I quattro giorni della Tempesta

L'operazione ebbe inizio venerdì 4 agosto 1995 all'alba. Le truppe croate mosse da Zagabria, Karlovac, Gospic, Spalato e da altri trenta punti, occupano quel giorno 720 kmq di territorio incontrando scarse resistenze. Mentre le artiglierie e i carri armati sputano sui serbi tonnellate di proiettili e granate e dal cielo li martellano gli aerei della Nato, decollati dalla portaerei «Roosevelt» di stanza nell'Adriatico, radio Zagabria diffonde un ipocrita messaggio di Tudjman, il «Supremo» croato, che invita le popolazioni serbe a restare nelle loro case e a non aver paura. Coloro che accolgono l'invito finiscono di lì a poco trucidati. Sabato 5 agosto, alle 10, i soldati croati entrano a Knin, già capitale della «Repubblica serba di Krajina». La città è stata cannoneggiata oltre ogni limite di opportunità militare, per 24 ore di seguito. Nello stesso giorno le truppe di «liberazione» entrano nelle deserte cittadine di Drnis, Vrlika, Kijevo, Benkovac, raggiungono e in certi punti superano il confine bosniaco. Domenica 6 agosto, i soldati e le milizie di Tudjman entrano anche a Petrinja, Kostajnica, Vrgin Most (ribattezzata Gvozd), Glina, Korenica, Slunj, Plitvice, Cetingrad, Vrhovine ed altre località. Nel pomeriggio Tudjman arriva in elicottero a Knin per issare in cima alla fortezza un interminabile tricolore con la scacchiera. Alle ore 17 Radio Zagabria annuncia che «la cosiddetta Krajina non esiste più». Il 7 agosto, lunedì, le forze croate entrano a Dvor na Uni, a Topusko, Donji Lapc, Srb, Vojnic e in altri centri... disabitati. La sera dell'8 agosto il ministro della difesa Gojko Susak, un ustascia erzegovese importato dal Canada, l'uomo che ha introdotto nell'esercito croato il saluto hitleriano, dichiara conclusa l'Operazione Tempesta.