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  1. #11
    DESTRA O SINISTRA? OLTRE!
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    Predefinito

    Il personaggio è lo stesso che sul Fondoscala ha aperto una discussione sulla propensione degli omosessuali a violentare gli sportellisti di banca. Quelli del Fondoscala non sapevano se ridere o piangere...

    http://www.politicaonline.net/forum/...hreadid=183224


  2. #12
    SubZero
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    sarà dirigente di qualche manicomio

  3. #13
    Forumista esperto
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    Predefinito

    In origine postato da mustang
    Lasciateli in pace, "questi comunisti", con soldi, impiego sicuro, casa di proprietà, auto e moto.
    E molta invidia per chi, magari, di case ne ha due.
    Son talmente nella "cacca" (politicamente parlando) che non trovano neppure un leader da presentare come premier.
    E seguitano a "sbavare" (politicamente parlando) dietro il "Dito nazionale", Prodi Romano.
    Giocando a nascondello, i bamboccetti.

    saluti
    Concordo in pieno...lasciamoli in pace,perche' loro godono parecchio a vivere in questo "Regime"...infatti parlano,girotondano,manifestano dalla Mattina alla Sera...non sia mai che debbano prendersi qualche Responsabilita'!

  4. #14
    Makeru ga, katta
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    Before you all die ghastly, horrible deaths, let me take the hour to describe my latest plan for world domination! Uhauhauha!
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    Predefinito

    In origine postato da mustang
    Lasciateli in pace, "questi comunisti", con soldi, impiego sicuro, casa di proprietà, auto e moto.

    Mi sono sempre chiesto: ma se uno si professa comunista, perchè per voi maldestri non deve possedere soldi, avere un lavoro, una casa od altri cose?
    _______________________
    Gli zeri, per valere qualcosa,
    devono stare a destra.

  5. #15
    Silvioleo
    Ospite

    Predefinito

    In origine postato da marcejap
    Mi sono sempre chiesto: ma se uno si professa comunista, perchè per voi maldestri non deve possedere soldi, avere un lavoro, una casa od altri cose?
    anche noi ci chiediamo tante cose su cazzate che circolano spesso circa un presunto "elettore di destra"...non te li rammento,son certo che ne conosci molti...basterebbe smettere di dirli.

  6. #16
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    Predefinito

    In origine postato da marcejap
    Mi sono sempre chiesto: ma se uno si professa comunista, perchè per voi maldestri non deve possedere soldi, avere un lavoro, una casa od altri cose?
    --------------------------------
    Ci hai forse sentito dire le cazzate che ti piacerebbe sentire?
    Quelle provengono dai cervelloni del glorioso PCI, oggi un po' diessini e un po' rifondatori.
    Sono le "leggende" che vi raccontano per tenervi svegli e incazzati, bamboccetti creduloni.
    Ma guarda Berlusconi: se c'è da far soldi si allea anche con un ricco e potente "amico" della sinistra, C.d.B, patron di Rep.
    Che naturalmente è amico vostro senza chiedere niente.
    O guarda Prodi: ricco, potente, amico di ricchi e potenti, che si offre "a gratis" di farvi da "dito" dietro il quale vi potete nascondere.

  7. #17
    SENATORE di POL
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    Predefinito

    Certo che i comunisti possono essere ricchi. Federico Engels era un imprenditore e ha mantenuto tutta la vita quella leggera di Carletto Marx. La grandissima parte dei capoccia comunisti classici proveniva da agiate famiglie borghesi, mica da famiglie di minatori (forse solo Gierek.....il polacco....). In fondo...io stesso ho smesso di esser comunista, tantissimi anni fa, quando mi sono reso conto che le mie finanze e quelle della mia famiglia......non mi permettevano di esserlo. Un proletario adulto e vaccinato che è comunista, dopo il 1956, o è un imbecille o un ladro.

