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    Fortza Paris
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    Predefinito Articolo Corriere della Sera su Sicurezza Compagnie

    Nella lista della Faa americana sono inseriti nella «categoria 2» con pesanti restrizioni. Charter con la Riviera adriatica Aerei, l’elenco delle 17 compagnie a rischio Sono di 17 compagnie di Paesi considerati a rischio. Enac: con molte nessun problema STRUMENTIVERSIONE STAMPABILEI PIU' LETTIINVIA QUESTO ARTICOLO
    Negli Stati Uniti sono classificati come «Paesi di serie B»: gli uomini che governano i loro cieli e le compagnie che decollano dai loro scali non hanno superato l’esame sicurezza della Federal Aviation Administration e così i loro aerei sono stati sottoposti a pesanti restrizioni. In Italia, invece, come succede nel resto d’Europa, non solo sono trattati come gli Stati più all’avanguardia in fatto di aviazione civile, ma sono anche liberi di far atterrare e decollare i loro jet (più spesso vecchi Tupolev e Antonov) senza particolari limitazioni. Una loro compagnia viene scoperta non in regola con le norme di sicurezza? Nessun problema, basta che rimedi alla «malefatta» e torna a volare senza che nessuno mai lo sappia.
    Argentina, Bangladesh, Bulgaria, Serbia e Montenegro e Ucraina. Insieme ad altri 22 Paesi nel mondo, l’America li considera a rischio e li ha declassati nel secondo livello della «checklist » in materia di sicurezza aerea («Non rispettano gli standard minimi Icao» scrive il sito della Faa pubblico). In Italia invece volano con 17 compagnie inserite dall’Ente nazionale dell’aviazione civile nell’elenco dei vettori ispezionati: una del Bangladesh (Bangladesh Biman), una dell’Argentina (Aerolineas Argentinas), due della Bulgaria (Hemus Air e Skorpion Air), tre della Serbia e Montenegro (Diair, Jat e Montenegro Airlines) e ben dieci dell’Ucraina (Aerovis, Air UKraine, Cabi, Donbass-Eastern Ukrain, Lviv Airlines, Podilla Avia, Ukraine Cargo Airways, Ukraine International Airlines, Ukraine Mediterranean Airlines e Volare Aviation).
    Molte di queste sono compagnie charter stagionali che collegano l’Est con i piccoli aeroporti della Riviera adriatica. Da Ancona a Pescara. E Rimini: qui ogni settimana un Ilyushin- 18 e un Yakovlev-42 della Lviv Airlines si danno il cambio per portare da Kiev i clienti di piccoli tour operator. In un anno e mezzo di ispezioni, secondo indiscrezioni, soltanto due di queste 17 compagnie sarebbero state trovate fuori norma, bandite dai cieli italiani e poi però riabilitate al volo: la bulgara Hemus Air e l’ucraina Podilla Avia.
    Anche negli Stati Uniti gli aerei che decollano dai cinque Paesi a rischio vengono fermati solo nei casi più gravi. Ma tutti, indistintamente, sono sottoposti a limitazioni: controlli severi sia negli aeroporti Usa sia in quelli d’origine; chi già oggi vola non può aumentare il numero di collegamenti (se non ricorrendo al noleggio di velivoli di compagnie di «serie A»); chi ancora non vola può sperare di farlo, anche in questo caso, solo affittando una flotta di «primo livello». E in ogni caso ogni cittadino che decide di acquistare un loro biglietto lo fa dopo aver ottenuto tutte le possibili informazioni. Ein Italia? «Le 17 compagnie che appartengono a questi Paesi continuano a volare, certo» dicono dall’Enac. Anche perché tre di questi, Bulgaria, Serbia e Ucraina, fanno parte dell’Ecac (l’ente dell’aviazione civile che raggruppa 44 Paesi, la maggior parte europei).
    «Con alcune di queste, Aerolineas Argentinas in testa (controllata un paio di volte, arriva di notte), non abbiamo mai avuto problemi» spiega il presidente Vito Riggio. «Altre invece, sono anche state fermate per anomalie gravi» aggiunge il responsabile operazioni e sicurezza Benedetto Marasà. «La differenza tra noi e gli Usa sta tutta nella classificazione pubblica dei Paesi, ma la strategia di controllo è la stessa: anche noi concentriamo le verifiche (il 50%) sui vettori che consideriamopiù a rischio». «Senza però dimenticare una cosa» aggiunge Marcello Turrini, caposcalo delle Aerolineas Argentinas a Fiumicino (quattro collegamenti la settimana con Buenos Aires): «Un conto è che gli Usa considerino di "serie B" un Paese un conto una compagnia: in Argentina ci sono tante compagnie ».
    Alessandra Mangiarotti
    10 agosto 2005
    Corriere della Sera

  2. #2
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    Predefinito Re: Articolo Corriere della Sera su Sicurezza Compagnie

    In Origine postato da nicolap
    «Un conto è che gli Usa considerino di "serie B" un Paese un conto una compagnia: in Argentina ci sono tante compagnie »
    Mi sembra che chi ha scritto l'articolo abbia fatto un po' di confusione fra il programma SAFA dell'ECAC (controlli da parte di autorità aeronautiche ECAC su velivoli di compagnie straniere) ed il programma IASA della FAA (audits della FAA sull'applicazione della normativa ICAO da parte degli stati e sulla certificazione delle compagnie aeree che volano su tratte internazionali).

 

 

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