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    Predefinito A proposito di tarassaco...

    In estate è facile imbattersi in questa pianta spontanea così comune da passare spesso inosservata, ma dalle mille doti.



    Il nome scientifico è taraxacum officinale, conosciuta anche come dente di leone, soffione, piscialetto, ingrassaporci, bofarella, soffiùn, cicoria selvaggia, cicoria matta, cicoria burda.
    Il nome deriva dall'arabo e significa pianta da insalata. Erbacea perenne tra le più comuni nelle zone europee, originaria dell'Asia e in seguito importata in altre regioni, è tra le infestanti più utili. Appartiene alla grande famiglia delle composite, la si trova nei campi, pascoli, boschi, cresce bene nei terreni azotati, in qualsiasi posizione fino a circa 2000 metri. Radice cilindrica, carnosa contenente lattice, da cui si sviluppano foglie a rosetta, folte, lunghe, dentellate che raggiungono i 30-50 cm. In natura esistono varie specie di taràssaco, alte o nane, con foglie ovali, strette o flosce, erette o a rosetta raso tessa, con frutti di diverso colore, ma tutte inconfondibili. I fiori, giallo dorati a forma di grande capolino sono presenti da marzo a novembre. Solitamente si aprono solo al sorgere del sole, chiudendosi quando è notte o il cielo è nuvoloso. Dai fiori si sviluppano in seguito le bianche sfere dei semi pennati che volano via al soffio del vento. Si produce per semina dalla primavera all'autunno. Si consiglia di coltivare la pianta come annuale, raccogliendola con la radice invece di tagliarla alla base delle foglie, per evitare che il sapore diventi troppo amaro. Il taràssaco non risulta conosciuto per le sue qualità in Europa prima del XV secolo, infatti nessun testo di medicina ne parla, mentre gli arabi ne parlano già a partire dal XI secolo. Dal XVI secolo è presente come "droga" ufficiale presso i farmacisti che la indicavano come Herba taraxacom o Herba urinaria.

    Le parti utilizzate sono la radice, i fiori e le foglie. la radice si raccoglie in settembre – ottobre o in febbraio, prima che la pianta fiorisca, si lava per liberarla dalla terra e bisogna tagliare le radici laterali. Il rizoma si essicca poi al sole o sulla stufa, a temperature moderate, e si conserva in vasi di vetro al riparo dall'umidità e dalla polvere. Le foglie dalla primavera all'autunno, da mangiare in insalata crude o lessate, da essiccare e conservare in sacchetti. I fiori si usano sia freschi bolliti sia secchi e conservati come le foglie.

    PRINCIPI COSTITUENTI: un alcaloide, olio essenziale, inulina, tannino, glucidi, sali minerali, provitamina A, vitamine B e C.

    PROPRIETÀ: antiscorbuto, aperitico, coleretico, depurativo, diuretico, lassativo, stomachico, tonico. È usato per combattere arteriosclerosi, artriti, astenia, cellulite, colesterolo, emorroidi, disturbi epatici anche gravi, gotta, litiasi, malaria, obesità, reumatismi, stitichezza, urea, varici, verruche, per migliorare il colorito della pelle e togliere le macchie scure, efelidi, per pelli secche e mature, per le cure disintossicanti di primavera.


    PREPARAZIONI

    Infuso: 25 g di foglie secche in un litro d’acqua bollente, togliere dal fuoco coprire, lasciare raffreddare, filtrare e bere.

    Decotto di radici: bollire per quindici minuti in una tazza di acqua 10 g di radici. Raffreddare, filtrare e bere.

    Decotto di radici e foglie: in un litro d'acqua fredda sminuzzare 40 g di radici e foglie, portare a bollore, cuocere per 10 minuti. Lasciar raffreddare, filtrare e bere.

    Succo di radice: centrifugare radici colte in autunno fino ad ottenere 100 g di succo. Può essere consumato fresco, addolcito con un poco di zucchero o miele se non si sopporta il sapore amaro. Per conservarlo, aggiungere 20 g di alcol da liquori, travasare in una boccetta scura a chiusura ermetica e conservare in luogo fresco e asciutto.