    Shalom

  8. #18
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    Predefinito Moralisti e miliardari

    Accusano Berlusconi di stare al governo per arricchirsi. Poi sono i primi a mischiare affari e politica. Ecco chi a sinistra predica male e razzola peggio...
    Romano Prodi, in collaborazione con giornali e intellettuali di sinistra, ripropone la questione morale.
    Come fece Berlinguer, visto che ormai il Professore è di diritto il vero erede dei comunisti.
    Noi, più modestamente, vorremmo qui riproporre la "questione immorale" della sinistra.
    Non ha importanza se qualche giornale o intellettuale vorrà seguirci o abbandonarci: la storia è semplice e sotto gli occhi di tutti, parla di veri miliardari e falsi censori, annusatori di soldi altrui.
    Parla anche di un partito, il partito unico dell'informazione, e di quotidiani che sanno tutto e hanno la memoria lunghissima, salvo poi dimenticarsi che il loro principale azionista ha fatto affari mentre direttori storici e semplici direttori responsabili se la prendevano col diavolo Berlusconi.
    Questa è la storia della Cdb Web Tech, di una sinistra rabbiosa e di qualche altra cosetta.
    La vicenda, almeno nelle sue linee generali, è nota: Carlo De Benedetti costituisce una società, la quota in Borsa e la lascia vivacchiare per anni. CdbWeb Tech, appunto.
    Ad un certo punto, ritornato sulla scena degli affari, l'Ingegnere decide di dare impulso alla sua creatura. Offre a Berlusconi e ad altri pezzi da novanta la possibilità di investire e annuncia: tutti insieme creeremo un gruppo che aiuterà le aziende italiane in crisi. Idea ottima: l'Ingegnere è uno che ci sa fare.
    Nel suo campo è il numero uno, o forse il due, se c'è pure Berlusconi. Messi insieme sono una potenza, e una garanzia.
    Ma la sinistra insorge. Affari con Berlusconi? Sconveniente, politicamente scorretto, immorale. Berlusconi è il diavolo: vade retro.
    Martella Repubblica, martellano il Corriere della Sera e l'Unità, accusa Enzo Biagi, critica Paolo Sylos Labini, s'indigna Giovanni Sartori.
    E così gli altri, grandi, piccoli e persino minuscoli leader della sinistra, tutti ampiamente ospitati sulle pagine di Repubblica e Corriere, tutti contro il Cavaliere nero e a favore del Cavaliere bianco che alla fine, per evitare di rimanere sommerso dall'indignazione, ha detto no, quest'affare non lo faccio.
    Ha vinto lui, il partito unico dei giornali.
    Per una vita abbiamo ascoltato i discorsi della sinistra sul concentramento mediatico berlusconiano.
    Per un'eternità abbiamo parlato di conflitto di interessi.
    Roba vera, beninteso. Poi scopriamo che esistono le leggi, ma anche i quotidiani ad personam, e vediamo le due corazzate dell'informazione, contemporaneamente e quotidianamente, schierate non contro le idee del Premier ma contro un progetto economico e finanziario.
    E nel frattempo ci dobbiamo pure sopportare Giovanni Sartori che scopre che il denaro puzza (ma solo se è di Berlusconi) e che il capitalismo di sinistra è buono mentre quello di destra è selvaggio.
    Sorvoliamo su Eugenio Scalfari, padre-padrone di Repubblica, che sul quotidiano di De Benedetti tesse le lodi di De Benedetti raccontandoci che l'Ingegnere, caro amico e ottima persona, ha fatto benissimo a dire no a Berlusconi.
    Unica notazione: se una cosa del genere l'avesse fatta Emilio Fede, servo lo avrebbero preso e servo lo avrebbero lasciato. L'ha fatta Scalfari nell'abituale e laico sermone domenicale.
    E nessuno ha fiatato. Anzi, grandi consensi: questo sì che è giornalismo.
    Giornalismo di razza, tant'è vero che a Repubblica, e a sinistra, è sfuggito un piccolo particolare: mentre Scalfari si autocitava meditando sulla morale perduta e Ezio Mauro dava lezioni di etica al Cavaliere, De Benedetti faceva soldi.
    In pratica: vendeva azioni della Cdb Web Tech quando il titolo era alto, ricomprava con il titolo basso.
    Una, due, tre e chissà quante altre volte.
    E alla fine ha guadagnato (fonte Wall Street Journal) la bellezza di 3,5 milioni di euro, sette miliardi delle vecchie lire.
    Roba da Ricucci, a testimonianza del fatto che i soldi, col permesso di Sartori, a destra e a sinistra, nei salotti buoni e in quelli emergenti, hanno sempre lo stesso odore.
    E anche a conferma delle capacità indubbie di De Benedetti. L'Ingegnere l'aveva vista giusta. Era una sorta di Gepi o Iri, la CdbWeb Tech salvaazienda, una Gepi privata che non sarebbe mai diventata un carrozzone stile Iri.
    Ci serviva. Ma la sinistra, vittima del conflitto fra gli interessi antiberlusconiani e quelli del Paese, ha detto no. E De Benedetti non ha potuto far altro che rinunciare.
    In Italia comanda il partito unico dell'informazione, la lobby degli annusatori alla Giovanni Sartori. Tutti gli altri devono adeguarsi, anche quando i loro progetti farebbero il bene del Paese.
    E se non ci credete leggete i particolari sul partito unico dell'informazione, sulle compravendite in Borsa di questi ultimi giorni, sui conti dei miliardari ulivisti e tutto il resto. A sinistra dovrebbero almeno arrossire, se non fossero già rossi di natura. Noi possiamo solo sbiancare.

