Citazione da Intervento Principale di by Paolo Arsena
Questo sì che ha in testa un programma laico e di progresso.
Bravo Ivan!
Primarie/ Ivan Scalfarotto ad Affari: se Prodi mi chiama al governo... io sono pronto
Affari Italiani Martedí 13.09.2005 08:46
Giovane, impegnato, rilassato, solare. E deciso a svecchiare la politica italiana, partendo dal Centrosinistra. Ivan Scalfarotto è l'unico candidato alle elezioni primarie a non appartenere a un partito, ma non si spaventa. Anche se non lo fanno comparire come special guest alle feste dell'Unità o se qualcuno dei suoi concorrenti, politici di lungo corso, parla di brogli elettorali. Dice che le polemiche non lo interessano, ma non rifiuta neppure l'idea di un posto importante nel futuro della coalizione. "Che facciamo Ivan, ci diamo del tu?". "Certo" esordisce intervistato da Affari.
Come sta andando la raccolta delle firme?
"Sta andando bene, la stiamo chiudendo in queste ore. Saremo in grado di dire una parola definitiva fra un paio di giorni. Siamo ottimisti però non sciogliamo la riserva".
Andiamo alla radice dell'impegno. Per quale motivo hai deciso per la candidatura?Anche tu vuoi sacrificarti?
"Più che sacrificarmi penso che sia utile dare rappresentanza a un pezzo dell'Italia che rappresentanza non ce l'ha. E' l'Italia che non ha accesso a molte cose. Innanzitutto alla politica".
Cioè?
"Abbiamo una politica molto anziana dal punto di vista anagrafico. Ma l'accesso è bloccato anche in altri settori. Prendiamo il lavoro precario. L'accesso al lavoro, alle professioni, a questi misteriosi ordini professionali che non sappiamo bene che cosa siano… Oppure l'accesso al credito, per cui i miei coetanei o quelli che sono più giovani di me per avere un mutuo devono far impegnare la pensione al papà. Voglio rappresentare l'Italia che non riesce a fare ricerca. Dove c'è carenza di accessi invece che ricambio. E poi penso che ci volesse un richiamo forte a certi temi che riguardano i diritti dei cittadini".
Che cosa manca ai partiti che tu puoi offrire? Credi che abbiano fatto il loro tempo?
"No, credo che i partiti siano un elemento assolutamente prezioso. Però sono troppo autoreferenziali, discutono di cose che sono molto lontane dalle persone. Si dividono su temi che sono molto tecnici che non toccano la gente. La proporzionale, i consigli di amministrazione".
Beh, in questi giorni si parla anche molto di coppie di fatto, Pacs, diritti della popolazione omosessuale. Prodi ha mostrato una certa apertura. La Margherita tira il freno. Che ne pensi?
"La mia posizione è che in un paese civile a parità di doveri dovrebbe esserci parità di diritti. Penso che ai gay dovrebbe essere garantito lo stesso accesso al matrimonio che hanno gli eterosessuali. Pagano le stesse tasse, non vedo perché dovrebbero godere di diritti diminuiti. Sono d'accordo sul Pacs sia per i cittadini etero che omosessuali. Credo che sia importante regolamentare un fenomeno che esiste su larga scala. Mi sembra che sia questo il compito della politica, regolare i cambiamenti. Però se nel 2006 abbiamo gli stessi candidati di dieci anni fa vuol dire che non ci accorgiamo che cambiano le cose".
C'è chi dice che per un pugno di voti si spacca la famiglia tradizionale...
"Chiunque vive nel mondo vede che le coppie di fatto sono tante. Non si tratta di un pugno di voti. Esistono molte persone anche fra i politici cattolici che sono divorziate e costituiscono coppie di fatto, non capisco perché si debba continuare a sostenere delle posizioni che sono più ideologiche che pragmatiche. Detto questo, penso che su questi temi sia giusto trovare un punto di confronto prima delle elezioni".
Si parla in questi giorni del traguardo di voti da raggiungere. Prodi e D'Alema hanno detto un milione. Paolo Cento dei Verdi due milioni. Qual è la soglia al di sotto della quale saranno un flop?
"Vedi, questi sono i classici problemi della politica che non interessano a nessuno. E' importante che se le primarie si fanno, si facciano davvero, non starei a spaccare il capello in quattro. Già il fatto di aprire questa finestra è un esercizio di democrazia. Se uno come me oggi ha la possbilità di parlare con i giornalisti, vuol dire che la prossima volta ce ne saranno altri, di più. Se riusciremo a comunicare che le primarie sono questo, una finestra di democrazia e non una lotta fratricida".
Pensi che i tuoi concorrenti l'abbiano capito?
"Io faccio di tutto per dirlo. Parlavo con Giulietti, che si occupa di seguire la comunicazione di tutti i candidati, proprio di questo. Dobbiamo comunicare che non si tratta di uno scontro, ma di un confronto per avere una coalizione più coesa".
Nel frattempo, Clemente Mastella sventola lo spettro dei brogli elettorali, dei raccolti più al nord che al sud…
"Spero proprio di no, che queste cose non succedano. Mi affaccio a queste elezioni con grande fiducia. L'obiettivo vero è quello di costruire coalizione, come dicevo. Una coalizione coesa e vera. Se ci sono interrogativi vanno fugati al più presto. Il mio obiettivo comunque è quello di abbassare la litigiosità del sistema politico. Di non fare polemiche".
Alle feste dell'Unità però non ti danno molto spazio...
"Alle feste dell'Unità non mi hanno dato nessuno spazio. Però mi hanno invitato a un dibattito a Milano la sera del 15".
Dopo le primarie, che ne sarà del tuo impegno politico? Speri in un riconoscimento di qualche tipo in un possibile governo di Centrosinistra?
"In realtà penso che la politica dovrebbe essere meno personalistica. Non mi spaventano eventuali responsabilità, certo. Però quello che mi importa è che le mie idee trovino cittadinanza. Dipende anche da quale sarà il consenso della gente. Una delle buone abitudini che dovremmo prendere è che se fai una proposta al paese e quello non l'approva, dovresti avere il buon gusto di ritirarti. Io dovrò valutare quale sarà il consenso che le mie proposte attireranno. Non sto cercando lavoro, io un lavoro l'ho già e mi piace".
Però se ci fosse un buon risultato, non poni limitazioni alle possibilità...
"Certo che no. A me la politica non mi fa impressione, credo che sia la forma più alta di partecipazione sociale e io la vivo da appassionato".
Francesco Borgonovo