    Tintura: si acquista in erboristeria. Per prepararla, macerare 20 g di radice essiccate e sminuzzate in 80 g di alcol a 20°. Trascorsi 15 giorni filtrare. La dose consigliata è di 50 gocce tre volte al giorno.

    SALUTE

    Artrite, reumatismi: bere un bicchiere d'infuso al mattino, a digiuno.

    Disturbi della digestione, inappetenza e stitichezza: prendere 2-3 cucchiai di succo fresco al giorno.

    Calcoli: sono necessarie 6 tazze al giorno, ma si richiede prescrizione medica. Lo stesso dicasi in caso di nefriti, grave ritenzione idrica.

    Disturbi di fegato, insufficienza epatica, itterizia, cirrosi epatica, ipercolesterolemia, calcoli renali, calcoli biliari: ogni giorno due tazze di decotto di radice, lontano dai pasti. Oppure 3-4 cucchiai di tintura, sempre lontano dai pasti.

    Emorroidi, verruche: applicare sulle zone interessate compresse di succo fresco, lasciare agire per 15-20 minuti, sciacquare con acqua tiepida.

    Dermatiti squamose, xantelasma o escrescenze giallastre sulle palpebre superiori: tre tazze al giorno prima dei pasti di decotto di radici e foglie. Fare anche impacchi di decotto sulle zone interessate, lasciare agire 20 minuti e sciacquare con acqua tiepida.

    Per stimolare la diuresi, la sudorazione e la depurazione: bere un bicchiere d'infuso tiepido a digiuno. Oppure tre tazze al giorno di decotto di radici e foglie prima dei pasti, mangiare foglie fresche preferibilmente crude.

    BELLEZZA

    Crema per pelli secche e mature: riscaldare a fuoco moderato 25 ml di olio di soia e 25 ml di olio di jojoba. Sciogliere a bagnomaria 25 g di burro di cacao. Amalgamare oli e burro. Fondere 15 g di cera d'api e mescolarla al resto del composto fino ad ottenere una miscela omogenea. Intiepidire 25 ml d'infuso di tarassaco, aggiungere 0,65 ml di borace, mischiare tutti i composti e lasciar raffreddare. Quando incomincia a rapprendersi, unire 5 gocce di olio essenziale di neroli. Conservare in vasetti scuri con tappo a vite, lontano da fonti di calore. Usare come una comune crema mattina e sera.

    Lozione per schiarire macchie, efelidi e migliorare il colorito giallastro: usare quotidianamente un infuso di fiori per lavare direttamente il viso, lasciando asciugare il preparato sulla pelle.

    ALTRI USI: in cucina il taràssaco si usa come contorno, in insalata crudo, o lessato, anche ripassato in padella. I petali dei fiori possono essere consumati in insalata. Le radici, essiccate e abbrustolite, sono usate come succedaneo del caffè. Tutte le parti della pianta sono impiegate nella preparazione di vini, liquori, aperitivi, birra. In Russia, il lattice di una specie di taràssaco chiamato kok-saghyz si è rivelato particolarmente utile nella produzione di caucciù sintetico.

    LINGUAGGIO DEI FIORI: è considerata la pianta della profezia e della fedeltà.
    La prima attribuzione la si deve al fatto che, secondo la tradizione, se si esprime un desiderio e con un sol soffio si fanno volare tutti i semi del pollone, il desiderio si avvererà. La seconda potrebbe derivare dalla caparbietà di questa pianta, che cresce ovunque, anche dove non è desiderata, e che sopravvive e si riproduce facilmente e velocemente.

    La mia nonna materna ne consumava in gran quantità, prevalentemente lesso. Mi consigliava sempre quando ero bambina di bere il brodo di cottura condito con un filo d'olio extravergine d'oliva per avere una pelle splendida ed effettivamente lei non aveva imperfezioni, ma era amaro e non l'ho mai fatto. Visti i risultati su di lei, è facile che il rimedio funzioni.

    (liberamente tratto da link)

  2. #2
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    I fiori,non ancora sbocciati come "soffioni", sono buonissimi fatti fritti con la pastella

  3. #3
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    mah... non metto in dubbio ma proprio stamani ne avro' distrutti almeno un migliaio ... vai con le frittate

 

 

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