"Adesso lanciamo l'Opa su Rcs
o qui la sinistra si piglia tutto"
di MARCO MENSURATI
FERRUCCIO SANSA
ETTORE LIVINI
ORIANA LISO
Fazio con Fiorani
MILANO - La mezzanotte del 12 luglio è passata da una manciata di minuti. Al tavolo di un ristorante di Valeggio sul Mincio Emilio Gnutti, seduto con il premier Berlusconi, telefona a sua moglie e esulta: "Il governatore ha firmato un minuto fa e Berlusconi ha parlato in diretta con Fiorani".
Pochi minuti prima era stato lo stesso Gnutti a dire a Fiorani: "Ho sentito il presidente commosso della cosa, gli ho detto che andremo avanti con Rcs e che ci deve dare una mano". È la notte del "bacio in fronte" di Gianpiero Fiorani al governatore Fazio, che ha appena messo la firma per l'Opas della Bpi su Antonveneta. Chiuso il telefono con il governatore, Fiorani chiama Gnutti, gli racconta dell'ok tanto atteso, parla con il premier. Poi si fa ripassare al telefono Gnutti e gli suggerisce: "Digli di chiamare il number one". La nota a lato traduce: il Governatore.
Sono un migliaio le pagine di intercettazioni in cui si snoda e ricompone la storia dell'inchiesta Antonveneta. I brogliacci, così si chiamano, in gergo, le trascrizioni delle ore e ore di conversazioni fatte dai finanzieri, letti per la prima volta nella loro versione integrale raccontano gli intrecci di potere, soldi e amicizia tra i protagonisti delle tre scalate - Antonveneta, Rcs e Bnl - operazioni spregiudicate, futuri progetti, rivincite su vecchi e nuovi nemici. Nervosismi sempre meno contenuti verso la Consob. Lo stesso governatore Fazio che dice al figlio: "È un attacco mediatico privo di fondamento".
Ma anche donne, Ferrari fatte su misura, collier di brillanti, vacanze programmate per questo agosto, e in parte saltate, guardie del corpo sotto casa. La fiducia, non illimitata, nella sobrietà di spesa della neo signora Ricucci da parte del marito. E poi i rapporti spregiudicati con i giornali e i giornalisti, le conversazioni con gli onorevoli (tutte coperte da omissis), i giudizi taglienti su tutto e su tutti. Caltagirone, Montezemolo, sullo stesso Fazio, "che si crede intoccabile", dice Fiorani. Starlette e attori che chiamano per una "segnalazione", per chiedere piccoli favori a chi tanto può. Sono i "furbetti del quartierino" che, inconsapevoli fin quasi alla fine di essere ascoltati, si scambiano centinaia di telefonate e sms. Di giorno, ma spesso anche di notte, al termine di lunghissime riunioni operative tra Roma, Lodi, Milano o di serate nei ristoranti e nei night. Non tutte le conversazioni, per motivi di privacy, possono essere riportate, ma il quadro che emerge dalla lettura di queste carte è comunque piuttosto dettagliato.
Ci sono tutti, nelle trascrizioni delle intercettazioni fatte dalla Guardia di Finanza. Anche quando cambiano scheda telefonica pensando si stare più tranquilli e in poco tempo sono invece già di nuovo sotto ascolto. C'è Ricucci che, parlando di Rcs, dice: "Siamo arrivati al venti per cento, puntiamo al ventinove. Poi lanceremo una Opa con la Magiste International, che è la capogruppo". E con Ubaldo Livolsi (consigliere Fininvest) e Alejandro Agag, già segretario generale del Ppe e genero dell'ex premier spagnolo Josè Maria Aznar, che mette a punto un'alleanza con un misterioso gruppo straniero per conquistare il Corriere della Sera. Ci sono Fiorani e Gnutti, che si scambiano telefonate frenetiche sul da farsi, soprattutto man mano che filtrano le prime notizie delle inchieste e arrivano i primi avvisi di garanzia. C'è la signora vera protagonista dell'affaire, Cristina Rosati, la moglie del governatore. Chiama, consiglia, gestisce, sgrida. Si nega per ripicca a chi potrebbe tradire la fiducia del marito, come Geronzi. C'è il "braccio destro" (come viene definito dal giudice per le indagini preliminari, Clementina Forleo) di Fiorani, Gianfranco Boni, manager e funzionari.
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ENTRA IN SCENA SILVIO BERLUSCONI
È la sera, anzi, la notte del 12 luglio 2005, quando nell'affaire Antonveneta-Rcs irrompe anche il nome di Silvio Berlusconi. Sul brogliaccio è scritto: "Chiamante, Gianpiero Fiorani", "Ricevente, Emilio Gnutti". Sono passati pochi minuti dopo il via libera di Bankitalia all'Opa della Banca Popolare Italiana su Antonveneta.
Stefano Ricucci Fiorani: "Ho sentito il Presidente (Berlusconi, nota a lato) commosso della cosa... ".
Gnutti: "Gli ho detto che andremo avanti con Rcs e che ci deve dare una mano".
Fiorani: "Digli di chiamare il Number One (il Governatore di Bankitalia, Antonio Fazio, nota a lato).
Gnutti: "Gli ho detto (a Berlusconi) che se non ci dà una mano la sinistra prende tutto!".
Fiorani: "Ne parleremo domani a voce... la sinistra in questo momento ci ha appoggiati più di quanto abbia fatto il Governatore".
Passano pochi minuti e da un altro telefono controllato parte una telefonata segnalata come "rilevante" nel brogliaccio.
12 luglio 2005, ore 00,29
Emilio Gnutti chiama la moglie Ornella.
Gnutti: "Ciao, sono a cena con Berlusconi, Lonati e c'è anche altra gente. Il Governatore ha firmato un minuto fa il via libera e Berlusconi ha parlato in diretta al telefono in diretta con Fiorani".
12 luglio 2005, ore 1,02
Gnutti chiama Gianpiero Fiorani.
Gnutti: "È vero o sto sognando?"
Fiorani: "È vero. Perché o sono grandi imitatori che riescono a imitare la voce (quella di Fazio, ndr.) altrimenti questo film ha funzionato veramente bene. Ha chiamato anche... i miei amici legali sono in conference call ma sanno che tutti coloro che hanno il piacere di... potranno dire che quel giorno c'erano anche loro e lo racconteranno ai loro figli". Poi chiama un altro interlocutore, Ivano, non identificato con certezza.
Gnutti: "Mi ha chiamato Stefano Ricucci ha detto che non lo fa perché non ha sentito gli altri appena gli danno il via lo farà".
Ivano: "Gli ho parlato ieri era informato".
Gnutti: "Stanotte mi è arrivata l'autorizzazione"
Ivano: "Parli di Lodi? Berlusconi ho detto che con buona probabilità andrà in appoggio anche di là, perché mi pare corretto e giusto. Berlusconi mi ha detto che faccio bene. Ieri Caltagirone, che ha visto Berlusconi, ma soprattutto ha visto Letta ieri l'altro aveva riferito che c'era un po' di preoccupazione".
Gnutti: "Non c'è assolutamente preoccupazione. Ho detto a Berlusconi che a loro interessava molto appoggiare Gianpiero perché dall'altra parte stanno facendo quell'altra. Per cui, per una questione di equilibrio si fa una per una, quindi vado in appoggio anche di là. Berlusconi mi ha risposto che faccio bene".
18 luglio ore 20.39
Gianpiero Fiorani irritato per l'atteggiamento della Consob chiamata Emilio Gnutti.
Emilio Gnutti: "A questo punto penso sia necessario chiamare Berlusconi".