sostanze vietate".

[Dottor Zoidberg]

100 donne: la ragazza più veloce del mondo è Lauryn Williams, 22 anni a settembre, che sotto il diluvio si è imposta in 10"93 (vento +1,3 m/s), precedendo la giamaicana Veronica Campbell (10"95) e la francese Christine Arron (10"98); la transalpina, dopo essere stata la più rapida in tutti i turni di qualificazione, non è più riuscita a innestare il turbo e ha dovuto cedere il passo alle due americane. Quarta in 11"09 la bahamense Chandra Sturrup, eccellente in batteria e apparsa più contratta già in semifinale. "E' stata la gara perfetta" il commento a caldo della neoiridata, nativa della Pennsylvania, che dopo essere stata campionessa del mondo junior nel 2002 era arrivata all'argento olimpico lo scorso anno e quest'anno al meeting di Losanna aveva stabilito il personale con10"91.

[Dottor Zoidberg]

Mondiali Atletica: Prima Medaglia Azzurra, Bronzo Marcia
Ven 12 Ago, 2:40 PM

(AGI) - Helsinki, 12 ago. - Alex Schwazer ha vinto oggi la prima medaglia della rappresentativa azzurra a questi campionati mondiali di atletica leggera: si e' piazzato terzo nei 50 chilometri di marcia, gara vinta dal russo Serghey Kirdyapkin, davanti all'altro russo Aleksey Voyevodin. -

[Dottor Zoidberg]

Mondiali: Isinbayeva, nuovo record
Ven 12 Ago, 7:49 PM


La russa Yelena Isinbayeva ha vinto la medaglia d`oro nel salto con l`asta ai Mondiali di Helsinki. Doveva essere una delle protagoniste della rassegna iridata e cosi` e` stato. L`atleta russa, infatti, ha migliorato ancora una volta il primato del mondo, saltando 5,01m. Il precedente record lo aveva stabilito lei stessa il 22 luglio scorso. Argento alla polacca Monika Pyrek (4,60), bronzo alla ceca Pavla Hamackova (4,50).

[Kowalsky]

La ragazza studia da Bubka al femminile, quest anno ha migliorato di centimetro in centimetro il record di 8 centimetri (se non sbaglio)

Paolo

[benny3]

la mia personale classifica di coloro che mi hanno piu` colpito e` stata:

1) jeremy Wariner
2) Kenenisa Bekele
3) Yelena Isinbayeva

[Kowalsky]

posso fare al vola la classifica di chi mi ha colpito in negativo

1) l'Italia
2) Gli atleti italiani
3) Gli allenatori italiani

Che poi non è neanche vero, abbiamo fatto bene nel salto in alto e nel giavellotto, dalla maratona e dalla marcia abbiamo preteso troppo perchè non si fanno olimpiadi e mondiali così come l'acqua. Però da tante altre persone ci si aspettava che provassero sul serio, vedi Gibilisco

Paolo

[benny3]

per me la cosa peggiore oltre che le prestazioni sono state le interviste; Brugnetti aveva freddo, Baldini era stanco, Ciotti, che peraltro aveva fatto una buona gara, aveva i crampi, Howe, grande speranza, sembrava fosse capitato li` per caso.
secondo me qui non e` una questione di allenamenti ma una mancanza di cultura sportiva. quando canni un avvenimento del genere non puoi accampare scusa.

in questo senso la Martinez e la Legnante con la loro autocritica hanno dato una lezione al resto della squadra.