Il premier annuncia il giro di vite contro i "cattivi maestri"
che predicano il terrorismo. "Le regole del gioco sono cambiate"
Blair: espulsioni facili
per chi incita alla violenza
Tony Blair
LONDRA - Dopo le stragi del 7 luglio e i falliti attentati del 21, il governo britannico cambia rotta e annuncia il giro di vite sui "cattivi maestri" che incitano al terrorismo. A confermarlo, nella consueta conferenza stampa mensile, è il premier Tony Blair: l'esecutivo varerà presto nuove norme che consentiranno espulsioni facili a chi predica la violenza. Il riferimento è a quegli esponenti del radicalismo islamico che vivono nel Paese, e che da anni professano teorie assai vicine a quelle di Osama Bin Laden. E infatti il primo ministro comunica che sarà messa fuorilegge inanzitutto la "Hizb Ut Tahrir", un'organizzazione il cui obiettivo - si legge nel sito ufficiale - è quello di "imporre al mondo la via islamica".
"Che nessuno dubiti del fatto che le regole del gioco sono cambiate", prosegue poi Blair, che - non a caso - annucia queste novità all'indomani delle nuove minacce lanciate dal numero due di Al Qaeda, Ayman Al Zawahiri. "Porteremo distruzione a Londra", aveva detto ieri il luogotenente di Bin Laden, in un video trasmesso da Al Jazeera.
E così, 24 ore dopo, l premier inglese dichiara che il governo valuterà se emendare la legge sui diritti umani, che recepisce la Convenzione europea in materia, al fine di facilitare l'espulsione di chi incita agli attentati. Inoltre, "chiunque abbia partecipato ad atti di terrorismo o abbia avuto a che farci in quale misura si vedrà automaticamente negata la richiesta di asilo nel nostro Paese", spiega ancora il primo ministro.
Blair infine commenta le minacce di Al Zawahiri. "La gente che manda messaggi come quello di ieri, è la stessa gente che uccide civili innocenti in Iraq e Afghanistan. Usano l'Iraq o l'Afghanistan o la Palestina come scusa per reclutare e compiere attentati". Insomma, la pretesa di giustificare le stragi da parte di Al Qaeda e dei suoi seguaci è, a suo giudizio, una "oscenità".
(5 agosto 2005)