    Mattias Maniero su Libero

    saluti

  9. #19
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    Predefinito Il club dei miliardari

    ROMA Pecunia, dicono loro, olet. Ma, sarebbe il caso di aggiungere, solo se proviene da certe tasche.
    Di certo da quelle di Silvio Berlusconi. Per questo il principale pensatoio della sinistra che conta, Libertà e Giustizia, ha fatto una battaglia per impedire l'accordo tra Carlo De Benedetti e il Cavaliere. Da severi custodi della morale pubblica hanno spiegato al magnate del Gruppo L'Espresso, che è anche il principale ispiratore dell'associazione, che non si doveva.
    Anche il business, ha ammonito Giovanni Sartori, uno dei garanti di Libertà e Giustizia, è una questione morale. Come la giustizia e la politica. Ma chi sono i custodi di tanto rigore?
    Gad Lerner, alla serata che tenne a battesimo l'associazione, lo definì un « club di miliardari » .
    E in effetti è così.
    Il padre nobile, De Benedetti, è il proprietario del Gruppo Editoriale L'Espresso, il colosso che pubblica Repubblica e l'omonimo settimanale.
    Attraverso le sue controllate, De Benedetti è anche editore di 16 quotidiani locali, tre emittenti radiofoniche nazionali e ha una rilevante presenza in Internet. È di certo uno degli uomini più ricchi d'Italia.
    Anche se nell'ultima classifica dei Paperoni d'Italia, pubblicata da L'Espresso, compariva " solo" alla posizione 1.952.
    Reddito dichiarato: 1,514 miliardi. Pecunia olet o non olet?
    A scorrere l'elenco dei sostenitori di Libertà e Giustizia viene da dire che dipende. Il presidente è Sandra Bonsanti, ex direttrice de Il Tirreno. Una carriera da giornalista, con una breve incursione in Parlamento ( nel ' 94 è stata eletta nelle fila dei Progressisti).
    Ma il gotha dei moralisti di sinistra va ben oltre.
    Tra gli otto garanti compare l'architetto Gae Aulenti, un nome noto a livello internazionale. Ha collaborato con le principali industrie italiane, realizzato esposizioni e allestimenti in ogni parte del mondo. E' stata vicepresidente delle Triennali di Milano, collabora con riviste e ha fatto svariate pubblicazioni.
    Altro garante è Giovanni Bachelet, ordinario di Fisica alla Sapienza di Roma e autore di decine di pubblicazioni. Oltre che grande amico di Romano Prodi.
    Poi c'è lo scrittore italiano che, forse, più di tutti è riuscito a fare dell'arte un business ( con gran pecunia). Parliamo di Umberto Eco, autore di svariati best- seller, tradotti in decine di lingue. Economicamente parlando, non se la passa male nemmeno Enzo Biagi, anch'egli garante. La firma delle firme, uno dei padri nobili del giornalismo italiano, è editorialista del Corriere della Sera e autore di libri che ogni volta scalano le classifiche delle vendite. Tra i fondatori di Libertà e Giustizia, che in seguito si è dimesso da garante pur rimanendo tra gli " amici", c'è Franzo Grande Stevens, celebre avvocato di casa Agnelli. Uno che nel 2001 ( ultimo dato disponibile) dichiarava un reddito di 18,8 miliardi.
    Il divorzio dall'associazione avvenne per via di un articolo di Claudio Rinaldi. L'editorialista, oltre che consigliere di L& G, si era lasciato un po' prendere la mano dal ruolo di censore.
    In un'invettiva contro i " ricchi" aveva attaccato il managment di Fiat. Scordandosi, però, che tra questi c'era anche il garante di L& G Grande Stevens. Il moralista- Fiat non ha gradito.
    Pecunia non olet se è quella che può vantare un'altra stella del club. Parliamo di Guido Rossi, ex presidente della Consob, padre dell'Antitrust, ex presidente della Ferfin- Montedison e poi di Telecom Italia, docente alla Bocconi, avvocato e consulente di tante aziende italiane e ora anche nel comitato dei garanti di L& G.
    L'elenco dei custodi dell'etica pubblica si chiude con il politologo Giovanni Sartori ( editorialista del Corriere della Sera, membro dell'Accademia nazionale dei Lincei, fondatore della Rivista di Scienze politiche), l'ex ministro Umberto Veronesi, attualmente presidente dell'Istituto europeo di oncologia, e lo scrittore, nonchè editorialista del Corriere della Sera, Claudio Magris.
    Breve scorsa sui nomi di alcuni consiglieri: il ricercatore Alessandro Amadori, l'ex portavoce della commissione Europea Filippo di Robilant, l'ex repubblicano Aldo Gandolfi, l'ex direttore generale Rai e ora commissario straordinario dell'Istituto Nazionale per lo Studio e la Cura dei Tumori di Milano Gianni Locatelli e l'opinionmaker Claudio Rinaldi.
    Libertà e giustizia, del resto, non è una voce che grida nel deserto. I nuovi censori della morale hanno fior fiore di legami.
    Il padre nobile dell'associazione, De Benedetti, è partner di quel Carlo Caracciolo imparentato con casa Agnelli ( era cognato dell'Avvocato). Insieme i due gestiscono i quotidiani del gruppo ex Finegil.
    La dinastia di Torino, a sua volta, è proprietaria de La Stampa e maggiore azionista di Rcs, il gruppo editoriale che pubblica il Corriere della Sera, ossia il quotidiano che ospita, tra le principali firme, almeno quelle di tre garanti dell'associazione.
    E che è " insidiato" dal ricco- immorale Stefano Ricucci.
    Nel ritratto di questa grande famiglia allargata non può mancare Luca Cordero di Montezemolo, In qualità di presidente della Fiat siede nel cda de La Stampa.
    Nella veste di presidente di Confindustria è diventato anche proprietario del principale giornale economico italiano, il Sole 24 Ore. Tra partentele, partenership e incarichi, la simpatica famigliola di sangue o di affari controlla i due terzi dell'editoria italiana. Business, sia chiaro, che non puzza praticamente mai.

    Elisa Calessi su Libero

    saluti

  10. #20
    SENATORE di POL
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    Incontrovertibile. Laddove i moralisti gridano e si indignano, l'immoralità e il marciume regnano sicuri e con il consenso del popolino. A sinistra, ovviamente .
    Shalom

 

 
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